ABBIATEGRASSO – Lunedì 30 novembre, il Consiglio comunale ha approvato all’unanimità la delibera per il recepimento della legge Gadda che propone “A far data dal 1° gennaio 2021 il Comune riconoscerà riduzioni sulla parte variabile della Tari per le attività non domestiche che devolveranno le eccedenze alimentari con finalità sociali, a seguito di rendicontazione delle quantità effettivamente devolute e fino ai limiti di importo che verranno definiti annualmente con l’approvazione del Piano Finanziario”. L’ass. Bottene ha commentato: “Questa iniziativa nasce per introdurre buone pratiche sull’utilizzo dei generi alimentari e ridurre gli sprechi attraverso uno sgravio delle tariffe per le attività commerciali cittadine, e portare al contempo un beneficio alle Associazioni del territorio che aiutano persone in difficoltà. Ringrazio il consigliere Michele Pusterla che ha portato avanti la proposta che si inserisce in una serie di misure che il Comune sta cercando di porre in atto in questo delicato momento”. Di seguito, parte dell’interessante intervento del cons. Pusterla (nella foto) che varrebbe la pena riportare integralmente: “Si pone all’attenzione di questo Consiglio la modifica del Regolamento per l’istituzione e la disciplina della Tariffa Corrispettiva sui rifiuti in applicazione della legge 166/2016 nota come legge Gadda, introducendo un nuovo articolo denominato art 26 bis che introdurrà la possibilità di riconoscere riduzioni sulla corresponsione della TARI per le attività non domestiche che effettuano devoluzione delle eccedenze alimentari con finalità sociali. Le modalità applicative sono state spiegate da Giovanni Pioltini con cui si è lavorato, insieme al Servizio Finanziaro per inquadrare normativamente tale provvedimento ed il suo ambito di applicazione . Ciò che mi preme evidenziare è la valenza sociale e culturale di tale provvedimento. Lo spreco alimentare in ogni sua forma è un problema etico, economico sociale e ambientale. La possibilità di combattere lo spreco alimentare ci pone di fronte, specialmente in un momento grave e difficile come quello che stiamo vivendo, ad una possibilità di scelta che va aiutata in tutte le modalità possibili. La catena dello spreco alimentare è una realtà complessa composta di varie fasi che attraversano tutta la catena agro-alimentare. La parte cui cerchiamo di dare una risposta con la norma che introduciamo è solo una parte della ben più vasta catena che riguarda l’eccedenza alimentare”. Il cons. Pusterla ha poi citato alcuni dati aggiornati, elaborati da Slow Food Italia in collaborazione con il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali. Per ogni cittadino europeo si producono all’incirca 840 kg di cibo all’anno, di cui solo 560 kg vengono effettivamente consumati. Dei restanti 280 kg, poco meno di 200 kg vengono sprecati prima che entrino in contatto con il consumatore. Inoltre, da una ricerca condotta da Istituto Green Bocconi per conto di Metro, emerge che in Italia ciascuno di noi spreca e getta nella spazzatura ogni anno circa 36,5 kg di cibo mentre sono 5,6 milioni le tonnellate di cibo prodotto in eccedenza lungo tutta la filiera agroalimentare. Parliamo di circa 15 miliardi all’anno di costi legati allo spreco alimentare in Italia una cifra vicino al 1% del PIL Italiano annuo. Numeri impressionanti ma negli ultimi anni è cresciuta una consapevolezza su questa tematica dai risvolti economici e sociali. Comparando i dati del febbraio 2020 rispetto a quelli del febbraio 2019 si stima uno spreco settimanale medio di € 4,9 per nucleo familiare con un calo del 25% circa rispetto al 2019 che vedeva un valore medio di € 6,6 settimanali per nucleo familiare. “Ogni azione – ha affermato ancora Pusterla – che può aiutare questa consapevolezza deve essere messa in moto e con questa misura il nostro Comune vuole fare un piccolo passo in questa direzione poiché è importante introdurre pratiche atte a sensibilizzare l’opinione pubblica e creare una cultura del corretto uso del cibo. Nel caso specifico la misura è volta a coloro che creano eccedenze alimentari in ambito non residenziale e quindi negozi di alimentari, ristoranti, bar e produttori o chi commercializza generi alimentari. In questi giorni è promossa in tutta Italia l’iniziativa della Colletta Alimentare che è giunta alla sua 24^ edizione. Oltre ad essere un momento specifico durante l’anno per raccogliere alimenti è anche un momento di forte sensibilizzazione sulla possibilità di creare una rete solidare di aiuto per chi ne ha bisogno”. E.G.