ABBIATEGRASSO – L’Eco della Città era in diretta, venerdì 4 maggio, dalla sede del Comitato che gestisce la quart’ultima tappa del Giro d’Italia 2018, la 18° tappa che partirà da Abbiategrasso giovedì 24 maggio, con noi in quello che è il cuore pulsante dell’evento che manderà Abbiategrasso in mondo visione , nei 198 Paesi che seguiranno il Giro, uno dei principali pilastri di questa nostra avventura, Andrea Ruboni. Siamo praticamente a casa sua, Andrea è figlio d’arte, il padre Marco a cui è dedicata ogni anno, dalla sua scomparsa, una gara di ciclismo, la sua grande passione, condivisa con i tanti amici del Velo Sport che ha cofondato nel 1948 e che compie quindi 70 anni. Una passione di famiglia, che Andrea porta avanti con altrettanta energia ed entusiasmo. Andrea Ruboni ora ci svela alcuni particolari inediti che spiegano il forte legame di Abbiategrasso con il ciclismo, un legame che risale nientemeno che al lontano 1894. “Proprio così, come avete detto, un legame che inizia in quegli anni e che dura fino ad oggi, in cui abbiamo avuto la sorpresa di essere sede di tappa del Giro d’Italia. Quest’anno è arrivata questa bellissima sorpresa, è un po’ la ciliegina sulla torta in un anno particolare. Per me personalmente perché ricorrono 20 anni dalla scomparsa di mio padre ed è l’anno in cui il VeloSport festeggia il 70° di fondazione, quindi due anniversari per me molto importanti. Per il Velo soprattutto perché una società sportiva che resiste per tutti questi anni è un record, voglio ringraziare tutti quanti dal ’48 ad oggi si sono susseguiti in questa società dando la possibilità a chi verrà domani e dopodomani di avere un prezioso gioiello da portare avanti e ad Abbiategrasso è bello anche constatare che il VeloSport è la seconda società per anzianità, la prima è l’Audace che ha 5 anni in più. Il calcio e il ciclismo in quegli anni erano le vere passioni”. Cos’è successo nel 1894? “Nel 1894 sono comparsi i primi giornali sportivi, personalmente è stata una gioia occuparmene quando ho preparato la tesi di laurea su questo, andando a scartabellare in varie biblioteche ho trovato i giornali dell’epoca che parlavano delle prime biciclette che venivano usate in modo furtivo, di notte, che venivano sanzionate dai vigili perché considerate molto pericolose, troppo veloci… Si facevano le gare per poi scappare, venivano raccontate varie avventure, c’era un sottobosco pazzesco e in quei vecchi giornali ‘Il ciclo’, ‘il biciclo’ che nascevano in quegli anni. Vi si trovavano anche cronache che riguardavano Abbiategrasso, le prime gare in piazza Castello, organizzate dall’Unione Velocipedistica abbiatense, un embrione di quelle prime società sportive come quelle della scherma, del canottaggio e del pugilato prima del calcio, lo sport iniziava ad aggregare un po’ le persone in quello che era il tempo libero”. Se non sbaglio si parlava anche di un personaggio leggendario come Buffalo Bill… nome che secondo la leggenda deriverebbe dal suo combattimento con un capo indiano a cui fece lo scalpo e gridò “ecco il primo scalpo per il generale Custer”. “Sì, l’americano Cody, che in America era conosciuto con questo pseudonimo che aveva fatto le prime imprese in America e veniva ingaggiato anche in Europa, in Francia e in Italia per fare gare al trotter a Milano dove si confrontava lui col cavallo e i primi atleti in bicicletta. Un personaggio poi in declino che finì col far parte dei primi circhi. In Italia comunque veniva per fare queste gare con biciclette, un po’ clandestine, ai limiti della legalità…” Grazie mille ad Andrea che abbiamo lasciato impegnatissimo nell’organizzazione della tappa, dando appuntamento ai tanti che ci leggono e seguono sul web per altri aneddoti e curiosità sul giro d’Italia sempre più vicino. E.G.
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