ABBIATEGRASSO – Dopo un anno, sollecitato da alcuni componenti, il sindaco dimissionario ha riconvocato la Consulta per l’ospedale. L’incontro si è tenuto in video-collegamento, presente anche la stampa e alcuni consiglieri comunali. Il sindaco ha predisposto l’ordine del giorno, al primo punto le nuove regole della Consulta perché torni a nominare al proprio interno il presidente, com’era sempre stato, poiché il sindaco si è dimesso. Nai ha semplicemente indicato l’iter: le modifiche al regolamento verranno portate in Commissione poi, non nel primo Consiglio dedicato al bilancio, ma al successivo, dove i vari gruppi indicheranno i loro rappresentanti. La Consulta sarà quindi operativa fra qualche mese. Nai dimissionario ha però informato che la sua volontà di partecipare è invariata, passando poi ad aggiornare sulla situazione Covid e vaccinazioni. Ha ricordato che dal picco del Covid a metà novembre, con quasi 500 casi, si è passati agli attuali 65 casi, un numero sotto la media. I numeri più alti corrispondono ai contagi nelle RSA, così come accaduto in tempi diversi in altri Comuni. Nai è tornato poi a parlare dell’Ospedale e della sua dichiarazione “Se non riapre il P.S. non mi ricandido”, ha affermato: “Sono molto determinato a riportare le funzioni che sono state tolte al nostro ospedale. Dei 3 reparti post Covid, 2 sono chiusi, il terzo di 23 posti conta 18 pazienti. A questi se ne aggiungono 30 in medicina e 20 in riabilitazione, in tutto ca. 70 quando i posti letto sono più di 170, numeri che dicono quanto poco è utilizzato, senza i Covid i ricoverati sono solo 50… Ora è il momento giusto, il Covid ha cambiato l’orientamento anche in Lombardia, si è resa necessaria ovunque un’attenzione più territoriale, invece di accentrare. La politica va mossa, non strumentalizzata, in questi mesi sto cercando di mettere al centro l’ospedale di Abbiategrasso, i cittadini pretendono l’ospedale perché altrimenti non hanno risposte alle loro esigenze. Sono molto fiducioso, mi attendo riscontri e di poter parlare a tu per tu con l’ass. Moratti, in Regione ho avuto diversi colloqui e contatti. Al Cantù bisogna far tornare la chirurgia, l’ortopedia, 3-4 letti di rianimazione e riaprire il P.S. di notte. L’impegno c’è e la sensazione molto forte che mi deriva dai politici con cui mi sono confrontato, a livello tecnico credo che il d.g. Odinolfi sia pronto a proporre una soluzione favorevole”. Poi al sindaco sono state sottoposte domande e considerazioni dai partecipanti. Marroccoli gli ha chiesto cos’ha scritto all’ass. Moratti e con chi ha parlato in Regione. Nai ha risposto di essersi complimentato per il suo nuovo incarico e di averle chiesto un incontro a proposito del Cantù, di aver preso anche contatti con diversi esponenti dei partiti di maggioranza. Nai ha anche detto, notizia inedita, di aver accennato del nostro ospedale anche con il presidente Berlusconi durante un video incontro con altri sindaci di FI in occasione dello scambio degli auguri natalizi. Insomma un percorso e contatti che fanno ben sperare in una riorganizzazione di cui, ahimè, dobbiamo paradossalmente ringraziare il Covid. Il rappresentante dell’ass. Ama dei medici di base dell’abbiatense e magentino, dr. Montecchio, si è complimentato con Nai per come si è mosso: “Per quanto riguarda l’ospedale – ha detto – da ca. un anno è cambiato il mondo, se prima ci sono stati tagli alla sanità pubblica, ora si è capito che è importante. Abbiamo utilizzato il Cantù per i pazienti post Covid che non potevano essere curati a domicilio e per i tamponi, noi medici possiamo anche inviare i positivi a fare esami senza intasare P.S. e reparti. E’ stato importante che la società civile abbia tenuto accesi i riflettori sull’ospedale, ora ci siamo resi conto della sua importanza”. Alessandra Gai ha chiesto a Nai: “Come mai solo da ca. un mese ritiene che i tempi siano diventati maturi per la riapertura del P.S., tempi che in realtà lo sono da sempre, ma c’era Gallera. Perché non si è battuto prima? Per il Cantù sono stati spesi molti soldi e doveva funzionare…” Nai ha risposto ribadendo: “Ho delle sensazioni, magari mi sbaglio e ci tolgono anche altro, ma se dico una cosa è quella”. Finiguerra ha rimarcato che “la Consulta non si riunisce da un anno, inammissibile nel periodo sanitario più difficile, Nai aveva detto che non era più interessato e si è dimesso… All’ass. Moratti non bisogna andare a chiedere quello che Gallera non ha concesso ma di applicare un atto già adottato e ignorato dal Consiglio Regionale che ha deciso riapertura P.S. e ripotenziamento del Cantù. Il nuovo assessore deve chiedere al d.g. Odinolfi di organizzare il ritorno dei servizi tolti, cominciando dall’anestesista”. De Angeli, seppur contenta che oggi tutti sembrano decisi a combattere per l’ospedale, si è rammaricata dell’assenza per un anno della Consulta, “ora che il percorso pare in discesa, si decide di lottare, ben venga, ma se non ci fosse stato il Comitato a segnalare il continuo depotenziamento… ben venga che il sindaco decida finalmente di reagire”. Serra ha invitato “alla coesione anche dei sindaci del territorio”. La sottoscritta Galeazzi, presente come stampa, vicepresidente del Movimento del Malato e membro del Comitato popolare, ha rimarcato l’importanza della presenza del rianimatore, fondamentale per i pazienti Covid che, come è già accaduto, si riacutizzano e necessitano della sua presenza salvavita, una presenza comunque indispensabile per garantire sicurezza per ogni eventuale emergenza. Assurdo anche che si debba, a un dramma come il Covid, il ripensamento della politica per comprendere l’importanza della medicina territoriale e quindi del Cantù per i 14 comuni di cui Abbiategrasso è capofila. Denari ha detto di ritenere che più che di opportunità occorra parlare di opportunismo da parte di Nai e che è facile fare la battaglia quando il vento è favorevole. Nai ha concluso l’incontro dicendo di aver colto il suggerimento di Finiguerra: ricordare all’ass. Moratti la delibera del Consiglio regionale. Riconvocherà presto la Consulta se ci saranno aggiornamenti. E.G.
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