GAGGIANO – Una settimana dopo i festeggiamenti per il suo ventesimo compleanno, l’associazione Il Rachinaldo ha dedicato il pomeriggio di venerdì 19 novembre alla commemorazione della figura di Celestina Pasquali Daccò, meglio nota come Cele Daccò, venuta a mancare un anno fa all’età di 102 anni.
Quest’ultima ha lasciato il segno a Gaggiano in qualità di benefattrice, grazie ai suoi numerosi gesti di solidarietà. Proprio nel nostro paese è nato suo marito Aldo. La scelta della sede dell’incontro è caduta sull’Asilo Calvi Carabelli, ma non è stata casuale. Infatti il primo Presidente dell’Istituto è stato suo suocero Agostino Daccò.
L’evento si è tenuto alla presenza del Presidente della Fondazione Daccò di Lugano, Fulvio Pelli, e dei Sindaci di Gaggiano e Rosate, Sergio Perfetti e Carlo Tarantola. Un video iniziale di Antonio Mele ci ha introdotti nell’incontro tramite foto e video che riassumevano la relazione tra i membri del Rachinaldo e la signora Daccò.
Tra questi, Paolo Migliavacca ha raccontano come ha conosciuto Cele: “Era il 2001, in un periodo in cui volevamo intestare a un gaggianese importante una delle vie del paese. Ci è capitato il nome di un certo Aldo Daccò. Nel mese di gennaio a Lugano conoscemmo la moglie, vedova dal 1975.
Non ci mettemmo tanto a creare una grande intesa, che sarebbe poi sfociata in un’amicizia duratura. Da questa collaborazione è nato un libro sui Daccò e i loro avi, che hanno prodotto a Gaggiano un sindaco e un assessore”. Maurizia Bruno, ex insegnante e attualmente attiva nell’associazione, ha elencato invece alcuni degli atti di generosità che hanno contraddistinto la persona di Cele Daccò: “Molti gaggianesi sanno poco di lei e del segno che ha lasciato a Gaggiano, e non solo. Ricordo che si era offerta per estinguere un mutuo che una scuola non era in grado di pagare.
In Svizzera ha contribuito all’istituzione della Facoltà di Teologia presso l’USI (Università della Svizzera Italiana). Inoltre, lei e suo marito hanno erogato un’ingente donazione in favore di dell’Istituto Mario Negri, affinché costruisse un centro di ricerca per lo studio delle malattie rare, sito a Ranica (Bergamo), che porta il nome dei due coniugi.
Le borse di studio Cele Dacò
Arrivando a noi, a Gaggiano il nome di Cele Dacò è legato alle borse di studio a lei intestate, ciascuna del valore di 2.000 euro, che vengono erogate ogni anno a favore di cinque studenti gaggianesi usciti dalle scuole superiori con pieni voti. Col suo lascito è stato costruito nel 2007 l’attuale Polo Culturale Daccò, comprendente l’omonima piazza, la biblioteca e la palestra. In questo salone del Calvi Carabelli è affissa una targa con i nomi dei principali benefattori di questo asilo, ma andrebbe aggiunto anche il suo”.
Con Paolo Migliavacca abbiamo approfondito la storia della famiglia dei Daccò a Gaggiano dal 1823 al 1946. Venivano da Belgioioso (Pavia) e si dedicavano prettamente all’agricoltura. Ambrogio Daccò nel 1869 divenne Sindaco di Gaggiano, carica che ricoprì per dieci anni. Agostino Daccò, invece, fu un assessore della Giunta del sindaco Amilcare Brusati. È proprio lui che propose la costruzione dell’attuale municipio, ma anche l’asilo infantile e un caseificio industriale vicino alla stazione.
A Rosate risiedeva Guglielmo Daccò, prima di trasferirsi a Milano nel 1905. A proposito di costui, il Sindaco di Rosate, Carlo Tarantola, ha ricordato che esiste tuttora una via intestata a lui, al quale si deve pure la costruzione dell’asilo, prima rurale e poi comunale, e qui fu primo cittadino per due legislature. Avviandoci verso la conclusione, è intervenuto il Sindaco di Gaggiano, Sergio Perfetti: “Cele è stata una grandissima benefattrice, con la capacità di valutare le persone e i posti.
C’è davvero da ringraziarla per quello che ci ha lasciato. Aveva a cuore i giovani che si impegnano nello studio e nella ricerca per contribuire al miglioramento dello stato di salute civico. Ricordo la sua pacatezza e determinazione nel trasmettere il valore dei Daccò e ciò che hanno tramandato”.
Molto colpita dal racconto di Paolo Migliavacca e di Maurizia Bruno è stata Giovanna Gadia, coordinatrice dell’Asilo Calvi Carabelli, che, prima della fine, ha avuto modo di parlare del futuro della scuola: “Stiamo lavorando per trasformare l’Asilo in un Polo Culturale dell’Infanzia, dove alcuni momenti della giornata possano essere uguali per tutti i bambini, indipendentemente dalla classe e dall’età.
Ciò perché possano avere la possibilità di applicarsi ai loro interessi, naturalmente con il supporto degli insegnanti. Ci saranno anche degli incontri formativi per i genitori, in cui avranno modo di dedicare dei momenti per sé stessi mentre i figli sono impegnati in altro”.
L’evento si è chiuso con un piccolo buffet. Paolo Borrelli