ABBIATEGRASSO – Gli italiani e gli abbiatensi non fanno eccezione, sono un popolo di viaggiatori. Li trovi ovunque, in qualsiasi stagione dell’anno. Anche se molti hanno disdetto in quest’ultimo periodo viaggi sia di lavoro che di piacere, nell’incertezza scatenata dalle notizie sul coronavirus, altri, me compresa, hanno deciso di non rinunciare a un viaggio prenotato da tempo e confermato dagli organizzatori. Il mio tour iniziato a Marrakech e continuato con tappe giornaliere in villaggi sempre più a sud nel deserto del Marocco, si è concluso domenica 8 marzo con qualche problema a rientrare. Negli alberghi così come nei riad, ho vissuto l’esperienza di sentirmi emarginata in quanto italiana, tedeschi e americani evitavano di salire in ascensore o di stare nelle vicinanze di persone italiane. In compenso, se gli italiani tenevano comportamenti più attenti, non così gli altri turisti, europei e non. La sera prima della partenza una persona del gruppo ha avuto la febbre, si è subito isolata e ha indossato mascherina e guanti, nonostante qualche linea di febbre che si è rivelata legata a un colpo d’aria, è riuscita a imbarcarsi. Saliti in aereo, pronti al decollo quando improvvisamente il comandante ha lasciato la cabina per leggere le disposizioni appena ricevute: “Aereo fermo per un’ora e 30 a causa di una riorganizzazione degli stalli dovuta a uno sciopero in Francia”. Il ritardo significava per me la perdita del treno che da Venezia mi avrebbe portata a Milano. Nella notte avevo ricevuto da Trenitalia l’avviso della cancellazione del Freccia rossa che avevo prenotato per il ritorno e la proposta , che ho subito accettato, di un posto su un treno precedente che ora, a causa del ritardo aereo avrei perso. Dal Marco Polo di Venezia poco prima delle 17 ho preso un taxi”. E’ la prima corsa che faccio, e sono qui dalle 8 del mattino- mi ha detto sconsolato il taxista- ho un mutuo che non riuscirò a pagare. Mia figlia è a Parigi per lavoro, è stata in quarantena quando è arrivata dall’Italia ma mi dice che lì procede tutto come sempre, non come qui dove solitamente c’è un traffico micidiale, ora come vede non c’è nessuno”. In stazione non è stato facile trovare un altro treno, finalmente un dirigente ha compreso quanto avevo spiegato ai suoi collaboratori e mi ha assegnato un posto su un Eurocity in partenza per Ginevra su cui mi sono affrettata a salire. A bordo poche persone tra cui un uomo visibilmente disturbato che o recitava preghiere in arabo o urlava e che per fortuna è sceso a Vicenza. Arrivata finalmente a Milano, il treno si è fermato per un quarto d’ora prima di entrare in stazione Centrale dove circolava l’esercito. Quando si viaggia, spesso si hanno dei contrattempi ma non così tanti come in presenza del Coronmavirus. Ma ancora più provati sono i viaggiatori che, una volta dichiarata zona rossa l’Italia intera, sono rimasti bloccati all’estero. E’ il caso dell’abbiatense S.A. che ha scritto all’Eco della città: “Sono a Tenerife da sabato 7 marzo e martedì abbiamo saputo della cancellazione di tutti i voli Easyjet per Milano. In molti ci siamo recati all’aeroporto per chiedere spiegazioni ma il desk assistenza clienti della compagnia era chiuso. Abbiamo capito che potevamo contare solo su noi stessi. Grazie alle indicazioni trovate sull’applicazione del telefono ho cambiato il mio volo con un altro nella stessa data per Parigi, unica opzione oltre a Berlino. Apprendo che oltre 300 persone qui a Tenerife hanno problemi con il rientro, altre da Lanzarote. L’ambasciata non ha fornito alcun supporto, ho inviato una mail, mi è tornata una risposta automatica che mi invitava a connettermi con il sito. Ci sentiamo abbandonati a noi stessi, sono senza parole, lascio il mio n. di telefono”. Contattata, venerdì mattina ha risposto di essere a Tenerife con il marito, in attesa di imbarcarsi l’indomani sul volo per Parigi. Ma l’indomani ha scoperto che il volo per Parigi era stato ritardato ‘overnight’, quindi tutto rimandato ancora e un sms il giorno dopo diceva finalmente ‘siamo a bordo ma da Parigi raggiungere Milano sembra molto difficoltoso, il n° della Farnesina è sempre occupato, molti sono nei guai e non sanno come rientrare’ . Oggi lunedì 16 marzo prima di andare in stampa prima un sms che diceva che il treno per l’Italia è stato soppresso e che “E’ un vero incubo” poi alle 16.50 un liberatorio “Finalmente in Italia ma mi preme informare che sono in contatto con altri connazionali che torneranno con volo Neos, pagato 300 euro a persona, insomma te la puoi cavare… pagando”. Un esempio delle difficoltà incontrate da chi si trova a dover raggiungere qualsiasi meta in questo momento . C’è anche chi invece è rimasto beatamente a Santo Domingo o ha comunque prolungato il soggiorno, in altre località amene e per ora non contagiate, felice di sentirsi “più libero e protetto” anche se dispiaciuto e preoccupato di come si sta vivendo ora in Italia. E.G.