ABBIATEGRASSO – “Basta conoscere“ è il titolo dell’interessantissimo incontro tenutosi all’IIS Emilio Alessandrini venerdì 10 maggio, organizzato dall’Associazione “Orizzonti” di Vermezzo con Zelo. L’associazione, per l’impegno e il volere della sua presidente Gina Arielli, è ormai un’importante realtà del territorio, promotrice di incontri di grande valore sociale ed educativo, con relatori di assoluto livello e fama nazionale. L’incontro di venerdì lo ha confermato, presenti la Dottoressa Alessandra Dolci, Procuratore Aggiunto della DDA di Milano, il Dottor Stefano Ammendola della Direzione Distrettuale Antimafia, e il Sindaco di Pescara Marco Alessandrini, figlio di Emilio Alessandrini, magistrato assassinato e a cui è intitolata la scuola di Abbiategrasso. Davanti alle classi quarte e quinte, la Dirigente Scolastica, Dottoressa Aurora Annamaria Gnech, ha ringraziato i presenti, relatori e studenti, dichiarando di aver pensato quell’incontro espressamente per i giovani e per il percorso che presto li porterà ad affrontare problematiche ed esperienze. Il senso dell’incontro è racchiuso nel titolo, pensato in collaborazione con Ada Rattaro, “Basta Conoscere”, giocando sul doppio significato dell’espressione, basta conoscere, essere informati e preparati in qualcosa per esser pronti ad affrontarla e basta conoscere nel senso di “avere gli agganci giusti”, quindi trovare quelle scorciatoie che a volte potrebbero sembrare l’unica soluzione per far carriera o ad accedere ad un qualcosa… Gina Arielli ha spiegato i motivi che l’hanno spinta ad impegnarsi pedissequamente per la crescita della consapevolezza dei giovani: “Vengo da una famiglia molto semplice, mio padre decise che, in quanto donna, dovessi terminare gli studi molto presto; ho un grande rammarico per questa decisione, perché il sapere rende liberi! Liberi di capire e scegliere, per questo, con tutte le mie forze, mi batto per voi giovani, in modo che possiate conoscere, capire ed essere così liberi”. La Dott.ssa Dolci ha voluto raccontare ai giovani chi fosse Emilio Alessandrini, leggendo le parole del collega Piercamillo Davigo: “Conobbi Alessandrini nella seconda metà del 1978, ero un magistrato in tirocinio a Milano… Mi rimase in particolare impresso un turno in carcere, andammo e tornammo dal Palazzo di Giustizia di San Vittore in tram, chiacchierando per tutto il percorso. Fui colpito dal tono amabile dal sorriso aperto, dalla cordialità con l’ultimo arrivato da parte di un magistrato che a me sembrava anziano, pur avendo solo 36 anni e che era notissimo per essere il Pubblico Ministero della seconda istruttoria della Strage di Piazza Fontana. In concomitanza con le feste natalizie si recava al centralino del Palazzo di Giustizia di Milano a fare gli auguri ai centralinisti”. Emilio Alessandrini si occupò, come sottolinea Davigo, di indagini sia sul terrorismo di destra, sia su quello di sinistra… Venne ucciso il 29 gennaio del 1979 mentre portava il figlio Marco a scuola. Il delitto fu commesso da un commando di uomini in prima linea, il delitto fu rivendicato ed Emilio fu descritto come una figura centrale del comando capitalistico, capace di disarticolare il sistema e uno dei magistrati che maggiormente ha contribuito in questi anni a rendere efficiente la procura di Milano… Posso dire che noi magistrati della Procura di Milano, traiamo ogni giorno ispirazione dalle figure di Guido Galli ed Emilio Alessandrini”. Il procuratore Stefano Ammendola, scendendo tra i ragazzi, “disobbedendo” al rituale, invita i ragazzi a “disobbedire qualora questo rappresentasse un atto di umanità e giustizia”. Partendo da questo concetto ha raccontato un episodio accadutogli nella sua infanzia napoletana, quando un giorno, in macchina con sua madre, gli accadde di incrociare la macchina del boss della zona, i “picciotti” pretendevano che la madre si spostasse per far passare il corteo di camorra, ma la madre non lo fece, sfidando il boss a pochi metri, in una Napoli in piena guerra. Quell’episodio di disobbedienza, di coraggio, di resistenza all’illegalità “è quello che mi ha portato oggi qui a parlar con voi di mafia”. Ammendola ha raccontato episodi e momenti di ribellione nei confronti della mafia mostrando come questi atteggiamenti abbiano spesso portato ad omicidi, ma che una società sana, necessita di queste ribellioni, della conoscenza e del coraggio di lottare ogni giorno questo clima di omertà e accettazione: “Dovete rompere questi atteggiamenti, dovete sentire il clima mafioso come una varicella, come qualcosa di infettivo; è solo in questo momento, quando vi formate, che riuscirete a costruirvi gli anticorpi per questo. Ai miei colleghi dico sempre che non voglio sentire lamentele su quello che avrebbero potuto fare, dovete sempre dare tutto, non importa se vincerete o no, l’importante sarà stato aver provato a fare la differenza!”. Ultimo intervento quello di Marco Alessandrini, che ha sottolineato il concatenarsi di eventi che lo hanno portato ad accettare l’invito, il piacere e la responsabilità di essere in una scuola che portasse il nome del padre. Ha ricordato la Giornata Mondiale delle Vittime di Mafia e Terrorismo e l’onore di esser stato ricevuto qualche giorno prima dal Presidente Mattarella. Alessandrini ha ricordato come l’impegno del singolo sia determinante per una società sana, sottolineando l’impegno eccelso dei magistrati, ma ricordando ai giovani che l’individuo può molto e deve fare per rispettare e migliorare la società. Ha chiuso il suo intervento augurando buona fortuna agli studenti e ricordando di “non accettare scorciatoie, l’unica via è quella dello studio e dell’impegno, anche se più faticosa, vi darà più soddisfazioni”.
L’appuntamento si è concluso con un saluto del sindaco Cesare Nai e con le successive domande degli studenti. Un evento molto interessante e sicuramente formativo, difficile da raccontare in un solo articolo. Ci auguriamo che l’Associazione Orizzonti possa continuare ad apportare il suo prezioso contributo nella formazioni di giovani e non solo. Luca Cianflone