GAGGIANO – Sabato 26 novembre le psicologhe Chiara Crivelli e Linda Giovannini hanno tenuto una lezione sulla violenza di genere tra stereotipi e potere presso la Biblioteca di Gaggiano.
Le due relatrici lavorano per l’Associazione ConTatto Donna, nata nel 2013 a Vigevano per creare delle relazioni fra donne vittime di violenza, preparando loro dei percorsi di riabilitazione psicologica e sociale.
È intervenuta prima la dott.ssa Giovannini per spiegare che si fa ancora un po’ di confusione su cosa sia esattamente la violenza di genere. A venirci in aiuto è la definizione data dall’ONU nel 1993: “Ogni atto di violenza fondato sul genere che comporti o possa comportare per la donna danno o sofferenza fisica, psicologica o sessuale, includendo la minaccia di questi atti, coercizione o privazioni arbitrarie della libertà, che avvengano nel corso della vita pubblica o privata”.
“Gli stereotipi legati al genere sono frutto di disparità storiche, quindi il risultato di un certo retaggio culturale – ha affermato – Se utilizzati nella maniera sbagliata possono sfociare nella violenza”. Ma dove nascono esattamente questi schemi? “L’età infantile – ha proseguito – è il periodo ideale per inculcare queste visioni semplicistiche della realtà, che non sono altro che mere credenze”. Ci è stato mostrato un rapporto del 2020 di Save the Children, dal titolo “Con gli occhi delle bambine”. La ricerca è stata condotta nel 2017 su bambini e bambine tra i 5 e i 7 anni, ai quali sono state mostrate immagini di persone appartenenti ad ambo i sessi. Ciò che si è osservato è che gli stereotipi sono attivi già in età precoce. Tutti hanno reputato l’uomo decisamente più forte, con una maggiore tendenza a eccellere, mentre la donna no. Inoltre, secondo il quotidiano britannico The Guardian, oggi il 90% della popolazione nutre almeno un pregiudizio nei confronti delle donne in vari ambiti: sociale, politico, familiare, ecc.
“Proprio sullo stereotipo bisogna lavorare – ha continuato la dott.ssa Crivelli – La disparità di genere è una ripercussione sulle forme di disuguaglianza, che va pareggiata senza eliminare le diversità fra uomo e donna”. Sempre secondo il Guardian, siamo ancora lontani anche sul fronte della parità salariale; anzi, dal 1995 si è assistito a un arretramento. La discussione è poi passata dagli stereotipi al potere. In una società che vede l’uomo come figura dominante in ogni contesto e la donna come soggetto dedito all’assistenza e alla cura della famiglia, ecco che emerge il potere, una relazione gerarchica.
Specialmente nei casi di violenza in ambito coniugale, dove l’amore è assente. La dott.ssa Crivelli ha raccontato brevemente che un uomo in carcere subisce dei crolli pazzeschi, perché vive in una condizione in cui non ha più nulla sotto controllo. “Un altro problema – ha continuato – nasce dal fatto che la violenza maschile sembra non abbia bisogno di spiegazioni, in quanto indotta dalla società. Solo quando essa accetterà l’idea che l’atto violento non debba essere naturalizzato, allora anche le istituzioni faranno questo passo.
Quindi le tappe per uscire da determinate situazioni diventerebbero più agevoli”. Infine, ha chiuso il discorso citando i cosiddetti ‘omicidi di gelosia o passionali’: “Sono delle espressioni che indicano purtroppo una giustificazione vera e propria alla violenza, offuscata dallo stereotipo. Non solo. Si dà per scontato che dire di ‘sì’ a una proposta, significhi automaticamente consentire a un’altra richiesta”. A chiudere l’incontro è stata una diapositiva che indicava i dati del Viminale del 2022: al 20 novembre sono 104 le donne che sono state vittime di violenza. In calo i reati spia, ma crescono le violenze sessuali, toccando oltre il 90%. Per contro, sono aumentate le denunce. Se ci si dovesse imbattere in un caso di violenza di genere, contattare il numero unico delle emergenze 112 o il numero antiviolenza sulle donne 1522. Paolo Borrelli