GAGGIANO – Un’emozione partecipare mercoledì 29 marzo alla Via Crucis a Gaggiano dove oltre
tremila persone hanno “illuminato” con il loro passaggio le acque del Naviglio creando uno
spettacolo suggestivo con la Croce che si rifletteva nelle acque. Il percorso della Via Crucis della VI
Zona pastorale, dietro alla Croce di San Carlo e la reliquia del Santo Chiodo, prevedeva quattro
significative tappe con questo importante messaggio “Nella nuova parentela istituita da Cristo sulla
croce, che ci rende tutti fratelli e sorelle, prepararsi alla Pasqua significa scoprire una nuova
solidarietà e fraternità”. Dal Santuario di Sant’Invenzio, dedicato al vescovo di Pavia e risalente al 1573, è
partita la Via Crucis, dopo l’accoglienza dell’arcivescovo di Milano, il cardinale Angelo Scola, da
parte del vicario di zona padre Maurizio Elli, del responsabile della Comunità pastorale di
Gaggiano Maria Regina della Pace, don Piercarlo Fizzotti, del sindaco Sergio Perfetti e delle
autorità militari e civili della città, tra cui il comandante della Compagnia dei Carabinieri di
Abbiategrasso, maggiore Antonio Bagarolo. La processione si è snodata attraverso alcuni luoghi-
simbolo scelti per le quattro Stazioni. Per la prima il Ponte Vecchio sul Naviglio, poi piazza Daccò, all’interno
della Casa comunale, spazio di ritrovo per famiglie e giovani. Una tappa in piazza della Repubblica, nell’area
industriale, dove su 300 aziende, dopo la crisi, ne sono attive solo 70. Infine piazza Salvo D’Acquisto, presso la
chiesa dello Spirito Santo. La Croce è stata portata a turno dai sacerdoti, mentre i fedeli tenevano tra le mani le
fiaccole. Non è mancato nell’omelia dell’arcivescovo Scola un richiamo alle parole del Papa, in visita il sabato
precedente a Milano: “Il Santo Padre ci ha ricordato che siamo dei rassegnati e che la rassegnazione è il peggiore
dei mali, perché è sempre seguita dall’accidia, una noia sottile del vivere che ha bisogno di evasione, di
chiacchiere, di curiosità banale. Il Papa ci ha detto: ‘No alla rassegnazione, perché non bisogna sopravvivere, ma
vivere’. Per questo abbiamo portato la Croce per le strade di questa zona così importante e decisiva per la Chiesa
e per la società civile”… “Come ha detto il Papa ai ragazzi a San Siro: ‘Quando uno è solidale, è gioioso e
trasmette la gioia’. Ecco l’importanza di aver valorizzato i luoghi dell’incontro di questa zona, non per
un’egemonia, ma per testimoniare che bellezza, verità e bontà sgorgano dalla Santa Croce nella gloria splendente
della Risurrezione”. Un dono straordinario per chi ha vissuto questo prezioso momento di preparazione alla
Pasqua, una Pasqua di pace e solidarietà, e che ha fatto ritrovare nel cuore la bellezza autentica della Fede e con
essa la Speranza, come già l’incontro con Papa Francesco aveva riacceso. (Foto di A. Varieschi). S.O.