L'eco della città

Testimonianze raccolte in coda al supermercato

ABBIATEGRASSO – Primo o poi la spesa la si deve fare, dopo aver accertato i tempi delle consegne a domicilio di alcuni supermercati e altre realtà che propongono ogni tipo di merce, consegne che se risultano disponibili solo dopo giorni può diventare indispensabile recarsi al supermarket più vicino a casa. Venerdì pomeriggio verso le 16 in  coda davanti al Carrefour antistante piazza Cavour, coda che arriva al semaforo, “intervisto”, a debita distanza attravverso la mascherina, le persone che mi precedono e seguono. Davanti a me un educatore che lavora anche in strutture con ragazzi disabili e che ora lavora da casa. Giovane ma non nativo digitale, dice che lo smart working ha dei vantaggi ma che l’uso della tecnologia, le videoconferenze lo mettono a volte in difficoltà. “Ci metto molto di più ora che facendo le cose direttamente di persona”. C’è invece chi rivela di lavorare molto di più ora da casa. “In ufficio qualche chiacchiera con i colleghi, le ore ‘fisse’ di lavoro fanno sì che quando arriva il momento di tornare a casa si stacca e si rimanda al giorno dopo senza concludere quanto si stava facendo. A casa invece anche se smetti di tanto in tanto e ti occupi d’altro, lavoro molto di più e porto a termine il lavoro iniziato, magari anche a tarda sera”. Mamme che sperimentano lo smart working dicono che dovendo condividere il computer con i figli, impegnati a loro volta con le lezioni di scuola online, le rallentano e costringono a sospendere spesso i lavori iniziati. In coda anche una baby sitter originaria del Kenia che ha perso il lavoro perché la mamma dei ragazzi che seguiva ora è a casa. Dice che “le giornate sono lunghe, speriamo che finisca presto tutto questo”. Il ragazzo di colore che regola gli ingressi, permessi a due persone per volta solo quando alttettante persone sono uscite, controlla anche che si mettano i guanti e si rispettino le distanze alla cassa dove le cassiere battono ininterrottamentei codici dei più svariati prodotti e testimoniano che “c’è ancora troppa gente in giro, soprattutto al mattino, ci sono carrelli pieni zeppi ma c’è anche chi viene ogni giorno per un solo acquisto. Così è più difficile che il virus se ne vada presto…” E.G.

 

 

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