L'eco della città

Il “VoloDay” in memoria di Antonio Fasani

ABBIATEGRASSO – Sabato 4 novembre l’appuntamento era alle 20 presso villa Frisani Mereghetti a Corbetta per la cena annuale a cura dei volontari, per operatori e per le numerosissime persone vicine all’Hospice di Abbiategrasso, una presenza importante per il territorio dal 1995. Nato per far fronte all’emergenza Hiv, dalla cronicizzazione dei malati grazie ai nuovi farmaci, prosegue nella sua mission di accompagnamento di pazienti e familiari in momenti difficili, fino al fine vita. Un momento conviviale sabato scorso che ha riunito oltre 140 amici dell’Hospice, dal sindaco Nai presente con gli assessori Comelli e Poggi, sostenitori quali l’imprenditore Umberto Piva, Pier Strazzieri del Bar Castello, Lucio Fusaro imprenditore e presidente del Rotary Club Abbiategrasso, Carla Gorla, rappresentanti della Strada srl e dell’azienda Sguinzi spa, così come della palestra Big Gym con i rappresentanti delle tante associazioni che sostengono concretamente l’Hospice con iniziative annuali. Tra i presenti non poteva mancare la famiglia Fasani, nel corso della serata Paola Ornati del Teatro dei Navigli ha recitato un testo tratto da Marco Polo e ha letto una lettera in ricordo di Antonio Fasani che, con la sua famiglia, aveva dato una grossa mano, negli anni scorsi, a preparare la cena del VoloDay. Un momento commovente cui è seguito l’intervento del sindaco Nai che ha ricordato perché era nato l’Hospice e l’importanza che ha assunto sempre più questa struttura per la città e per il territorio. Il direttore Luca Moroni ha ragguagliato i presenti sulle attività dell’Hospice, sottolineando i cambiamenti in atto dovuti alle nuove regole di Regione Lombardia che riguardano gli Hospice a cui ha personalmente collaborato. Un Hospice in continua crescita quello di Abbiategrasso che, pur avendo raggiunto il numero considerevole di 34 operatori dipendenti, fatica a far fronte alle richieste soprattutto per quanto riguarda l’assistenza a domicilio e l’attività ambulatoriale, quest’ultima sostenuta completamente in proprio, in quanto Regione Lombardia pur riconoscendone il valore, non la sostiene economicamente. Ha ringraziato tutti i volontari e i sostenitori, in particolare la dott. Federica Azzetta, psicologa che dopo 13 anni ha portato la sua esperienza Hospice in un altro contesto e ha dato il benvenuto alla nuova psicologa dott. Vacchini che realizzerà il progetto sostenuto dalla famiglia Bertoja Scaiola. Una serata speciale per una struttura speciale con tante persone altrettanto speciali che condividono l’assicurare a tutti un fine vita sereno grazie a cure palliative e amorevoli. E.G.

 

 

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