Riceviamo e pubblichiamo ‘lo sfogo’ dell’amministratore unico di S2 che riassume l’annosa vicenda che attende il verdetto del Tar e aggiunge, nelle righe finali, la notizia di una scorrettezza che potrebbe invalidare la variante del PGT. Uno dei progettisti incaricati dall’amministrazione Arrara non avrebbe i requisiti richiesti dal bando.
La scellerata politica della giunta: la variante di PGT adottata il 14 dicembre ed i rischi per la città di Abbiategrasso.
Non mancano amministratori pubblici, sovente impreparati, che ritengono di possedere una sorta di immunità in grado di proteggerli da qualsiasi loro azione, giusta o sbagliata che sia, convinti che la politica oltre ad essere infallibile abbia una sorta di supremazia sul buon andamento della cosa pubblica e sulla giustizia. Vivono un illusione e sovente illudono i loro concittadini.
Noi comuni cittadini, invece, sappiamo bene che le conseguenze degli errori dei politici sono a nostro esclusivo carico ed il relativo conto viene da noi pagato; con gli interessi.
Eppure l’attuale amministrazione, in particolare l’assessore all’urbanistica e il sindaco, sembrano sentirsi immuni dall’errore o dal dubbio di averli commessi. Sono convinti che ogni loro scelta sia stata giusta a prescindere dalla circostanza che lo sia veramente, ma solo perché proveniente da loro.
Di conseguenza, dal momento del loro insediamento, incuranti delle regole che lo stesso Comune si era dato, delle leggi, delle procedure e, pure, del buon senso, hanno intrapreso, a discapito dei cittadini, una crociata non ‘per fare’ qualcosa ma ‘per andare contro qualcuno”.
Dal suo insediamento, il Sindaco, seguito dalla Giunta, dichiarò nel Consiglio comunale del 24 ottobre 2012 di voler : “fermare la possibilità di insediamento di nuove grandi strutture di vendita”, seppure puntualmente prevista dal P.G.T..
Ora è corretto, ancor prima che legittimo, che il Primo cittadino possa proferire affermazioni di questa fatta e che attraverso un uso distorto degli strumenti e dei poteri che la legge gli offre, persegua tale fine solo per non venire meno ad una mera e claudicante affermazione di principio?
Veniamo ai fatti.
La procedura di variante del PGT, volta a tale precipuo scopo, è stata avviata nel 2012, ma abbandonata in un sonno letargico di oltre 4 anni.
Nel frattempo, tra il 2012 ed il 2016 Essedue ha presentato tre specifiche domande di piano attuativo ai sensi di legge, e quindi in linea con il vigente PGT di Abbiategrasso che prevedeva espressamente l’insediamento della Grande Struttura di Vendita.
Tutte tali istanze sono state illegittimamente respinte dall’Amministrazione comunale, con “ragioni” del tutto pretestuose ed infondate, ma soprattutto in aperta violazione delle norme procedurali di legge.
Il vero intento dell’attuale Amministrazione comunale è sempre stato, ed è, quello di impedire a Essedue di vedersi approvato un progetto in linea con le previsioni del PGT vigente, senza che la variante venisse nel frattempo adottata.
Inutile dire che Essedue ha presentato tutte e tre le volte ricorso al TAR, ed ha, suo malgrado dovuto chiedere i danni prodotti da tale comportamento non alla città di Abbiategrasso ovvero ai suoi cittadini bensì agli amministratori e al dirigente che hanno la responsabilità di aver assunto conclusioni e decisioni preconcette in modo incurante della legge.
Nel caso gli stessi ricorsi fossero vinti ovviamente i danni si moltiplicherebbero.
Allorché il TAR ha fissato l’udienza di discussione dei ricorsi, la procedura di adozione di variante, latente da anni, ha subito un impulso prodigioso ed è stata adottata nel dicembre 2016 con previsioni che, ovviamente hanno penalizzato pesantemente l’area di Essedue, che si è vista trasformare circa il 50% della propria area edificabile in agricola privandola inoltre della possibilità di costruire un centro commerciale di 15.000 mq.
Viceversa sull’ex area Siltal è stata, a dismisura, aumentata la capacità edificatoria, a discapito appunto degli altri operatori del comparto, in particolare Essedue e BCS . Ciò in netto contrasto con la sbandierata volontà di tutelare il complesso dell’Annunciata.
Infatti mentre l’area di Essedue è ben più distante ed in posizione marginale rispetto a quella della ex-Siltal, la straripante capacità edificatoria di quest’ultima è destinata a compromettere, in fase di attuazione, il tutelato complesso.
Capacità edificatoria (mq. 53.906 di slp) che ben difficilmente potrà trovare allocazione in un’area avente una superficie di soli mq. 74.870 senza la costruzione di imponenti edifici di almeno 20 metri di altezza.
Inoltre nella spasmodica corsa contro il tempo da parte dell’amministrazione comunale, la variante in esame è stata adottata, in prossimità della scadenza del mandato elettorale, senza che neppure fosse acquisito il prescritto parere favorevole di regolarità contabile da parte del dirigente del settore finanziario.
