ABBIATENSE – Sabato mattina festa grande a Rosate, la banda ha intonato l’Inno di Mameli durante il taglio del nastro all’ingresso di ampi spazi luminosi e accoglienti in via Manzoni, sede del nuovo Centro Socio Educativo. Una sala gremita per un evento speciale, speciale per tanti motivi, perché il centro accoglie ragazzi speciali, perché frutto della tenacia, della generosità di familiari, cittadini, del sindaco Daniele Del Ben. L’associazione Agiphs da 30 anni si occupa con amore dei ragazzi disabili, ora la collaborazione con Anffas è una garanzia per dare continuità e un futuro certo al centro. Del Ben oltre all’associazione ha elogiato e ringraziato i dipendenti comunali che hanno seguito il progetto, “un progetto – ha detto il sindaco – per tutto il territorio dell’abbiatense da questa parte del naviglio, un territorio molto vasto, con tante peculiarità e a volte poco considerato, vedi la chiusura di notte del Pronto Soccorso di Abbiategrasso che ancora non è stato riaperto. Questo CSE è uno dei pochi, vorremmo aggiungere anche spazi per il Dopo di Noi, un sogno a cui lavoriamo e che, con i tempi che la burocrazia ci concede, vogliamo realizzare”. Hanno parlato poi i maggiori rappresentanti dell’ass. Agiphs, i volontari che da 30 anni si occupano quotidianamente dei loro eterni ragazzi. L’associazione è stata fondata da genitori e familiari di persone con disabilità che non potevano contare su altri aiuti al di fuori della famiglia ma con la necessità di inclusione. Molti volontari ora hanno un’età intorno ai 70 anni e si sono posti il problema di assicurare una continuità, per questo, dopo aver vagliato possibilità e difficoltà, hanno chiesto all’Anffas di Abbiategrasso di subentrare con una convenzione nella gestione, affiancando ai volontari di sempre i loro operatori. Molti gli interventi e soprattutto i ringraziamenti. Un grande grazie per la fiducia accordata l’ha pronunciato il presidente Massimo Simeoni che poiché “Anffas – ha detto – ritiene ogni ragazzo disabile un nostro figlio, allarga ora i suoi orizzonti e si mette a disposizione del territorio”. Il direttore sociosanitario dell’Asst-ovest milanese Giancarlo Iannello oltre ad elogiare tutti i protagonisti ha invitato i rappresentanti di tutti i comuni a presentare “un Piano di Zona ampio” per poter accedere a maggiori finanziamenti. Sara Santagostino, vicepresidente dell’ATS di riferimento, ha sottolineato a sua volta l’importanza del fare insieme, che porta a vincere qualsiasi scommessa. Sono poi intervenuti alcuni consiglieri regionali, Fabio Altitonante (Fi), dopo essersi complimentato con i volontari Agiphs, ha riconfermato l’impegno per il P.S. di Abbiategrasso che, ha detto, “tra 60 giorni o fra 6 mesi comunque riaprirà”. Carlo Borghetti (Pd) ha assicurato il suo impegno perché la politica dia sempre più sostegno e risorse al territorio, per il socio sanitario. Paola Macchi (Mov5S) ritiene che “ancor prima della barriere architettoniche devono essere abbattute quelle culturali, occorre insegnare che siamo tutti diversi”. Il presidente dell’Assemblea dei sindaci, Marelli di Morimondo, ha citato un’indagine mondiale. Alla domanda: secondo lei le istituzioni fanno quello che dicono? I cinesi han risposto sì al 90% e mentre anche in altri Paesi le percentuali sono molto alte, in Italia solo il 16% perché tendiamo soprattutto a vedere quello che non va. Invece c’è molto da valorizzare, come il “miracolo di Rosate”. Ultimo a parlare, il più alto in grado poiché rappresenta il governo, l’on.Prina che ha sottolineato con forza come un sogno, se condiviso, diventa progetto e si realizza, ha detto: “La coesione sociale nasce dal basso, si costruisce con valori e idee. Il volontariato, le associazioni vanno aiutate perché fanno la coesione sociale e risolvono i problemi”. E’ seguito un nuovo gemellaggio, il terzo di Rosate dopo i 2 comuni di Germania e Polonia, quello con il comune di Pippilimerlo che ha sede al centro Anffas ‘Il melograno’ di Abbiategrasso, tra l’entusiamo degli ospiti e lo scambio di gagliardetti tra i due sindaci. Poi la grande festa è terminata con un ottimo risotto, preparato da altri volontari ancora, a dimostrare che condividere quello che sappiamo fare con chi ci sta intorno fa star bene tutti quanti. E.G.
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