ABBIATEGRASSO – Interessante l’argomento con relatori di alto livello, chiamati dall’associazione Zyme martedì 20 giugno a trattare in modo approfondito, con dati e aggiornamenti che riguardano nello specifico anche il territorio dell’abbiatense, per conoscere meglio la nostra agricoltura. Per primo è intervenuto Roberto Spigarolo, ricercatore presso il Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali dell’Università degli Studi di Milano, che ha parlato dei Sal ovvero i Sistemi Agroalimentari Locali. Un primo dato: noi Italiani acquistiamo dal mercato agricolo globale l’80 % del prodotti che consumiamo, utilizziamo solo il 20 % la produzione locale, nonostante i vantaggi di un sistema agroalimentare locale se sviluppato sono molteplici, sia in termini di occupazione che in termini di impatto ambientale. I Sal si propongono come sistemi alternativi che coinvolgono tutta la filiera: produzione agricola, trasformazione, commercio. Ora la produzione locale viene distribuita soprattutto dai Gruppi d’Acquisto Solidali e CSA ma anche la GDO, la Grande Distribuzione Organizzata, propone sempre più prodotti locali. Interessante la riflessione su quel 38% di pasti consumati fuori casa ossia in mense, ristoranti, ecc. che diventa un 50% se si aggiungono i ‘4 salti in padella’ e simili, ossia pasti pronti. Risulta che si acquistano più pasti pronti che ingredienti. La ristorazione pubblica in Lombardia è stimata in 218 milioni di pasti all’anno. Un altro dato degno di nota è che la ristorazione scolastica per almeno un milione di pasti al giorno, grazie alla partecipazione di genitori ed insegnanti nella scelta, propende per il biologico, importante sia per la salute che per sostenere il settore. Risulta però, che per lo più, i bambini non sanno che consumano biologico, occorre fornire loro maggiori informazioni per una corretta e sana alimentazione. Interessanti anche i dati sul consumo di energia o sullo spreco, risulta infatti che il 40% dei prodotti freschi viene buttato, mentre il prodotto locale è esente da lunghi trasporti e resiste più a lungo. Maurizio Betelli, direttore di Eurolavoro, ha invece proposto una lettura dei punti di forza e di criticità del territorio abbiatense-magentino. 27 comuni con oltre 200.000 abitanti e 14.000 imprese con ca. 50.000 addetti. Una situazione che potrebbe sembrare ferma invece è dinamica. Nel 2016 su 50.000 addetti c’è stato un forte ricambio in uscita ma anche in entrata, il mercato si autoregola. 14.900 persone dei 50.000 svolgono lavori in settori di alta conoscenza ma è Milano che attrae forza lavoro qualificata. Le aziende del territorio che utilizzano mano d’opera specializzata devono ‘importarla’, questo significa che occorre investire sulla formazione. Il settore farmaceutico e dell’elettronica sono quelli di maggior peso, mentre il settore dei servizi è al di sotto della media lombarda, la crisi ha provocato una forte contrazione. L’avv. Franco Casarano, dello Studio LS Lexjus Sinacta, specialista di Reti tra imprese, ha illustrato il contratto di rete, indicando opportunità e anche rischi per le piccole e medie imprese che decidono di unirsi per essere più competitive. “Se piccoli non si sopravvive – ha affermato Casarano – si è sempre più in difficoltà a reggere in un sistema che impone globalizzazione e internazionalizzazione. Nel 2009 è stato introdotto ‘il contratto di rete’ per le PMI che serve ad acquisire collettivamente capacità innovativa e competitività sul mercato. I settori merceologici che hanno costituito più reti sono il manifatturiero, l’agricoltura, il commercio, le costruzioni. Con il contratto di rete le imprese rimangono totalmente autonome, devono solo rispettare i meccanismi previsti dal contratto ma hanno molti vantaggi poter usufruire di maggior potere contrattuale negli acquisti, poter sviluppare ricerca e posizionarsi meglio sul mercato con canali di distribuzione comuni”. Unire le forze è meglio per tutti, occorre superare diffidenze personali e difficoltà burocratiche, come è emerso dagli interventi di addetti all’agricoltura del territorio, che questa sia però la strada da percorrere pare sia inconfutabile. E.G.