ALBAIRATE – Secondo il sindaco di Albairate Giovanni Pioltini nella riunione romana dello scorso 27 luglio la procedura non è stata conforme e sarà attentamente valutata dagli uffici comunali. “Si sarebbero dovute presentare le integrazioni e gli elaborati a valle del parere del consiglio superiore LLPP espresso nell’adunanza dello scorso 27 gennaio – puntualizza Pioltini nella sua nota – e, invece, dopo la proiezione delle diapositive, alla Commissione e agli Enti presenti, è stato chiesto di esprimere un parere. Tutto questo senza aver potuto ricevere ed esaminare preventivamente la relativa documentazione e il parere della Commissione. Documentazione, tra l’altro, ad oggi non ancora in nostro possesso”. Tutte le richieste di modifica anche sostanziali e di adeguamento alla normativa sono state quasi totalmente disattese. Per queste ragioni, il Comune di Albairate, ha fatto richiesta di rinvio della votazione ad altra data. Il presidente della Commissione ha proposto lo stesso un parere finale positivo, con prescrizioni. Pertanto per Albairate non è cambiato molto rispetto al progetto presentato in Commissione lo scorso gennaio. Per Pioltini i sindaci del SI sono stati favorevoli alla realizzazione senza gli adeguamenti e le mitigazioni. E, come se si rivolgesse ai sostenitori dell’infrastruttura, sottolinea ancora una volta che la superstrada non va a Milano. Secondo il sindaco, che lo scorso anno aveva sostenuto le mitigazioni proposte da Città Metropolitana delle quali la Commissione non ha invece tenuto conto, occorrono tre circonvallazioni, adeguare la Milano-Baggio togliendo i semafori e intervenire puntualmente su alcuni punti critici “… per fare molto e bene nel nostro territorio grande e pregiato”. Anche lui, come il sindaco di Cassinetta Michele Bona (altro comune contrario) ricorda che prima di dare un via libero definitivo all’opera occorrono numerosi e importanti passaggi tecnici ed economici. “Un’opera vecchia, costosa, di enorme impatto ambientale – conclude Pioltini – che farà sparire per sempre 1.300.000 metri quadrati di terreno agricolo e comprometterà l’ormai sempre più fragile reticolo irriguo e paesaggistico”. Reticolo sul quale ANAS non avrebbe eseguito gli approfondimenti necessari e dei quali, come informa Bona, ANAS non ha dato motivazione, ma che saranno inseriti nel progetto definitivo. Simona Borgatti