ABBIATEGRASSO – Venerdì 13 dicembre all’istituto IIS Alessandrini si è svolto un incontro dedicato alla memoria e alla legalità.
Ospiti dell’evento, organizzato dai ragazzi dell’istituto e dall’Associazione Orizzonti, il procuratore antiterrorismo di Milano Alberto Nobili e il giurista, accademico e politico Marco Alessandrini, figlio del giudice Emilio Alessandrini, procuratore ucciso dal terrorismo ed a cui è intitolata la scuola.
Una mattinata ricca di spunti e speranza. La speranza arriva dall’impegno e l’attenzione dei ragazzi. Coinvolti nella conferenza: presentatori, moderatori e protagonisti con interventi sul tema e intermezzi musicali. Tema: “Gli anni di piombo” fino ai primi anni ’90 e le conseguenti ripercussioni. I due relatori si sono soffermati sul valore della memoria non solo come ricordo. “Queste occasioni – ha sottolineato Alessandrini – devono servire a rivivere quei momenti e mostrare a chi non c’era cosa quegli anni hanno rappresentato”. Nel suo intervento Marco Alessandrini ha raccontato quanto non sia facile per lui raccontare di suo padre, ricordare la lotta al terrorismo che intraprese e che glielo strappò a soli 36 anni. “Era poco più che un ragazzo. Credeva in quello che faceva e non si è fermato. Oggi io sto per compiere 49 anni, lo sento un po’ come un fratello minore. Racconto tutto questo come il Conte Ugolino di Dante, tra lacrime e parole, perché è fondamentale che voi sappiate cosa è stato”. Alessandrini ha poi riassunto gli omicidi di quegli anni e le grandi stragi ricordando in particolare quella di Piazza Fontana. “Ieri 12 dicembre l’Italia ha ricordato la tragedia di 50 anni fa in Piazza Fontana qui a Milano. Sono passati decenni ma molti misteri legati a quella strage sono ancora avvolti nell’ombra”. Ha concluso il suo intervento ricordando chi in quegli anni ha dato la vita per la lotta al terrorismo. Non solo suo padre, ucciso in un attentato il 29 gennaio 1979 mentre si recava a lavoro, ma tutte le altre vittime cadute nel corso di quegli anni, più di 400. “Tutto questo ci deve ricordare quanto sia importante evitare qualsiasi forma di violenza, anche verbale. Troppo spesso ci si dimentica o si ignora cosa è stato, giornate come queste ce lo devono ricordare. Rifiutate la violenza”.
Il procuratore Nobili ha evidenziato le mancanze dello Stato. La disattenzione, la sottovalutazione e financo la collusione di alcuni pezzi di Stato. “Nel processo per la strage di Piazza Fontana sono stati individuati i responsabili materiali, ma non i mandanti. Questo non per mancanze della magistratura, ma per depistaggi orditi anche da uomini di Stato, evidentemente deviati”. Ha proseguito spiegando l’importanza di non commettere nuovamente l’errore di sottovalutare le mafie (perché oggi silenziose) e di lasciare soli i funzionari delle istituzioni così come si fece per Falcone e Borsellino ma anche per Emilio Alessandrini. Non seguire chi vorrebbe far credere che i veri problemi italiani siano i rom e gli immigrati, ma concentrarsi su corruzione e criminalità organizzata. Il procuratore ha infine richiamato tutti a un atto di responsabilità: “Non c’è linea di confine tra chi deve impegnarsi per la giustizia e chi no. Ognuno può e deve fare il suo. Rispettando i suoi compiti, la libertà degli altri e facendo al meglio quello che sono chiamati a fare. La risposta all’illegalità è la cultura. Uscite, divertitevi, ma quando studiate date il massimo perché il futuro dipende da voi”. Una lezione colma di passione che ha catturato l’attenzione degli studenti. Siamo sicuri se la porteranno dentro per molto tempo. Complimenti all’associazione Orizzonti e all’Istituto Alessandrini per aver organizzato un incontro di tale valore, specialmente per i giovani studenti. Luca Cianflone
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