ABBIATEGRASSO – Davide Bertani è un giovane impegnato su più fronti, vicepresidente della Croce Azzurra, associazione che rappresenta anche nella Consulta per l’ospedale. Ed è lì, durante l’ultimo incontro quando Davide ha riferito di alcuni, i più recenti dei molti disagi che si sono verificati  da quando ha chiuso il P.S. del Cantù di notte, che lo abbiamo invitato a parlarne in diretta all’Eco della Città. Lunedì scorso, durante la videointervista ci ha detto: “Ho preso spunto da Bessi (Mov.Diritti del Malato) che affermava che l’auto medica deve recarsi anche a Legnano, per riferire che abbiamo la convenzione con ATS il cui bando prevedeva una zona a lotti, noi oltre ad Abbiategrasso siamo anche su Magenta, Castano Primo, Legnano. Ci sono 4 autisti e ciascuno è assegnato a un medico di una zona ma se c’è un’altra richiesta la centrale può chiedere di andare a Magenta, a Legnano o viceversa, in caso di necessità l’autista si sposta. Ma se il nostro autista sta facendo servizio a Magenta, rimane scoperto l’abbiatense e, come riferivo, domenica su lunedì si è verificato che un ragazzo visto nel pomeriggio, di notte ha chiamato di nuovo e il 118 poiché il P.S. di Magenta non era ricettivo, ci ha inviato al S.Carlo. Questo intervento ha richiesto 3 ore tra andare e tornare, la velocità di un’ambulanza è paragonabile a quella di un’auto. 12 ore dopo alle 12 di lunedì la nostra ambulanza è rimasta ferma un’ora e 40 a Magenta. Non è la normalità ma succede. Se ci sono emergenze devono intervenire altre ambulanze che, a loro volta, lasciano scoperte altre zone…” Così i disagi si moltiplicano. “I cittadini  hanno difficoltà a rientrare da Magenta, il nostro centralino che è in funzione h 24, riceve chiamate anche di persone che non hanno bisogno di un’ambulanza ma di un’auto che alle 3 di notte non è a disposizione”. A questo proposito abbiamo ricevuto diverse segnalazioni, succede, e le chiedo se ha anche lei testimonianze dirette al riguardo, che si rifiuta il ricovero di notte anche in caso di provata necessità, perché non si sa, quando si viene dimessi, come tornare a casa. “Soprattutto chi ha problemi logistici, persone anziane con figli che abitano a Milano o altrove, sono restii a venire in P.S. perchè han paura di non riuscire a tornare a casa. A me è capitata una persona anziana che aveva bisogno di un controllo di sabato pomeriggio, siamo riusciti a convincerla dicendole ‘se viene adesso è aperto il P.S. di Abbiategrasso, fa la visita e torna a casa’. La centrale però ci ha mandati a Magenta e la signora mi ha dato simpaticamente del bugiardo… I disagi ci sono ma come associazione diciamo che mentre 20 anni fa si andava sempre nell’ospedale più vicino, negli anni l’emergenza urgenza è migliorata, vedi anche l’uso dell’elicottero, con piazzola in zona stadio… Il problema è che i tempi delle missioni si sono allungati ma il numero delle ambulanze è lo stesso. Se è occupata un’ambulanza per più tempo c’è una maggiore casistica di sovrapposizione di interventi. Ci domandiamo anche perché non ci mandano a Vigevano che è più vicino. La competenza è sempre di Regione Lombardia anche se la centrale di riferimento è a Pavia invece che a Milano. Nel 2019 però questo non dovrebbe essere un ostacolo, per lo meno nell’ottica di migliorare il servizio”. C’è molto da rivedere, subito dopo la chiusura di 2 anni fa, come associazione segnalavate che, data la presenza di numerose case di riposo nel territorio dell’abbiatense, è alto il n. di persone con pluripatologie che richiedono accertamenti anche notturni in P.S. E l’ambulanza deve percorrere un tragitto maggiore per un paziente  magari caduto in bagno che ha bisogno di un accertamento che potrebbe essere fatto al Cantù, invece deve attendere parecchio tempo a Magenta, un tempo lungo anche per  l’ambulanza che, peraltro, non può aspettare di riportarlo a casa. Segnalavate da subito di  ricevere chiamate per il rientro a cui non potete far fronte, anzi, confermavate che anche di giorno venite deviati verso altri ospedali. Ci hanno detto che il P.S. di notte è stato chiuso per garantire sicurezza ai pazienti ma portare le persone a scegliere di non curarsi a causa di un servizio chiuso sostituito con uno disagevole, è sicurezza? La Croce Azzurra, associazione a cui tutti sono più che grati per l’importantissimo servizio che offre da  40 anni al nostro territorio, ha segnalato questi e altri problemi, per rassicurarci dopo la chiusura era stata assegnata un’auto medica che è rimasta per poco. A proposito di dati e tempi,  leggo quanto dichiarato il dott. Dello Russo, responsabile dei P.S. di Abbiategrasso e Magenta, a settembre 2018, in un’intervista a un altro settimanale dice a proposito del P.S. di Magenta: “Il P.S. non scoppia: dopo la chiusura notturna di Abbiategrasso solo 7 accessi in più al giorno” e sui tempi di attesa “i numeri parlano chiaro, sui codici più urgenti, giallo e rosso, la risposta è immediata. Sui codici verdi, abbiamo una media di 50 minuti, 59 per i bianchi. Tempi record se paragonati ai presidi di Milano…” Questi dati corrispondono secondo lei alla realtà? Noi riceviamo testimonianze di persone che attendo per molte ore, addirittura tutta la notte. “Noi i dati non li abbiamo, li ha l’Azienda Ospedaliera, la sensazione è che ci sia molta attesa, capita di portare persone e di ritrovarle dopo 2 ore… L’affollamento a Magenta è evidente, basta entrare in astanteria dove ci sono le barelle e bisogna aspettare che si liberino… Per quanto riguarda le RSA ad Abbiategrasso ce ne sono due, ad Albairate pure, il nostro territorio ne ha molte. Se prima la gente veniva portata al Cantù in un quarto d’ora, dover andare a Magenta magari con la nebbia, i tempi sono altri. Oggi ho fatto un calcolo con Google Maps sui km da Zelo Surrigone e da Gudo, a Magenta sono 27 km, 39 minuti senza il tempo di intervento che prevede andare in casa, portare giù il paziente magari dal terzo piano dopo averlo valutato…” In un’altra intervista il dott. Dello Russo dice che è meglio spendere qualche minuto in più ma andare a Magenta ed essere “gestito rapidamente in tutta sicurezza”.  “Il problema è logistico, non gli eventuali 6 o 7 minuti in più per arrivare a Magenta ma se c’è un altro intervento da fare ad Abbiategrasso o nei comuni limitrofi… Ho un altro dato: i km percorsi da due ambulanze, una presa nel 2008 che ha cessato il servizio da poco  ha percorso 180.000 km con una media di 19.000 annui, quella del 2013 in 5 anni ne ha fatti 174.000 con una media di 35.000 ogni anno, grazie anche alla chiusura notturna del P.S.” Quindi 7 pazienti in più al giorno non corrisponderebbero alla realtà, se così fosse il P.S. di Magenta non sarebbe superaffollato. I dati riferiti non corrispondono alla realtà che le persone vivono, questo volevamo appurare anche con Davide Bertani  che ringraziamo per il suo intervento così come ringraziamo ancora una volta tutti i volontari della Croce Azzurra per il loro prezioso servizio. Enrica Galeazzi