ABBIATEGRASSO – Una segnalazione arriva da un’operatrice sanitaria che ha dedicato la vita lavorativa all’Ospedale Cantù. Racconta di essersi presentata, accompagnata da un familiare, in P.S. poco dopo le 8, orario di apertura, per un malore. Viene trasportata in ambulanza al Fornaroli di Magenta, per la sua sicurezza, le dicono. Peccato sia rimasta, dal suo arrivo fino alle 9 di sera, su una sedia del Pronto Soccorso. Ricoverata poi per un ictus in corso, vista la non più giovane età, non in neurologia ma in geriatria. Per fortuna la signora si sta riprendendo ma non nasconde “l’amarezza nel dover constatare quanto è cambiata in peggio la sanità, le condizioni in cui si trova oggi l’Ospedale abbiatense costringono a rivolgersi altrove, ma tempi e cure non tutelano la salute della popolazione, sempre più a rischio per scelte politiche sbagliate”. Le criticità della nuova gestione dell’hub vaccinale presso il Cantù sono state segnalate dal primo giorno, mercoledì 1 dicembre. Gli addetti della Cooperativa che arrivano da Bergamo, ingaggiati per svolgere il servizio, fino al giorno prima affidato anche ai volontari del Gruppo Alpini e delle Guardie del Cuore, per accoglienza, accettazione e osservazione post vaccino, hanno modificato l’organizzazione, da molti definita però ‘disorganizzazione’. “Adesso è un caos rispetto a 2 settimane fa quando ho accompagnato mio marito. Ora si creano assembramenti già all’ingresso perché lo spazio è ridotto, non è certo come in Fiera dove abbiamo ricevuto le prime due dosi – afferma una signora – Quando finalmente si accede allo spazio dove prima una dottoressa faceva l’anamnesi, ora un’impiegata fa l’accettazione, il medico fa alcune domande e un infermiere ti vaccina, in piedi. Lo spazio è piccolissimo e risulta molto affollato, figuriamoci quando deve entrare anche un accompagnatore. La porta rimane aperta, quindi si può osservare quel che succede. Avevano solo Moderna come vaccino. Per la prima volta ho avuto qualche esitazione e preoccupazione a farmi vaccinare. Mentre l’organizzazione in Fiera era efficiente, seppur con personale in gran parte volontario, ora il servizio mi sembra, così come a diverse persone che commentavano negativamente, decisamente peggiorato. Visto che lo spazio in Fiera è comunque a disposizione dei medici di famiglia che lo utilizzano per l’antinfluenzale ai loro mutuati, non si capisce perché non fare lì anche le terze dosi. In ospedale c’è anche una scala da fare, chi è in carrozzina può utilizzare il servoscala e molti anziani faticano comunque, mi chiedo cosa succederà se arriveranno neve e ghiaccio”. Preoccupazioni e considerazioni molto condivise, così come una percezione di ulteriore insicurezza, acuita dai contagi in crescita, e l’auspicio che l’hub torni al più presto in Fiera, con un’organizzazione garantita dalla generosità e dall’efficienza della Protezione Civile e delle associazioni di volontariato. E.G.
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