ABBIATEGRASSO – C’è chi aiuta le persone fuggite dalla guerra e arrivate in città, chi invece percorre migliaia di chilometri per raggiungere una zona di confine o addirittura entrare in Ucraina, come i volontari della San Vincenzo, partiti il primo aprile con una delegazione di 200 persone appartenenti a 98 associazioni e organizzazioni per un’azione di pace. Una carovana di 66 mezzi provenienti da diverse zone d’Italia per portare beni di prima necessità per la popolazione sotto assedio. Meta finale, passando dalla Polonia, la città di Leopoli, dove hanno incontrato organizzazioni religiose e civili locali. “Ognuno di noi può fare qualcosa- affermano i volontari- non vogliamo restare spettatori e sentiamo l’obbligo di esporci in prima persona”. Hanno descritto 3 giorni di solidarietà attiva, hanno raccontato di aver attraversato la foresta prima di raggiungere Leopoli senza incontrare carri armati, solo check-point raramente presidiati, hanno contribuito a scaricare ca.30 t. di aiuti, hanno partecipato ad una marcia per la pace, silenziosa, con sciarpe bianche al collo. Hanno poi percorso 6 km.per raggiungere la palestra del seminario di Leopoli che li ha ospitati. E’ suonato un allarme aereo ma non è successo nulla. Raccontano che a Leopoli che conta 700.000 abitanti, ora con 200.000 sfollati in più, c’è carenza di cibo, di medicinali. Questi i problemi riscontrati, dicono in un vocale che “quello che fanno vedere i giornali è molta propaganda da tutte le parti. In Polonia la situazione è normale. Partiti da Leopoli avevamo 17 posti sui pullmini, ma 2 persone hanno cambiato idea e sono rimaste, un ragazzo di 22 anni che accompagnava 3 disabili non lo hanno fatto passare e probabilmente lo hanno mandato a combattere. Torniamo a casa con 3 famiglie, la prima composta dalla mamma e 2 figli di 8 e 12 anni, un’altra con figli di 27 e 13 anni, un’altra ancora con un ragazzo di 30 e una ragazza di 17. Con loro anche una 82enne e 3 disabili, tutti hanno trovato ospitalità presso amici vincenziani, a Castano, ad Ozzero, ad Abbiategrasso. “Questa testimonianza è stata inviata durante il viaggio di ritorno, dalla Cechia verso l’Austria per entrare poi in Italia da Tarvisio in Friuli. Una testimonianza preziosa che annuncia anche da parte di alcuni un viaggio a Kiev per vedere con i propri occhi quello che sta davvero succedendo, perché si ritiene che i giornali facciano soprattutto propaganda. Si afferma che la Cei si sta organizzando per fare arrivare anche il Papa a Kiev e si assicura che “noi non abbiamo visto la guerra, neanche un edificio bruciato…”. Ad Abbiategrasso l’Eco della città ha testimoniato con una diretta la solidarietà delle maestranze della storica azienda abbiatense di macchine agricole, la BCS di viale Mazzini. Da lì, lunedì pomeriggio, hanno caricato farmaci, alimenti a lunga conservazione, materiale vario per la prima infanzia su 2 mezzi della Protezione Civile di Corbetta che sta organizzando l’ennesimo viaggio. La raccolta, organizzata dai rappresentanti della RSU, a cui hanno contribuito anche i titolari dell’azienda, ha seguito le indicazioni del sindaco di Corbetta, Marco Ballarini, che era presente e che ha assicurato di tenere costantemente rapporti diretti con chi è in Ucraina, a cui ha già inviato molti bilici con gli aiuti richiesti. Una solidarietà diffusa che coinvolge tutta la città, che si mobilita per accogliere nel modo migliore possibile i bambini, le loro mamme, le persone di ogni età, cercando di alleviare la loro angoscia, di rispondere ai loro bisogni, di farle sentire al sicuro, di aiutarle a ritrovare la serenità e la speranza del ritorno della pace. E.G.
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