ABBIATEGRASSO – Chi ha avuto la fortuna di assistere alla presentazione del libro “Anna che sorride alla pioggia”, venerdì 13 aprile al cineteatro Al Corso, ha ricevuto una miriade di regali inaspettati. Ogni intervenuto ha riso molto, si è commosso, si è confrontato con le confidenze di un uomo innamorato, di un padre, che ha condiviso con grande autoironia e leggerezza la propria vita, gioie e dolori. Una vis comica fuori del comune per raccontare una vita comune e nello stesso tempo unica e diversa, proprio come quella di tutti. Una presentazione con tempi e ritmi da spettacolo, scanditi dal “tappeto musicale” dell’amico Nicola al pianoforte e dalle poesie recitate da Pietro, per introdurre ogni nuova parola chiave. Un bravissimo comico Guido Marangoni, un padre eccezionale o semplicemente un uomo che ha regalato in poco tempo un concentrato di vissuti, di valori, di emozioni, attraverso parole mai banali, d’effetto, efficaci perché dirette e profonde. Se lo scopo dichiarato è “restituire alla disabilità la bellezza che la diversità ha”, ci è riuscito in pieno e soprattutto ci ha indicato una strada. La storia di Anna, da quando è attesa con gioia da tutta la famiglia, è raccontata a ritroso, si inizia subito a fare la sua conoscenza con un breve filmato in cui un’irresistibile bimba di 4 anni dialoga col padre e conquista immediatamente mentre sprizza gioia e simpatia. La prima parola magica introdotta da una poesia è “Persone”. Chi aspetta un figlio ha sempre paura di generare una disabilità e sentirsi dire che nascerà con la sindrome di Down è una brutta notizia, in realtà poi si scopre che si tratta sempre di una bella notizia. La seconda poesia ha introdotto la parola “Amore”, che ha evocato suscitando anche ilarità, i ricordi del corteggiamento e fidanzamento con la moglie Daniela, figuracce comprese. La terza parola “Fede”, nella sorpresa e accettazione “di qualcosa di inaspettato che stravolge i nostri piani…”. La quarta “Fragilità” ha richiamato le nostre mille paure e il dolore “che ci rende arroganti, ci allontana dagli altri, invece dobbiamo raccontarlo”. Poi un’altra parola, difficile e pesante anche da pronunciare, la parola “Morte”. Con estrema delicatezza e leggerezza l’autore ha raccontato della morte di un’amica di cui Anna porta il nome, una storia nella storia, un altro capitolo del libro. Poi la parola “Leggerezza” da non confondere con la superficialità. Per dirlo ha citato una frase di Italo Calvino “studiato perché anche lui balbuziente” e senza smettere di provocare risate ha parlato “dei macigni che abbiamo sul cuore e che non riusciamo a togliere, raccontandoli e condividendoli con qualcuno possiamo renderli più leggeri…” Ultime le parole “Unico e diverso. Se ti dicono che sei unico è una cosa bella se ti dicono che sei diverso, un po’ meno. Ma sono esattamente la stessa cosa, ogni persona è unica perché diversa dagli altri”. Una serata terapeutica, grazie ad Anna, a questa buffa e fantastica bimbetta, grazie al suo arrivo e al suo cromosoma in più, suo padre Guido ci ha ricordato che ciascuno di noi è unico perché diverso, con abilità diverse e semplicemente…una persona. Enrica Galeazzi