ABBIATEGRASSO – Franco Mauroner, incaricato da mons. Binda di sistemare l’archivio storico della Parrocchia di Santa Maria Nuova, ha ritrovato un manoscritto che si intitola “Raccolta di varie notizie spettanti alla Prepositura d’Abbiategrasso dall’anno 1743 in avanti”.
“E’ un manoscritto – così lo descrive Mauroner – rilegato in un volumetto di 52 pagine più un’ode intitolata ‘La violetta simbolo di umiltà di Maria’, composta, penso sempre dall’autore, riporta un indice generale all’inizio e termina con la morte dell’autore, Monsignor Bernasconi ma il libretto è corredato di due annotazioni aggiunte da Monsignor Giuseppe Maria Bozzi, parroco dal 1802. L’estensore è Monsignor Giovanni Angelo Bernasconi (il cui ritratto che pubblichiamo è ora in restauro nel laboratorio di San Bernardino) scrivendo in terza persona inizia con: ‘Motivi di scrivere le seguenti notizie. Le diverse mutazioni seguite intorno alle case, e fondi della Prepositura di Abbiategrasso, e le molte novità occorse nel detto beneficio per la pubblicazione del nuovo censo, come pure le cose sia introdotte o mutate a tempi suoi hanno fatto credere al Prevosto Gio Angelo Bernascone Visconti di trovarsi in una precisa necessità di lasciare scritto qualche memoria, non meno per notizia a successori, che per propria giustificazione….. La raccolta poi di nuove altre notizie si è stimata necessaria per unire quelle cognizioni, che o dimenticate per molti anni, o disperse in pochi fogli, difficilmente si trovano pronte alle occorrenze, chi le ha scritte si è persuaso di fare cosa opportuna a successori, li quali vengono pregati di emendare o correggere cose col salto del tempo ne vanno a scoprire qualche equivoco od abbaglio’ . Prosegue descrivendo lo stato della casa Prepositurale: ‘assai rustica e molto mal comoda. La casa della prepositura non ha altra servitù che una piccola finestra a piano di terra infondo al muro di cinta, la quale finestra a ponente serve a dar lume alla cantina della casa del Capitolo’. Interessante è anche la storia dei Parroci delle Chiesa di Santa Maria Nuova che inizia nel 1578 ‘nell’anno 1578 a due d’aprile S.Carlo fondò la Collegiata e nominò per primo Preposto il Prete Gio Paolo Bellino, oblato, uomo diligentissimo che portatosi a Roma ottenne dal pontefice Gregorio XIII° la traslazione de beni della Mensa Canonicale di Cesano Boscone a quella di Abbiategrasso….’ Anche il secondo parroco fece ‘carriera’: ‘Successe nel 1603 il Sacerdote Paolo Gerolamo Vigone, nobile milanese, il quale tenne questa Prepositura inverosimilmente sino all’anno 1622, in cui stimò di rinunciare questo beneficio con la pensione di L.300, e passò ad essere Canonico nella insigne Basilica Collegiata di S.Ambrogio di Milano’. Altri capitoli sono dedicati alle liti tra il Prevosto di Abbiategrasso e li signori deputati del luogo Pio della Misericordia di detto borgo. Oltre alle ‘novità seguite contro la Chiesa e gli Ecclesiastici di Abbiategrasso nella pubblicazione del Censimento, che sarà sempre di dolorosa memoria per la Chiesa e per gli ecclesiastici ebbe il suo principio nell’anno 1760’. Si passa poi alle provvidenze per il mantenimento del Predicatore nella Quaresima , per il suono dell’organo nella Chiesa Collegiata, e come organizzare la Messa in Aurora per favorirne la partecipazione del popolo, seguita dai contrasti con la Confraternita di San Bernardino , fino alla perfetta descrizione della visita ad Abbiategrasso ed alla sua pieve fatta ‘dall’illustrissimo signor Cardinale Arcivescovo Giuseppe Pozzobonelli nell’aprile dell’anno 1756’, e come era consuetudine dei parroci d’Abbiategrasso di intervenire ai funerali solenni nelle Chiese di S.Pietro e Castelletto. Un capitolo interessante è dedicato all’obbligo introdotto di alloggiare i militari austriaci nella casa della Prepositura. Il libretto termina raccontando dell’intervento fatto dal Parroco a favore di un soldato austriaco fuggito e rifugiatosi in Chiesa. Ricordando il decreto del Papa Benedetto XIV° del 1757 che indicava quali luoghi fossero di rifugio ed asilo racconta che ‘nell’anno 1764 fuggì un soldato ussaro che, credendo di andare a passare il Ticino, invece si porto a passare il Naviglio. Dopo aver girato tutta la notte intorno alle campagne e risaie di Castelletto, finalmente alla mattina tutto inzuppato di acqua si accorse dello sbaglio fatto e si ricoverò nella Chiesa Parrocchiale di Castelletto. Furono subito messe le guardia alla Chiesa perché non fuggisse, anzi il Comandante Capitano Langh richiese che si consegnasse. Dal Preposto, a cui era ricorso il Parroco si prese tempo a ragguagliare l’eccellentissimo Arcivescovo dal di cui urgente fu inviato al Preposto il seguente riscontro: Molto Reverendo Signore come fratello questa mattina è stata da me comunicata all’Eccellenza il signor Maresciallo Lovbettone la qui acclusa norma dell’obbligazione da farsi dal signor Capitano riguardante la consegna del soldato disertore rifugiato nella Parrocchiale di Castelletto’.
Cosa ne sia stato del soldato – conclude Mauroner – non ci è dato sapere in quanto Monsignor Bernasconi non lo ha scritto ma considerando che la Chiesa, per decreto papale, era luogo di rifugio ed asilo c’è ben da sperare per lui”. E.G.
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