ABBIATEGRASSO – Tra le centinaia di migliaia di persone che sabato sono andate a Milano per vedere il Papa, c’erano anche decine di abbiatensi. I cresimandi, i gruppi di educatori degli oratori, tantissimi bambini con i propri genitori, bimbi anche piccolissimi, che hanno affrontato folle oceaniche per poter assistere ad un evento che mai dimenticheranno. Aver incontrato Papa Francesco, amatissimo per la sua semplicità, per l’incredibile capacità di riuscire a parlare al cuore delle persone, entrando in empatia anche solo con un gesto, un cenno, un saluto, un pollice alzato, un “ok” che in un attimo abbatte ogni “distanza”. “Si capisce a pelle che la gente lo ama. – ha commentato Antonio Varieschi, che era a San Siro sabato pomeriggio e ci ha fornito gli splendidi scatti che pubblichiamo – Papa Francesco ha indubbiamente una marcia in più!”. Il boato al suo ingresso sulla Papa mobile è stato enorme e interminabile, chi c’era racconta di aver vissuto un’emozione irripetibile, di aver sentito i brividi sulla schiena e di essersi commosso nel vedere e nell’ascoltare le parole del Santo Padre. La sensazione è stata quella di essere “avvolti” da un abbraccio che ridà speranza, in un periodo in cui spesso ci si sente smarriti e delusi. Papa Francesco, “Vigile delle anime”, così è stato chiamato, ha metaforicamente “alzato la paletta e indicato la giusta direzione”. La strada da percorrere per vivere “in amore” con sé stessi e con gli altri, ricordando che “le opere di misericordia fanno crescere la fede nel cuore” e che “non c’è festa senza solidarietà e non c’è solidarietà senza festa”. Ai catechisti, ma anche ad ogni genitore, ha consigliato “un’educazione basata sull’agire-sentire- fare. Educare all’armonia dei tre linguaggi al punto che i giovani, i ragazzi e le ragazze possano pensare quello che sentono e fanno, sentire quello che pensano e fanno, e fare quello che pensano e sentono”. Il Pontefice si è soffermato sul tema del bullismo, parlando ai cuori dei giovani presenti a San Siro, chiedendo loro di fare la promessa, per il sacramento della Santa Cresima, di non farsi beffa di qualcuno o qualcuna, di non prendere in giro i compagni a scuola, nel quartiere, in qualunque situazione: “Capito? Promettete questo, oggi?” Per due volte lo stadio Meazza si è riempito del “sì”, forte, dei ragazzi, più che mai commossi durante questo incontro- dialogo con il Papa. “Questo ‘sì’ lo avete detto al Papa. Ora, in silenzio, pensate che cosa brutta è questa e pensate se siete capaci di prometterlo a Gesù. Promettete a Gesù di fare mai questo bullying? Grazie. E che il Signore vi benedica”. Ai ragazzi ha dato uno splendido consiglio, quello di parlare con i nonni, proprio con la tenerezza e la saggezza di un nonno; ai genitori ha chiesto “Giocate con i vostri figli?”… E’ brutto vederli soli nei giorni di festa. E’ questa vita che ci toglie l’umanità. Giocate con i vostri figli!”. Pervasi da incontenibile gioia e speranza, i ragazzi hanno ringraziato il Papa “abbracciando” il suo incoraggiamento ad amare la vita in tutta la sua bellezza, ad accettare e accettarsi con le proprie fragilità e imperfezioni. Un’infinita e rassicurante sensazione di pace e sollievo, perché consapevoli di non essere soli. Perché qualcuno, qualcosa di più grande abbraccia noi e l’umanità intera. Una “promessa” che commuove e rincuora, perché Riconosciamo nel profondo che è Vera e autentica. (Foto di A. Varieschi). S.O.
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