ALBAIRATE – Il cortile della chiesa di San Giorgio si apre al pubblico, nella notte del 24 dicembre e fino al 6 gennaio dalle ore 9.30 fino alle 17.30, con un Villaggio di Natale che, grazie ai presepisti, ossia i volontari che si dedicano alla costruzione ed alla collettività con grande impegno e passione, quest’anno ha raggiunto dimensioni e fattezze mai viste precedentemente, lasciando così i cittadini a bocca aperta. Al Presepe vivente lavorano giovani volontari, muratori, giardinieri, artigiani, ma anche pensionati, come Lino Reinoldi, che ormai da 36 anni si dedica alla realizzazione del Presepe, anche chiamato Curta Vegia, che ogni anno muta nelle sue particolarità. Quest’anno, infatti, il Villaggio di Natale vede al suo interno la presenza di animali veri, come asini e pecore, posti all’interno di una stalla elaborata dotata di fieno e parti in legno, al cui lato è stato costruito il luogo adibito alla nascita di Gesù, che vede la presenza di statue colorate rappresentanti Maria e Giuseppe. Le statue che rappresentano altri soggetti, come i pastori, decorano poi luoghi come la Casa Cacio o il pollaio, mentre altre impalcature a più piani e decorate con fieno, luci e piccole scalinate donano al villaggio un’atmosfera idilliaca e bucolica. La realizzazione del Villaggio di Natale prevede che i presepisti inizino a procurarsi il materiale alla fine di ottobre, quindi durante il periodo non costruttivo, in cui si recano nelle segherie limitrofe. Grazie anche alle offerte donate dai cittadini albairatesi, presenza importante nella costruzione, i presepisti tentano di compensare il materiale mancante per la realizzazione del Presepe e di sostituire le parti danneggiate. Quest’ultimo può definirsi, quindi, un piccolo universo sostenibile e contro lo spreco, proprio perché per la realizzazione del Villaggio di Natale i costruttori limitrofi donano ai presepisti tegole o marmi vecchi, o ancora oggetti fondamentali per la decorazione dei luoghi. Il Presepe è però anche un luogo dove si celebrano, oltre al Natale, i valori del lavoro di squadra e dell’amicizia; i volontari, infatti, in questo anno difficile, hanno voluto dedicare ben due impalcature, se non tutto il Presepe, ad un amico presepista venuto a mancare nel 2020 a soli 51 anni, Claudio Corno. Il desiderio di questi era di erigere una nuova casa sopra il garage, quella che oggi prende il nome di Casa Cacio, ossia la casa a lui dedicata, ed un campanile composto da una vera campana, donata da un cittadino, da far suonare in occasione della nascita di Gesù. Il Presepe quest’anno diviene quindi metafora del ricordo di un amico sempre in prima linea per la realizzazione del Villaggio di Natale e anche della collaborazione da parte di tutto il paese, come anche del Sindaco Flavio Crivellin, che ha voluto contribuire nei lavori di costruzione, o del parroco Paolo Brambilla, il quale, con grande entusiasmo, dava l’accesso al cortile della chiesa ai presepisti. Irene Morini