L'eco della città

Un insolito modo per parlare col mondo. Il prof. Piero Bianchi dalla fine degli anni 60’ coltiva la sua passione: è un radioamatore

ABBIATEGRASSO – Il prof. Piero Bianchi, insigne chirurgo che ha operato per molti anni all’ospedale Cantù di Abbiategrasso, ha una passione singolare: è un radioamatore. Se digitiamo radioamatore in Internet, troviamo la seguente definizione: “Il radioamatore  in gergo OM (acronimo dall’inglese Old Man) o ham è uno sperimentatore, senza finalità di lucro, del mezzo radio e delle radiocomunicazioni intese nella più ampia accezione del termine”. Chiediamo al prof. Bianchi com’è nato questo suo interesse, da quanto pratica questa attività, con chi è in contatto… “Tutto è cominciato a fine anni ’60 quando, con un gruppetto di amici abbiatensi tra cui il compianto Gianfranco Galè, abbiamo iniziato a interessarci di radio. Abbiamo utilizzato materiale di recupero di radio militari trovato nei campi ARAR (dell’aeronautica militare) e…abbiamo scoperto il fantastico mondo dei radioamatori e anche che bisognava superare un esame di radiotecnica e di ricezione/trasmissione in codice Morse”. Bisognava conseguire una “patente” quindi? “Esatto, nel 1964 ho dato l’esame e ottenuto la ‘patente’ e una licenza con nominativo, un codice attribuito dal Ministero, io sono I2ZIU, il prefisso I2 si riferisce alla nazione, ZIU è il suffisso che indica il mio nome. E’ cominciata così questa avventura che mi prendeva sempre più e che portavo avanti compatibilmente con il tempo che la mia professione mi permetteva. Da quando sono in pensione questo hobby si può dire ‘a tempo pieno’. Soprattutto dopo una malattia molto invalidante, questo interesse mi ha permesso di sentirmi vivo e motivato”.

Con chi è in contatto? “Con radioamatori di tutto il mondo, oggi con Internet dove tutto è possibile in tempo reale, il nostro nominativo se digitato sul sito dei radioamatori che è www.QRZ.com, subito dà nome, cognome e indirizzo. L’ho scoperto con grande sorpresa e divertimento quando ho contattato per la prima volta un radioamatore di Giakarta e l’indonesiano ha risposto salutandomi così: Hallo Pietro di Abbiategrasso!” Di che cosa parlate? “Soprattutto di questioni tecniche e meteorologia. Non si può parlare d’altro perché se il Ministero intercetta una conversazione non permessa sospende la licenza…” Non è limitante poter parlare solo del tempo? “Assolutamente no, infatti si può parlare di sé, della famiglia, delle vacanze, del proprio lavoro, non di politica”. Come e quando è utile il radioamatore? “Nel caso di calamità naturali, di catastrofi come durante l’ultimo terremoto del Nepal quando i radioamatori sono stati essenziali perché gli unici in grado di mantenere le comunicazioni”. Cos’è una stazione radioelettrica, che funzioni hanno bande, satelliti, stazioni d’ascolto? “Abbiamo bande di frequenza riservate ai radioamatori e possiamo utilizzare solo quelle. Non utilizziamo i satelliti, talvolta si possono usare collegamenti di rimbalzo dalla luna, su bande di frequenza molto elevata VHF e UHF”. Il codice Morse non è obsoleto? “Anzi, con il codice Morse a parità di potenza si arriva più lontano che con la fonia”. Le nuove tecnologie non hanno ridotto gli appassionati visto che in tempo reale si può raggiungere chiunque sul Web? “No, anzi, i radioamatori sono in aumento perché è una passione che quando ti conquista, non ti lascia più. Chi si avvicina a questo hobby, se ne innamora immediatamente”. Ci sono altri radioamatori in zona? “Qui ad Abbiategrasso c’è Angelo Selva, nominativo in codice IK2CKR che almeno un paio di volte l’anno partecipa a spedizioni in altri Paesi, per lo più africani, dove non ci sono ancora radioamatori e avere la soddisfazione di attivare collegamenti con Paesi che ‘in aria’ non si sentono. Noi abbiatensi siamo soci della sezione di Magenta dell’Associazione nazionale ARI, ci riuniamo tutti i venerdì sera per scambiarci notizie e coltivare la nostra comune passione”. Enrica Galeazzi

 

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