ABBIATEGRASSO – Una settimana ricca di incontri elettorali, la presentazione del 7° candidato a sindaco, 7 come i re di Roma ma 7 in un sol colpo per la stessa poltrona. Non proprio un trono ma una poltrona neanche tanto comoda visti i tempi. La crisi che pare non dare tregua, le risorse diminuite, la perdita di molti servizi che gli abbiatensi vorrebbero recuperare, l’ospedale da difendere da scelte inaccettabili, la spada di Damocle di chi con l’approvazione della variante del PGT non ritenendo riconosciuti dei diritti acquisiti chiede risarcimenti, adeguamento strade, raddoppio ferrovia, piscina, mille problemi ritenuti urgenti da… decenni e che in periodo elettorale vengono ripetuti come mantra da tutte le forze politiche in campo. Certo i toni, le competenze, le responsabilità, le idee su come risolverli sono diversi. Si moltiplicano i gazebo e le richieste di firme a sostegno dell’una o l’altra lista. Venerdì e sabato i 5 Stelle hanno monopolizzato il castello dentro e fuori, fuori in cortile perché fuori nella piazza invece c’erano altri, come i ragazzi di Zyme. Sedi aperte per un susseguirsi di incontri a tema, in passaggio centrale per Granziero candidato Pd, in corso Matteotti bandiere del centrodestra e l’invito a firmare per Nai sindaco, così come in piazza Marconi sabato pomeriggio. In fila per un gelato alla coccinella, gusto Finiguerra in corso San Pietro con Gornati presisissimo ad autenticare firme che hanno già superato le 500. Instancabile Gornati e disponibile per tutti, in Rinascita domenica anche per la lista Florio, candidato di Rifondazione Comunista. E durante il peregrinare si colgono in continuazione commenti, domande, riflessioni, dubbi e naturalmente molti ‘speteguless’. E’ curioso che mentre scemano le ideologie e si incontrano sempre meno Pepponi e don Camilli, siano le motivazioni strettamente personali ad orientare le preferenze. C’è chi denigra una lista perché candida anche il vicino di casa che non si sopporta, chi dice di apprezzarne un’altra e ne canta le virtù, poi scopri che… c’è suo figlio. Chi tifa per chi gli ha dato un lavoro che teme di perdere e non perde occasione per screditare chi rischia di vincere al suo posto. Per non parlare dei social, dove lo ‘speteguless’ regna sovrano, una valvola di sfogo per scaricare risentimenti, per dire la propria idea ma innanzitutto per cercare di condizionare, di orientare il voto verso chi si ha nel cuore, tentativi a volte commoventi ma anche trasparenti. Utili comunque perché favoriscono un confronto e inducono a pensare, prima di…votare. E.G.
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