ABBIATEGRASSO – Un Consiglio comunale con un solo punto all’ordine del giorno quello di mercoledì 12 dicembre: la mozione della minoranza che chiedeva la revoca di Tagliabue da Presidente del Consiglio, dopo il suo intervento nell’ultima seduta in cui invitava la cons. De Angeli a dimettersi. Primo a chiedere la parola Giuseppe Serra eletto in FI, ora Gruppo Misto, che ha esordito con una strenua difesa di Tagliabue. “Ognuno di noi è fallibile – ha detto – a volte si dicono parole fuori luogo…dobbiamo cercare di perdonare”. Ha poi aggiunto “Chiedo con una mozione che il gettone di questo Consiglio venga devoluto per il Parco Inclusivo e che Tagliabue dia un contributo come azione utile alla città”. La cons. Cameroni (Pd), vicepresidente del Consiglio che presiedeva al posto di Tagliabue che invece sedeva tra i consiglieri, ha chiesto di votare se discutere o meno la proposta di Serra dopo il punto all’ordine del giorno. Interpellata dal cons. Biglieri, il Segretario dott.ssa Ragosa ha dichiarato che spetta al Consiglio decidere se dare il gettone in beneficenza. Alcuni consiglieri si sono detti contrari poiché ritengono la beneficenza un atto privato. Altri hanno ricordato che nella Conferenza dei Capigruppo  cui ha partecipato anche il cons. Serra, era stato proposto di rinunciare al gettone di presenza per contribuire alle spese di trasporto dei cittadini per la manifestazione di protesta per il nostro ospedale,  in programma a Milano. Il sindaco Nai ha proposto a sua volta che il contributo ogni consigliere decida a chi destinarlo. Si è deciso di discutere la mozione in coda. Si è quindi entrati nel merito della richiesta di rimozione di Tagliabue. Granziero (Pd) ha ricordato che l’elezione di Tagliabue a Presidente del Consiglio è stata difficoltosa, sono occorse più votazioni, ha sottolineato che la mozione “intende contestare la mancanza di imparzialità, la mancanza di documentazione più volte sollecitata e per comportamenti reiterati, non sentendoci tutelati, abbiamo deciso di usare questo strumento”. De Angeli (M5S), a cui il Presidente Tagliabue aveva rivolto la frase che ha creato il caso, ha detto di voler distinguere tra ciò che è oggettivo e ciò che è soggettivo. “Oggettivo è che non è possibile dare un contributo valido se non si ha la documentazione in tempo. E’ oggettivo che le commissioni comunali vengono ‘ammucchiate’ ai Consigli. E’ oggettivo che un presidente non può inveire contro i consiglieri. E’ soggettiva l’interpretazione sul sessismo di cui non l’ho mai accusato, è soggettivoil modo di reagire della maggioranza. Grazie a Fabio Lovati che è intervenuto subito, se lo avesse fatto anche il sindaco non ci sarebbe stato l’eco mediatico che non ho cercato”. Valandro (Nai sindaco) ha detto invece di sostenere Taglabue “che ha un carattere impulsivo, ha sbagliato ma non accadrà più”. Pusterla (Abbiategrasso Merita) si è detto contrario alla mozione perché “stiamo giudicando, il voto è segreto, questa politica non mi piace… Parole dure dalla minoranza, siamo qui per decidere se chiedere scusa è sufficiente mentre siamo tutti chiamati a lavorare per il bene comune, non per essere d’accordo su tutto ma per generare un’amicizia civile”. Non così la cons. Baietta (Nai sindaco) che con poche ma chiare parole ha espresso il suo disagio dicendo:  “Provo  diversi sentimenti. Un orgoglio incomprensibile ha portato a scuse tardive, l’opinione politica quando è istituzionale dovrebbe sempre rifuggire dal personale. Concordo con chi ha dato solidarietà a De Angeli, le assenze stridono”.  Magnoni (Lega): “Riconfermo solidarietà e rammarico per quanto accaduto a De Angeli, si poteva evitare questo se il Presidente avesse chiesto scusa subito. Sono anche convinta che la mozione sia eccessiva, so che non succederà più”. Finiguerra (Cambiamo Abb.) ha rilevato “un imbarazzo palpabile di tutti, per la prima volta si chiede una revoca, respingo però la critica di mozione ‘eccessiva’, perché richiede una misura prevista dallo Statuto Comunale. Il Presidente del Consiglio ha un ruolo completamente diverso, lo Statuto prevede un quorum di 2/3, proprio perché deve tutelare tutti ed essere super partes. Credo si debba avere la possibilità di rivedere l’assegnazione di una carica. Il Presidente sale sullo scranno più alto, ha più potere rispetto ai consiglieri e deve essere imparziale”. Ceresa (FI) ha detto di essere imbarazzato a prendere un compenso per “un motivo tanto futile, tutti l’abbiamo percepito come uno sfogo personale, una frase sbagliata per cui sono giustificate le scuse. Siamo consapevoli che è tempo sprecato, tanto che ci sono 2 proposte di destinazione del gettone”. Lovati (lista Nai sindaco) invece ha bacchettato la sua maggioranza precisando che “non si tratta di un processo ma di un dibattito politico. Sono intervenuto subito dopo la frase di Tagliabue perché la cons. De Angeli meritava una risposta istituzionale, la forma è anche sostanza. Le nostre sollecitudini a portare scuse istituzionali non hanno avuto esito, la minoranza ha atteso 96 ore prima di presentare la mozione. Chiedo risposte alla mozione nel rispetto reciproco”. Subito dopo è intervenuto il sindaco che dopo aver ammesso che sia i tempi che tutto il lavoro deve migliorare, ha aggiunto che Tagliabue “ha giocato fuori dal proprio ruolo”, che le scuse sono dovute  “per un’affermazione che non può fare chi è arbitro di un’assemblea”. Lovati ha ribadito che “chi ha un ruolo istituzionale sa che si deve comportare diversamente che al bar, lasciar correre è dannoso”. Dopo De Angeli e Biglieri, Ceresa ha di nuovo invitato ad ammettere che “siamo venuti qui per niente”, sollecitando la risposta di Finiguerra, convinto invece “dell’utilità  di una seduta che si è rivelata di ‘autocoscienza’, dalle parole di Lovati emergono problemi che è bene si affrontino:  invita a mettere più attenzione alla macchina comunale, faccio notare che i numeri  nelle commissioni sono garantiti dall’opposizione… Serve  avere il senso delle istituzioni…” Dopo che il sindaco ha ringraziato tutti per “il confronto corretto” è giunto il momento della votazione, segreta. La maggioranza qualificata, come annunciato, era di 17 voti, dall’urna sono usciti  a sorpresa 9 voti a favore ovvero di tutta l’opposizione, 9 contrari alla rimozione di Tagliabue e 5 schede bianche. Tagliabue resta quindi Presidente del Consiglio ma 5 colleghi di maggioranza hanno lanciato un forte messaggio di dissenso. E.G.