ABBIATEGRASSO – Una settimana in cui si è fatta memoria del servo di Dio mons. Luigi Giussani, è stato questo il valore della settimana che è andata dal 18 febbraio al 24 febbraio, settimana in cui vi è l’anniversario della sua salita al cielo, il 22 febbraio 2005. Quest’anno Comunione e Liberazione e gli Amici del Centro Culturale Shalom hanno voluto far memoria di don Giussani affrontando un tema a lui caro, quello della speranza, un tema quanto mai attuale, perché oggi in questa società liquida dove tutto diventa incerto e sfuggevole il cuore cerca un punto di consistenza, uno sguardo che accompagni nell’avventura affascinante della vita. La settimana dedicata a don Giussani ha aiutato tutti a scoprire ciò che il suo carisma ha insegnato, che non sono idee cristiane né valori religiosi a reggere nel tempo, ma un incontro in cui si scopre il fascino del vivere, un incontro che continua. E questo non è opera dell’uomo, perché che una cosa bella e vera continui non dipende dal fatto che lo si voglia o lo si programmi, dipende dal fatto che riaccade. Questa è la speranza, non che contrariamente a tutti quelli che sono negativi e pessimisti noi contrapponiamo un vago ottimismo, la speranza è il Mistero che riaccade ora, è Gesù che si rifà presente e rinnova la vita. Questa è stata la scoperta fatta in questa settimana, che la speranza non te la dai tu, uomo, la speranza te la dà Dio coinvolgendosi con te. Così sono apparse quanto mai vere le considerazioni che don Giussani faceva in un suo libro fondamentale “Si può vivere così?” laddove diceva: “come fa questo desiderio di attuazione del bene, che acquista fiducia nella certezza della grande Presenza, a diventare certezza che la grande Presenza risponderà? La speranza, come esigenza che si attui quello che il cuore desidera, non può essere certezza che nasca dallo stesso cuore, perché il cuore non sa, desidera ma non sa. Come può diventare certezza del cuore – e perciò speranza nel senso cristiano del termine –, certezza che si attui quello che il cuore umanamente desidera? La natura della dinamica della speranza è desiderio ma è un desiderio che non può essere sicuro di sé; come fa a diventare sicuro di sé? Perché me l’ha promesso. Il desiderio diventa sicuro di sé quando lo domanda, quando domanda, quando il desiderio del cuore diventa domanda. E la domanda si sostiene su una certezza nella risposta”. Ad aprire la settimana è stato lo scrittore e insegnante Franco Nembrini che domenica 18 febbraio ha affrontato il tema della speranza ripercorrendo la storia di Pinocchio. Una lettura avvincente quella di Nembrini che come faceva sempre don Giussani ha mostrato come nella genialità di Collodi vi è una apertura a capire l’uomo e così ognuno di noi è come Pinocchio che fugge dal padre per poi accorgersi che in quel rapporto poteva ritrovare se stesso, diventare finalmente da burattino uomo. È la speranza di oggi, incontrare uno sguardo in cui sentirsi amati, in cui trovare il senso e il fascino del vivere. Mercoledì 21 febbraio al Cinema al Corso vi è stata in collegamento audio e video la Scuola di Comunità con don Julian Carron, il quale ha chiaramente indicato che la verifica della propria speranza la si fa nel reale, davanti alle sfide del vivere. La settimana dedicata a don Giussani si è conclusa nel meraviglioso scenario dell’ex convento dell’Annunciata con un concerto esplosivo e trascinante, il concerto dell’Ensemble I CRescendo. E’ stato stupendo e commovente vedere questa quarantina di giovani musicisti guidati genialmente da Giovanni Grandi esibirsi con i loro strumenti a fiato, ognuno con il suo timbro, ma tutti insieme in un’armonia che cresceva ad ogni passaggio musicale. Così si è conclusa, la settimana dedicata a don Giussani, con la musica e a ragione, perché don Giussani ha sempre avuto attenzione verso ogni tipo di espressione musicale, intendendola come segno dell’eterno. E di questo abbiamo fatto esperienza in questa settimana, del Suo sguardo quanto mai presente, vigile e attento alla nostra vita. Gianni Mereghetti
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