ABBIATENSE – Intraprendere tutti gli accertamenti necessari e adottare ogni idoneo provvedimento utile che garantisca al fiume Ticino il flusso d’acqua necessario che eviti, a causa della siccità di questi giorni, danni ambientali gravi e seri. È questa la richiesta dell’interrogazione che il vicepresidente del Consiglio regionale della Lombardia Fabrizio Cecchetti, della Lega Nord, ha presentato agli assessori regionali competenti in materia. Cecchetti, si spiega in una nota, evidenzia come “in questi giorni il livello delle acque del fiume Ticino, secondo fiume italiano per portata d’acqua e con il più alto tasso di biodiversità tanto da essere riconosciuto dall’Unesco come Patrimonio dell’umanità, sia pericolosamente basso comportando seri problemi sia per il sistema agricolo produttivo che interessa migliaia di aziende sia per l’ambiente e il suo ecosistema. Ho appreso dalla cronaca dei giornali, e dalle dichiarazioni del presidente del Parco del Ticino che questa situazione di criticità è iniziata nel 2014 da quando il Ministero dell’Ambiente ha annullato la sperimentazione che da anni manteneva più alto il livello estivo del Lago Maggiore, garantendo così la quantità d’acqua necessaria agli agricoltori e alle industrie, rispettando l’ambiente fluviale. Sappiamo che in questi giorni la Svizzera ha aperto le dighe ma ciò non risolve il problema, per questo – conclude Fabrizio Cecchetti – ho chiesto alla Regione di attivarsi presso il Ministero dell’Ambiente per rivedere la gestione del nostro patrimonio idrico e evitare a tutti i costi un evidente danno ambientale che oltretutto da situazione emergenziale rischia di diventare un danno strutturale”. Come sostengono Legambiente e il Coordinamento Salviamo il Ticino, “è necessario che la riserva idrica del Lago Maggiore, in caso di diminuzione della stessa come avvenuto quest’anno, venga gestita con parsimonia, razionalizzando le portate delle varie utenze ben prima che si raggiunga lo 0 idrometrico e potenziando l’efficienza dei depuratori in modo tale che restituiscano acque di buona qualità, compatibili con gli usi irrigui, consentendo di diminuire il prelievo dal fiume. Ai fini di una corretta gestione della riserva idrica del Lago Maggiore è necessario innalzare l’invaso dall’attuale altezza di 1,25 metri sullo zero idrometrico a 1,50 metri, il che consentirebbe nell’arco di tutta l’estate di garantire l’approvvigionamento delle utenze irrigue ed industriali, poste lungo il fiume e un’adeguata portata del corso d’acqua stesso lungo tutto il suo percorso”.