ABBIATEGRASSO – Nel quadriportico della basilica di Santa Maria Nuova il tipico pozzo di S. Rosa da Lima allestito all’ingresso e sotto le arcate il nostro tricolore seguito dalle bandiere di diversi Paesi del Sud America hanno accolto i fedeli abbiatensi e latino-americani accomunati dal culto della Patrona, il cui simulacro li attendeva in fondo alla navata destra della chiesa, dove alle 18.00 di sabato 3 settembre si è potuto assistere alla S. Messa per la tradizionale festa che da 18 anni si celebra nella nostra città. Una solenne cerimonia religiosa, concelebrata e animata da molti canti latino-americani e inni alla santa ritmati anche dal battito delle mani.
Dal pulpito le parole di accoglienza di mons. Innocente Binda: “Popolo di Dio, Chiesa delle Genti, saluto e ringrazio voi, il Console del popolo peruviano a Milano, il Sindaco Nai, l’Assessore Bertani, il Presidente della Pro Loco e tutti gli organizzatori che s’impegnano a tenere viva questa presenza per ricordare una Patrona che ci accomuna”.
Dopo la lettura del Vangelo in duplice lingua, l’omelia affidata a don Leandro Gurzoni che, prendendo spunto dal testo del profeta Isaia, ha voluto porre l’accento sul tema della conversione: “Nella conversione e nella calma, mentre siamo abituati a correre, a fare e disfare, sta la nostra salvezza. Non preoccuparti solo del bene che devi fare, preoccupati prima di stare bene. Se non stai bene, non puoi fare nessun bene. La conversione non avviene una volta per tutte, è tutti i giorni, in ogni istante. Si deve imparare pian piano che nella vita che si fa si decide di convergere verso un orizzonte ben preciso, che si chiama Gesù.
Quando noi ogni giorno siamo disposti a convertirci? Quando rimandiamo a domani o diciamo io non ci riesco? Se fosse stato così, S. Rosa non avrebbe cominciato a lasciarsi guidare dai Domenicani già nell’infanzia, ogni giorno ha deciso di convertirsi e indirizzare la sua esistenza verso il Signore.
Anche un grande vescovo, Toribio, ha influito nel suo percorso, un grande uomo ha fatto crescere sempre di più una grande donna, grandi entrambi perché si sono abbandonati alla fiducia in Dio, in tempi molto controversi. S. Rosa non è una santa d’altri tempi, lontana dai nostri. Il Perù dei suoi tempi non è molto diverso dal Perù di oggi, dall’Italia di oggi, dalla Spagna, dagli Stati Uniti, perché la Terra ha bisogno ancora una volta di essere riconvertita, l’uomo è tentato sempre e continuamente di andare da un’altra parte. Oggi facciamo memoria di una santa che ci invita a vivere secondo l’amore di Dio, con una prospettiva più aperta del solito”.
Don Leandro ha poi ricordato di essere rimasto colpito, al suo arrivo nella nostra città, dal fatto che S. Rosa da Lima fosse patrona anche di Abbiategrasso, oltre che del Perù, delle Filippine, dell’America Latina, poi don Innocente gli ha raccontato il legame con questa santa: “Una storia passata, di gente che partiva verso le Americhe, e per sentirsi vicini a chi andava da un’altra parte del mondo si è affidata la città a S. Rosa da Lima. Paradossalmente si verificò poi anche il contrario: chi dal Perù e dal Sud America arriva qui, sente parlare di S. Rosa da Lima e gli si apre il cuore e dice ‘casa’. S. Rosa può così diventare una figura che ci richiama alla casa di Dio. Chiediamo, dunque, al Signore che questa sera apra il nostro cuore a far sì che diventiamo sempre più capaci di guardare l’altro con amore e non con diffidenza, testimoniando così quel Gesù incontrato secoli fa da S. Rosa da Lima”.
Alla fine della S. Messa, la benedizione è stata invocata dal sacerdote anche su alcune immagini della santa distribuite ai fedeli, che hanno poi accompagnato la sua statua in una breve processione nel quadriportico, a significare una comunità in cammino con la santa. Rientrati in Basilica, si sono ascoltati brevi interventi di ringraziamento da parte delle autorità presenti e degli organizzatori, i quali si sono augurati che “questa unica grande comunità, già molto unita, continui a crescere ancora più unita”. M.B.