ABBIATEGRASSO – Un evento incredibilmente commovente ha avuto luogo sabato 27 gennaio presso l’oratorio San Giovanni Bosco. La preziosa occasione è stata quella di incontrare papà Giampietro Ghidini, che nel 2013 ha perso il figlio, allora sedicenne, Emanuele. Una lunga catarsi interna ha portato poi il padre a scrivere un libro dedicato al figlio e alla sua storia, intitolato “Lasciami Volare”, e poi a fondare l’associazione “Pesciolino Rosso”. Emanuele, la sera del 24 novembre, ad una festa a casa di amici ha assunto un acido, ma ben presto ha iniziato a stare male e gli amici lo hanno riportato a casa; prima di rientrare però ha fatto un giro con un amico, ma l’allucinogeno lo ha indotto a buttarsi nel fiume vicino a casa, lo stesso fiume che l’aveva visto crescere con le sue sorelle ed i genitori. “Sono solo un papà, stasera non ho la pretesa di insegnarvi nulla, voglio solo raccontare la storia di un uomo e dei suoi tanti errori e di un figlio che per un solo errore ha perso la vita – esordisce così papà Giampietro, davanti ad una folla interessata – Il mio obbiettivo non è però quello di raccontarvi una storia tragica ma, al contrario, di trasmettere la gioia di vivere!”. Un discorso coinvolgente, in cui Giampietro Ghidini, davanti a più di seicento presenti, ha ripercorso la sua vita, sottolineando che molto spesso ci si focalizza sui beni materiali, sempre alla ricerca di stabilità economica e famigliare, mentre correre sempre avanti ed indietro ruba tempo alle cose importanti della vita. “Era un periodo di crisi interiore a causa del lavoro, decisi dunque di andarmene di casa, non stavo quasi mai con i miei tre figli, mi ero programmato di tornare nel dicembre 2013, ma in quel tragico giorno del 24 novembre Emanuele aveva qualcosa di importante da dirmi, ricordo che gli risposi se potevamo parlarne il giorno dopo – racconta visibilmente commosso – Ma il giorno dopo ‘Ema’ non c’era più”. Un racconto che fa rabbrividire, vissuto sulla pelle di un padre che ha trovato la forza di andare avanti. “Nei giorni e mesi successivi, credevo di impazzire – conclude Giampietro – Ma poi Emanuele mi è apparso in sogno e mi ha dato l’energia necessaria per avviare questo progetto che tutti i giorni mi dà soddisfazione”. Giampietro con sua moglie, infatti, attraverso la Fondazione Pesciolino Rosso, aiuta tanti ragazzi a rischio a stare lontani dalla droga ed incentiva il dialogo tra genitori e figli; tantissime persone e famiglie hanno trovato la forza di andare avanti grazie alla storia condivisa da Giampietro. È poi intervenuta Carolina Bocca, una mamma che è invece riuscita a salvare suo figlio, Sebastiano, che a soli tredici anni era entrato nel mondo della droga. “Quando ho scoperto che ‘Seba’ spacciava e assumeva cannabis, mi sentivo persa, non sapevo cosa fare e ho deciso di affidarmi ad una comunità – racconta la donna – Per otto mesi non ho potuto vedere mio figlio, è stato un periodo di crisi profonda che mi ha portato a scrivere il libro ‘Soffia forte il vento nel cuore di mio figlio’. Oggi vedo i risultati di quel sacrificio quando mio figlio mi guarda orgoglioso e mi ringrazia per il coraggio che ho avuto nell’aiutarlo”. Un incontro senza dubbio catartico per tutti i presenti, che hanno seguito con attenzione e commozione queste due storie tragiche che spiegano l’importanza di reagire a qualsiasi ingiustizia e trovare un significato profondo a ciò che accade. Ilaria Scarcella
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