ABBIATEGRASSO – Il sindacato USB aveva invitato dalle 18 a un presidio giovedì 26 gennaio davanti l’ospedale Cantù. Alla spicciolata sono arrivati cittadini e rappresentati politici del territorio, degli organizzatori è arrivata per prima Marisa Romito dell’USB territoriale che, in attesa dei colleghi bloccati da un incidente stradale, ha iniziato ad arringare gli astanti: “Non è una veglia funebre ma quasi, perché il nostro ospedale sta morendo…”. Infermiera per 38 anni, ha denunciato l’arrendevolezza delle altre sigle sindacali che “non firmano un nuovo contratto dal 2009, accontentandosi di rimpolpare gli stipendi con gli incentivi per riposi saltati”. Critiche a chi non si è opposto alla chiusura del P.S., a chi ha permesso la perdita di posti letto dei nostri ospedali, a Legnano da 1.030 a 580 a favore delle cliniche private. Durante una pausa, un abbiatense ha apostrofato il sindaco Arrara chiedendogli conto di tutte le chiusure permesse durante il suo governo, “però avete aperto Equitalia, sindaco non si sta con le mani in tasca, si va a picchiare i pugni al Pirellone…” ne è seguito un botta e risposta col sindaco. Intanto erano finalmente giunti Riccardo Germani e alcuni altri organizzatori che hanno invitato a entrare in P.S. annunciando l’intenzione di “prolungare e assicurare il servizio durante la notte con gli altri colleghi infermieri in arrivo”. Una quarantina i presenti che lo hanno seguito con alcuni giornalisti e fotografi. Entrati in P.S. hanno subito chiarito alla collega del triage: “Non è un’occupazione né un’interruzione di pubblico servizio, al contrario siamo qui per dare una mano e assicurare il funzionamento 24 ore come di diritto”. Intanto alle 19.45 arrivava un’ambulanza, poco dopo alcune persone doloranti accompagnate da familiari. Tutti i presenti hanno potuto costatare che non è stato arrecato nessun intralcio alla loro presa in carico e al lavoro degli operatori, nel corridoio intanto si notava che nessun politico aveva varcato la soglia. “Han perso la strada?” chiedeva una signora e altri commentavano: “Non vengano a chiederci poi il voto”. Reazioni negative che hanno spinto ad uscire di nuovo sul piazzale dove erano rimasti i politici locali per capire le motivazioni e apprendere, come qualcuno ha ipotizzato, che temessero una querela perché avrebbe precluso loro la candidatura. Intanto si diffondeva la notizia che la dirigenza ospedaliera avesse chiesto ai Carabinieri di intervenire e sgomberare il P.S. L’arrivo del maggiore Bagarolo ha dato il via alla trattativa, gli infermieri USB hanno richiesto la presenza del direttore generale Lombardo ed è iniziata una lunga attesa, interrotta dall’arrivo del direttore del Cantù dott. Schieppati e del responsabile del P.S. dott. Dello Russo. Ma dai rappresentanti USB non sono stati ritenuti interlocutori validi in quanto solo il d.g ha voce in capitolo per le assunzioni e le altre loro richieste. Arrivata anche l’auto bloccata, sono state esposte bandiere, distribuiti volantini, annunciato di avere a disposizione sacchi a pelo per la notte nel P.S. dove nel frattempo rimaneva accessibile solo il corridoio e una sala d’aspetto, chiuse le altre porte. Tra gli over 60 rimasti la stanchezza cominciava a farsi sentire, qualcuno è tornato dopo cena e coraggiosamente si è detto disponibile a restare ad oltranza. Verso le 22.30 i Carabinieri, che hanno gestito la situazione con tatto e professionalità, hanno fatto capire che Lombardo non sarebbe mai arrivato. A questo punto Riccardo Germani ha anticipato che USB indirà uno sciopero generale regionale con manifestazione ad Abbiategrasso ed ha annunciato un’altra azione clamorosa, l’allestimento verso il 15 febbraio di un ospedale da campo come P.S. notturno nella piazza dell’ospedale con gazebi e camper, con personale medico e infermieristico adeguato. Azioni poco ortodosse, non esenti da criticità ma una cosa è certa: molto apprezzate dai cittadini che, seppure fatichino ad attivarsi personalmente, sono grati a chi fa di tutto per salvare l’ospedale. Enrica Galeazzi
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