ABBIATEGRASSO – E’ stata da poco rinnovata l’ordinanza del Sindaco n° 65, per quanto riguarda il divieto di balneazione esteso in particolare alle zone abbiatensi della Gabana, al Canale Villoresi e al Naviglio Grande, soprattutto nel tratto rivierasco del fiume Ticino e lungo il Naviglio di Bereguardo. Un divieto però che, come ogni anno, non viene rispettato dai cittadini, nonostante l’apposita segnaletica indichi il divieto assoluto e permanente di immersione nelle acque: soprattutto nei sabati e nelle domeniche numerose famiglie e molti giovani si recano alla Gabana sul Ticino per cercare refrigerio, ma sono molte le persone che violano la legge, non solo facendo il bagno ma anche accendendo i fuochi sulla riva del fiume. Illegale è anche la balneazione lungo il Naviglio di Bereguardo, in particolare nel tratto dietro l’Esselunga che collega Abbiategrasso a Morimondo, dove i ragazzi sono soliti tuffarsi dai ponti lungo l’alzaia. Il divieto è imposto per il pericolo fatale in cui si incorre tuffandosi nel fiume, a causa soprattutto delle forti correnti d’acqua e delle temperature poco adatte al corpo umano, sia per un adulto sia ovviamente per i bambini, che sono i soggetti più a rischio, come dimostrano gli incidenti degli scorsi anni. L’impedimento dell’immersione in acqua è dovuto a questioni di sicurezza anche per quanto riguarda la pulizia; infatti nelle ultime indagini compiute dall’ATS (Azienda Territoriale Sanitaria della Città Metropolitana di Milano) sono stati prelevati e analizzati alcuni campioni delle acque del fiume Ticino in località Gabana, con il risultato di “scarsa qualità delle acque” che non soddisfano i requisiti igienico-sanitari. Un altro argomento risalta in merito al rispetto ecologico delle zone prese in considerazione. A nulla è servita la Giornata del Verde Pulito, organizzata lo scorso 20 maggio con l’obbiettivo di sensibilizzare i cittadini al mantenimento del decoro urbano; infatti ancora oggi la zona della Gabana resta una delle “discariche” naturali della città, teatro delle azioni più irregolari da parte di cittadini abbiatensi e dei paesi limitrofi. “Purtroppo noi cittadini privati non possiamo farci nulla. – commenta un cittadino che preferisce rimanere anonimo – E’ il Comune che deve intervenire in primis aumentando il monitoraggio di queste zone e magari applicando severamente le sanzioni porterebbe ad un controllo più efficace”. Una città spaccata in due, Abbiategrasso, da una parte coloro che non si curano delle leggi, dall’altra chi chiede a gran voce l’incremento dei controlli per la tutela dell’ambiente e dei cittadini imprudenti. Prima che succedano altre tragedie, sarebbe meglio autotutelarsi e cercare di sfruttare con più civiltà le nostre riserve naturali. Ilaria Scarcella