ABBIATEGRASSO – Quel che è successo mercoledì scorso a un ragazzo appena uscito in bicicletta dall’Istituto Alessandrini in via Einaudi ha molto colpito, ha ulteriormente allarmato e fatto riflettere sull’emergenza educativa e su quanto sta accadendo in particolare tra i più giovani. Sono pochi quelli che ancora non sanno che un 15enne è stato aggredito da due coetanei che lo han fatto cadere dalla bicicletta per impadronirsi delle scarpe che indossava. Scarpe, c’è chi ipotizza, forse di una marca costosa e ambita, oggetto del desiderio e quindi di invidia da parte di chi forse non può permettersele ma che considera uno status symbol importante perché indicatore di una condizione sociale privilegiata, adeguato ad essere considerati agli occhi del proprio gruppo di riferimento. C’è chi pensa che i due responsabili, quasi subito individuati dai Carabinieri, allertati da una donna che ha assistito all’accaduto e grazie anche alla testimonianza di alcuni compagni del derubato, siano semplicemente dei “bulli” che volevano solo provare la loro “superiorità” a un compagno “normale”. Un episodio comunque inspiegabile e inaccettabile per molti adulti che notano un aumento esponenziale di atti violenti da parte di giovanissimi, la mancata presenza di genitori capaci di educare, di dire dei “no” ai figli che si sentono spesso invisibili, che provocano, alzano l’asticella di continuo, commettono reati per arrivare a capire fino a dove si possono spingere, cosa si può e cosa non si deve fare. I due ragazzi sono stati deferiti all’autorità giudiziaria che deciderà quale dev’essere la punizione che meritano. Altri compagni e la signora che hanno testimoniato non si sono “girati dall’altra parte” e hanno permesso di arrivare ai responsabili. Una responsabilità che va condivisa in parte con gli adulti che non educano, che sono indifferenti o addirittura modelli negativi. L’emergenza giovani ci riguarda tutti. E.G.
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