ABBIATEGRASSO – Il Circolo ACLI di Abbiategrasso ha presentato lo scorso 10 maggio il risultato finale del progetto per l’aiuto alle comunità indigene del Senegal e del Burkina Faso, che ha previsto il ripristino di quattro pozzi e l’invio di attrezzature protettive. Un progetto importante ideato da Luca Bergo, rappresentante di ACLI, in collaborazione con il “Comitato Asti Pavia Senegal”: le due associazioni hanno aderito nel 2012 al progetto nazionale di Expo “Nutrire il pianeta” dal quale avranno un rimborso economico del 50% rispetto al denaro investito nella causa. Considerati il cambiamento climatico e l’imminente desertificazione, le popolazioni del Senegal soffrono la mancanza di acqua, dunque il Circolo ACLI, entrato in contatto con “l’Associazione Senegalese Abbiatense”, ha avviato il ripristino di pozzi nel villaggio di Kondokhou e con un investimento riduttivo di circa seimila euro ha garantito non solo acqua potabile ma anche la creazione di un sistema efficiente per l’irrigazione degli orti. Le donne del villaggio erano infatti costrette a trasportare grossi bidoni pieni d’acqua per potare le colture, ma grazie all’intervento di ripristino ora esiste una struttura decisamente più funzionale. “Pensare all’arretratezza e alle condizioni misere a cui sono costrette queste popolazioni fa rabbrividire, soprattutto considerando che i villaggi distano a sole quattro ore di aereo da noi” commenta Danilo Malaguti, collaboratore del Circolo. In Burkina Faso invece ACLI è intervenuta nel villaggio di Zong – Cissé, dove le donne, per avere un compenso economico, si occupano della tintura dei filati con i quali realizzano delle meravigliose pagne. La tintura però risulta essere molto corrosiva per la pelle, ACLI ha quindi inviato dei materiali, quali mascherine e guanti per la protezione, da utilizzare durante l’esercizio della filatura. Non è stato possibile sostituire il colorante corrosivo con quello naturale, poiché per la popolazione sarebbe stato più costoso e inoltre sarebbe stato necessario del personale che insegnasse alle donne ad utilizzarlo. “È importante aiutare queste popolazioni a casa loro, nel loro territorio, perché questo è un risparmio economico per l’Italia. Quando gli africani fuggono dai loro villaggi è per ottenere una vita migliore per se stessi e per il proprio villaggio, per questo dobbiamo tenere in considerazione che anche loro non vorrebbero lasciare la propria casa” conclude Bergo. Una storia importante carica di umanità, un’umanità che ultimamente non può essere data per scontata; un grande ringraziamento, dunque, al Circolo che si occupa di situazioni di disagio distruggendo le barriere del pregiudizio. Ilaria Scarcella