ABBIATEGRASSO – Ospite della Cooperativa Rinascita in occasione del 1° Maggio, Festa dei Lavoratori, Pierfrancesco Majorino, assessore alle Politiche Sociali per il Comune di Milano. Sono sedici anni che la Cooperativa Rinascita si occupa dei temi del lavoro in diversi modi: dell’occupazione della donna, dell’handicap, crisi aziendali del territorio. Il primo tema affrontato: “Milano è cambiata in questi anni dal mondo del lavoro all’immigrazione. Com’è la Milano dell’ultimo decennio?”. “C’è molto bisogno di rafforzare il legame tra le persone e chi fa politica, deve scommettere su questo valore. Proprio in una fase così complicata, relazionata al pluralismo culturale ed etnico e anche alle tecnologie, siamo sempre più soli. – esordisce Majorino – Non siamo in un’epoca di cambiamenti ma in un cambiamento d’epoca. Lo dimostrano le trasformazioni sull’organizzazione del lavoro, sul reddito, sulla famiglia: la sua funzione, la sua composizione. Ovviamente l’ondata dell’immigrazione cambia la nostra società che noi siamo d’accordo o no. Siamo dentro questa rivoluzione e dentro questo caos bisogna ripartire proprio dall’umanità delle persone. In questi anni Milano l’abbiamo interpretata come città-laboratorio con l’obbiettivo di promuovere ‘prima le persone’ (poi slogan) che tiene lontano il fattore discriminazione e si concentra soprattutto sui diritti sociali e civili”. Ideali molto facili da dire ma più difficili da mettere in pratica, ma sono scelte che Milano ha deciso di fare andando positivamente avanti come dimostra il Pil e la qualità della vita. “Milano, però, non è un’isola felice come ben sappiamo, però, rivendico che stiamo tentando di tenere sempre insieme questo binomio tra sviluppo e solidarietà. Non è certo un lavoro concluso o che ci soddisfa, è impossibile compiacere tutti, ma è vero che la politica deve andare verso questa direzione e le istituzioni devono fare ancora di più”. Secondo tema affrontato: questione immigrazione. “Fare i conti con la questione immigrazione non è semplice. Dal 2013 abbiamo dato un tetto a 128mila persone di cui 44mila siriani e 25mila ragazzi di passaggio per andare in Europa. In questi anni, però, diversamente da quanto si pensa, sono aumentati di 90mila unità i posti di lavoro e sono diminuiti del 12% i reati. A dimostrazione che non c’è stata ‘un’invasione’ ma, vi è stata e vi è ancora, necessità di intervenire sull’accoglienza e integrazione”. Non a caso Milano è già stata capace di dimostrare l’efficacia della collaborazione dopo il fatto di giugno 2016 quando la sospensione degli accordi di Schengen ha bloccato centinaia di migranti in Stazione Centrale. Un aumento degli immigrati causato da una drastica diminuzione delle partenze, più che dall’aumento degli arrivi. Ed è su questo che la politica del terrore marcia e prende consensi. Terzo tema: esiste una soluzione? “In Italia si è sottovalutata la possibilità di risolvere in modo unitario la questione integrazione e accoglienza. Il nuovo decreto Salvini, in questo senso, non aiuta, perché limita notevolmente i percorsi di accoglienza. Serve più progettualità riguardo i corsi di italiano, di integrazione culturale, educazione al rispetto delle regole, – continua l’assessore – dovremmo assumere un atteggiamento più costruttivo smettendo di cavalcare l’onda della paura ma avere progetti mirati alla persona e per fare questo serve collaborazione. Una collaborazione che può definirsi anche in termini europei. Gestire i flussi come continente unito, avvicinando l’Europa alle esperienze regionali. Intervenire sin dall’origine, dall’altra parte del Mediterraneo, impedendo alle mafie di sfruttare i soldi per le tratte, piuttosto imporre un viaggio sicuro e reinvestire il denaro nella gestione umanitaria”. Quello che propone Majorino sarà forse un pensiero utopico ma la vera differenza la fa chi ha il coraggio di fare queste scelte. Ilaria Scarcella
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