ABBIATEGRASSO – Mercoledì 20 marzo si è riunita la “Consulta sui temi dell’ospedale”. Il presidente della stessa, il sindaco Cesare Nai, ha confermato di aver preparato con Marco Marelli, presidente dei sindaci dell’abbiatense, le lettere di sollecito in Regione, al presidente Monti della Commissione Sanità che il 5 febbraio aveva dichiarato di voler inserire in calendario al più presto un’audizione sui problemi del Cantù, ma non lo ha ancora fatto nonostante la commissione si sia già riunita ormai ben 7 volte. Un altro sollecito è stato inoltrato al nuovo Direttore Generale, Fulvio Odinolfi che, aveva riferito lo stesso Nai dopo averlo incontrato con l’ass. Albetti, dichiarava disponibilità a partire dal 10 febbraio, ma ancora nessun incontro è stato fissato nonostante sia fondamentale far recepire le esigenze del territorio nel nuovo Poas, la programmazione in atto della gestione ospedaliera. Il sindaco ha riferito di aver cominciato a inviare ai presidenti delle associazioni cittadine la richiesta di raccogliere le adesioni dei propri associati alla manifestazione annunciata durante la mobilitazione in piazza Marconi dello scorso 16 dicembre, perché si vada in quanti più possibile a protestare davanti al Pirellone in occasione di un Consiglio Regionale. Per questa mobilitazione è stato proposto dapprima il 9 aprile, poi si è ipotizzato martedì 16 previa verifica. Nei giorni successivi si è però saputo che un Consiglio in quella data è previsto ma solo nell’eventualità che non siano stati esauriti tutti i punti del precedente. La data successiva è martedì 7 maggio, per ora un’ipotesi che attende di essere ufficializzata. Intanto la situazione non solo del P.S. ma dell’intero ospedale si fa sempre più preoccupante, un medico in servizio al Cantù, membro della Consulta, ha riferito di reparti che chiudono per giorni, di posti letto diminuiti anche per quelle definite “eccellenze” come il Piede Diabetico, dei 14 posti di riabilitazione per cui avevano promesso due medici mentre ce n’è uno solo, ecc. Tante le problematiche descritte, l’essere sotto organico comporta disagi anche per i medici che tra l’altro non hanno ancora potuto conferire con il Direttore Generale. Numerosi anche gli accenni ai disagi per gli utenti, un padre ha descritto l’esperienza appena vissuta al P.S. pediatrico di Magenta dove essendoci un solo letto a disposizione ha assistito a una bimba sottoposta a flebo e adagiata tra due sedie. Il quadro uscito è stato di grande inefficienza e disorganizzazione. E’ stata proposta la seguente riflessione sulle cause. “I dirigenti – ha affermato l’ass. Bandecchi in sostituzione del sindaco Marelli – sono nominati dal potere politico e, consentitemi questa metafora, sembrano maggiordomi che servono i piatti che i politici richiedono. I dati che portano non corrispondono affatto alla realtà. C’è un sistema che da alcuni anni non sempre garantisce i LEA, i livelli essenziali di assistenza previsti, in molte realtà mancano i medici di base, se ci si rivolge alle strutture per esami, si attendono anche anni, è chiaro che è una politica a favore del privato. Si vogliono chiudere diversi P.S. compreso il nostro che serve un vasto bacino di 15 comuni e intanto la Regione decide di spendere altri 350 milioni per l’ospedale unico Busto-Gallarate costruendolo a soli 6 km da quello di Legnano”. Riflessioni e dubbi finora inascoltati da chi ha il potere di decidere, per questo risulta sempre più importante che le istituzioni locali, sindaci, consiglieri con tanti, tantissimi cittadini si vada a Milano. In tanti, insieme, per richiamare e reclamare attenzione e soluzioni adeguate per la nostra salute, per chiedere agli 80 consiglieri e alla Giunta del governatore Fontana di riavere un vero ospedale e non quel cronicario a cui stanno riducendo il Cantù. E.G.
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