Va ricordato che il parere di regolarità contabile espresso dal dirigente, secondo la giurisprudenza contabile prevalente, è un vero e proprio parere di legittimità del provvedimento poiché deve ‘valutare’ i riflessi finanziari, positivi o negativi, che si produrranno sull’ente.
Ebbene questo parere obbligatorio, a tutela dei consiglieri che votano, non c’era e non c’è!
Come è pensabile che in un Comune di oltre 32.000 abitanti, ove ogni giorno si devono fare sforzi immani per riuscire a pareggiare i conti, ove si sacrificano opere necessarie per la popolazione (leggasi ad esempio ristrutturazione della piscina) per mancanza di denaro, si possa approvare un piano urbanistico senza avere minimamente idea di quale sia l’impatto economico finanziario per il Comune stesso e quindi per le tasche dei cittadini? E’ possibile che l’amministrazione ed i dirigenti non si siano curati dell’impatto in termini di minori gettito (es IMU), dei minori oneri di costruzione ed urbanizzazione, dei minori servizi ed infrastrutture per la comunità?
Pensiamo sempre che il buon padre di famiglia prima di prendere una decisione dovrebbe sempre fare qualche conto per valutare quale sarà l’impatto di quella decisione sull’economia familiare: e se ad esempio la famiglia non se la può permettere, e se la legge non lo impone, il buon padre di famiglia quella decisione non la prende perché alla sua famiglia ci tiene. Questa buona regola non vale per tutti i politici, ma solo per quelli più saggi, capaci e lungimiranti!
Quindi egregio sindaco e gentili consiglieri che avete approvato la variante, senza sapere che effetti finanziari ed economici produrrà, pensate davvero di aver operato correttamente? Pensate davvero di aver salvaguardato il territorio e gli interessi (e le tasche) dei vostri concittadini (che anche per questo vi hanno eletto e vi pagano)?
Dico solo che il progetto di Essedue, avrebbe attratto investimenti per almeno 100 milioni di euro, portato nelle casse comunali oneri per svariati milioni o infrastrutture per i cittadini quali ad esempio, la nuova piscina.
Per contro la stessa IMU che Essedue versa annualmente si abbasserà presumibilmente di circa il 50%, quindi ad alcune decine di migliaia di euro.
Di certo l’impatto delle mancate entrate dei piani Essedue e BCS (senza contare i riflessi occupazionali per la città) e dei danni prodotti saranno assai pesanti: ma forse al Sindaco Arrara e all’assessore Brusati questo importa poco, consapevoli che non saranno loro a pagare il conto di questa loro scelta sbagliata e scellerata, bensì i loro concittadini.
Ma non basta. L’attuale amministrazione, in modo sconcertante ha affidato il progetto della variante del PGT ad un RTI (Raggruppamento Temporaneo Di Impresa) costituto da 3 Architetti solo due dei quali (a dispetto dei requisiti richiesti dal bando pubblico) in possesso di abilitazione professionale e iscrizione all’ordine professionale, mentre il terzo, risulta solo laureato.
Siamo di fronte ad una compagine amministrativa che non ha neppure controllato i titoli abilitativi dei professionisti ai quali ha affidato un incarico di particolare importanza quale è quello della redazione di una variante deputata a governare il territorio.
La gravità delle conseguenze dell’operato amministrativo non necessita di particolare commento la mancanza dei requisiti in capo al RTI rende invalido il piano urbanistico e con esso la deliberazione di adozione.
Vorrei far notare che questa informazione è stata tratta semplicemente esaminando i documenti in possesso al Comune e quindi non è una nostra opinione ma un fatto certo e accertabile. Ma la domanda è: chi ha il compito di controllare l’operato degli uffici. Risposta: gli amministratori. Perché non l’hanno fatto?
Chi ha fatto sì che il Consiglio Comunale abbia adottato una ‘pseudo’ variante di PGT’ redatta e sottoscritta anche da soggetto che non possiede tutti i requisiti professionali per farlo e attraverso una proposta di deliberazione priva dell’obbligatorio parere di regolarità contabile?
Oppure i consiglieri lo sapevano? La legge ammette l’ignoranza?
Questo fatto non solo è di una gravità inaudita in quanto espone chi ha votato a favore dell’adozione di quello che presumevano fosse un PGT (o che eventualmente ne voteranno anche l’approvazione) a doverne poi rendere conto ‘personalmente’ per tutti i danni prodotti dalla loro votazione, anche se inconsapevole.
Un vecchio adagio dice che “la giustizia arriva solo quando l’ingiustizia crede di avere prevalso”, magari sta avvicinandosi il momento in cui svanirà quell’ effimero senso d’immunità che avvolge certi politici presuntuosi e saranno chiamati da un giudice a render conto delle proprie azioni. Sempre che prima essi non scarichino, come abitudine, la completa responsabilità delle loro azioni su qualche dirigente o qualche ingenuo funzionario, sui quali avrebbero dovuto, in ogni caso, vigilare. (Nella foto l’area di cui si parla, in viale Giotto)
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