ABBIATEGRASSO – Una grande rivoluzione è partita il 1° gennaio 2019, data da cui è scattato l’obbligo della fatturazione elettronica per i titolari di partita IVA residenti in Italia. Si tratta dell’evoluzione della fattura in formato digitale, il mondo del cartaceo è stato soppiantato da un processo con cui si gestisce emissione, invio, tenuta e conservazione digitale delle fatture e, come ogni cambiamento, si dibatte tra i favorevoli e contrari. Anche i commercialisti abbiatensi si sono attrezzati e adoperati per accompagnare i clienti verso questa novità, il commercialista dott. Gianluca Marnati ci ha spiegato come è stata accolta la novità dai suoi clienti.
Come è stata recepita la novità? “E’ stata recepita malissimo! In realtà è una svolta epocale come la rivoluzione industriale, il passaggio dalla carta al digitale è paragonabile al 1973 quando è stata introdotta l’IVA in Italia, fu una rivoluzione epocale, questa è ancora più grossa. Il problema è che è stata gestita male: norme arrivate tardi, grande confusione, ancora oggi l’Agenzia delle Entrate non riesce a gestire la situazione, file sbagliati e il sistema che non riesce a ricevere la grande quantità di dati inviati. Le aziende piccole di tipo familiare, con chi non ha mai usato nemmeno un computer, si sono ritrovate improvvisamente costrette ad usarlo”.
E i costi che hanno dovuto affrontare i clienti per mettersi al passo con la novità? “Da un punto di vista di costi, sono relativamente modesti, ci sono molte soluzioni informatiche che hanno un costo basso, alcune addirittura gratuite, la stessa Agenzia delle Entrate offre servizi gratuiti, il problema è che è un servizio pubblico, quindi è lento, non funziona bene e non fa assistenza, le stesse software house faticano a rispondere a tutti i quesiti posti dai clienti. Nell’immediato ci sono effettivamente dei costi aggiuntivi e io ho fatto uno sforzo terribile, e in qualche caso ci sono riuscito, per convincere i clienti che non è un costo aggiuntivo ma un costo sostitutivo, ho fatto l’esempio della carta, del toner e del tempo risparmiati, qualcuno si è convinto, qualcuno no. A regime ci sarà una riduzione di costo con conseguente perdita di posti di lavoro, questo è inevitabile, nell’immediato c’è lavoro in più sia per il cliente che per lo studio professionale. Questo processo di automazione porterà ad una riduzione degli adempimenti e ci sarà una riduzione dei costi. Il famigerato spesometro non ci sarà più perché i dati già arrivano all’Agenzia, che non può richiederli due volte, lo step successivo sarà la compilazione automatica degli adempimenti. Ad esempio la dichiarazione IVA, ci sarà un momento successivamente in cui si compilerà da sola, quindi ecco che ci sarà una riduzione di costi per il consumatore finale, il cliente che prima pagava per la compilazione della dichiarazione Iva non avrà più quel costo”.
In quale modo il consulente può seguire ed aiutare il cliente: “Si cerca di proporre al cliente un sistema che possa dare la possibilità al commercialista di assistere il cliente, prenderlo per mano e seguirlo soprattutto quello piccolino. Molti commercialisti hanno consigliato un prodotto dello stesso produttore che fornisce loro da tanti anni il software, per un motivo molto semplice i file sono uguali per tutti e la possibilità di importare il file permette di limitare il tempo e l’errore (e consente al commercialista di aiutare e fare consulenza al cliente poco tecnologico n.d.r.). Bisogna cercare di vivere questo momento come diceva Darwin, la specie che sopravvivrà non sarà quella più forte, quella più ricca, non sarà quella più intelligente, ma sarà quella che ha saputo adattarsi meglio ai cambiamenti”. Simili le opinioni di tre impiegate in diversi settori e tipi di aziende di medio piccole dimensioni. Paola, Mariangela e Giusy, che si occupano anche della fatturazione nelle loro aziende, hanno già provveduto ad emettere fatture e ad inviarle all’Agenzia delle Entrate, in alcuni casi con esito positivo in pochi giorni e per altri sono ancora in attesa di una risposta da parte dell’ente, tutte e tre pensavano che l’impatto sarebbe stato peggiore, secondo Paola addirittura si può già parlare di un risparmio di tempo negli adempimenti. Non dello stesso avviso i piccoli artigiani che si sono visti costretti a passare dalla tradizionale fattura cartacea ad imparare ad utilizzare sia il computer che programmi quali Excel o Word per fare delle fatture che prima compilavano a mano. Come hanno fatto notare sia il dott. Marnati che altri commercialisti, sarebbe stato gradito un periodo di transizione in cui preparare i clienti più ostici ed effettuare delle prove, ma l’auspicato rinvio della scadenza non c’è stato, è stato invece concesso un periodo di sei mesi senza sanzioni per il ritardato invio, al fine di consentire ai titolari di partita IVA di abituarsi all’utilizzo della nuova procedura. Per i privati invece non cambia nulla, sono gli unici soggetti che hanno diritto di richiedere il cartaceo anche se ricevono comunque la fattura elettronica che va a finire nel loro cassetto del fisco online dell’Agenzia delle Entrate, ma volendo possono registrarsi, richiedere il pin ed entrare nella loro area riservata e vedere la fattura. Mentre tutti combattono con gli errori e i problemi che nascono al momento dell’invio della fattura elettronica e le software house e i commercialisti sono subissati dalle telefonate dei clienti, il lato positivo che si registrerà nell’immediato futuro sarà quello di fatture uguali per tutti e quindi più semplici da interpretare e capire, assenza di errori, in quanto la presenza di errori non premette l’invio telematico della fattura che quindi deve essere esatta all’origine. Il bilancio, per quella che potrà essere nel futuro una grossa opportunità, per ora è quello di una novità digerita male soprattutto dalle piccole partite IVA (che rappresentano la maggioranza numerica in Italia) che la vivono al momento come l’ennesima imposizione con aumento dei costi. Spetterà agli studi professionali aiutarli ad inserirsi in quella che, se sarà gestita bene, potrà diventare un’opportunità per far calare gli adempimenti fiscali a carico del contribuente. Cristina Brambilla
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