ABBIATEGRASSO – Al  9° punto del Consiglio di martedì sera, la proposta Sgravi Cosap 2020, presentata dall’assessore al Bilancio Bottene che ha fatto una premessa:“Il Comune ha posticipato più volte, 10 giorni fa la Giunta ha approvato una delibera che ha prorogato  al 31/1/2021. Lo Stato è intervenuto per i richiedenti, sgravando fino a dicembre 2020 per le attività ritenute meritevoli. Non abbiamo trovato precedenti analoghi ma c’è stata una spinta propulsiva da parte della maggioranza per trovare soluzioni, con il dott. Fasson siamo andati oltre estendendo lo sgravio Cosap a tutte le attività che hanno subito una chiusura forzata a causa dell’emergenza Covid. Volevamo farlo anche per la Tari  ma non abbiamo trovato un appiglio amministrativo”. Il presidente Tagliabue ha aperto il dibattito, è intervenuto il cons. Cattoni (Cambiamo Abb.): “Una riflessione: è bene venire incontro a tutte le attività  e non solo a quelle indicate dal governo, fa specie però che in un punto successivo si parlerà di 15.000 euro che il Comune spende per contrastare il ricorso al Tar dei commercianti, contrari al Parco Commerciale, create una frattura con i commercianti che peraltro animano la città, è una situazione che non ha precedenti”. Poiché nessun altro è intervenuto, si è passati alle dichiarazioni di voto, solo il Cons. Serra ha annunciato e motivato così il suo voto. “Il mio voto sarà di astensione  per la poca collaborazione  dell’ass. Bottene  con ConfCommercio, si sono costruiti dei muri che si potevano sbriciolare”. Come Serra si è astenuta tutta la minoranza e il punto è stato approvato dalla sola maggioranza con 13 voti a 8. Ma l’argomento ha avuto un prologo inaspettato quando l’ass. Bottene prima di presentare il punto successivo, una comunicazione di  prelievo dal fondo di riserva, ha commentato ironicamente  il voto della minoranza sugli sgravi Cosap, dicendo  che “fanno gli amici dei commercianti e quando si fa qualcosa per loro non lo votano”. Il presidente Tagliabue gli ha intimato di restare in argomento ma l’assessore ha continuato. Il cons. Finiguerra (Cambiamo Abb.)  ha chiesto di “intervenire sull’affermazione dell’ass. Bottene che ha mostrato la sua inadeguatezza di assessore dicendo ‘questa me l’hanno tirata fuori’ quando dovrebbe venire a dire il suo Piano del Commercio, per rilanciare la città e le imprese, invece viene a togliersi i sassolini dalle scarpe e ad annunciare che il Comune  spende  i soldi di tutti per evitare che i cittadini tutelino i propri diritti. Il Comune spende soldi per difendere una visione contraria…” A questo punto Bottene interviene nuovamente, senza chiedere la parola e Tagliabue lo invita più volte a smettere ma senza risultato e si vede costretto a chiudergli il microfono che Bottene  puntualmente riapre. Finiguerra chiede che Bottene venga allontanato dal Consiglio comunale, Lovati (Nai sindaco) ribatte che “Bottene ha diritto di

parola”, Finiguerra afferma: “Se l’assessore non viene allontanato, lascio il Consiglio”. Tagliabue gli risponde: “Faccia come vuole” e Finiguerra, che era collegato da casa, scompare dal video.  Il Consiglio riparte ma più tardi, esauriti  tutti gli argomenti previsti, Cattoni (Cambiamo Abb.)  prende la parola per chiedere notizia “della mozione presentata tempo fa che chiede al sindaco Nai di togliere le deleghe all’ass. Bottene. Quando è possibile affrontare l’argomento?” Tagliabue risponde sventolando la mozione: “Ce l’ho con me ma si potrà solo in presenza  perché a scrutinio segreto”. Dalla minoranza vengono fatte proposte per discuterne comunque anche da remoto assicurando la privacy, per esempio mostrando che nella stanza non sono presenti altre persone. Magnoni (Lega) contesta che “qualcuno potrebbe ascoltare dietro la porta e il voto non sarebbe segreto”. Sono seguite nuove diatribe e proposte bocciate dal presidente Tagliabue, che invitato da Granziero (Pd) a interpellare Anci sulle possibili modalità, ha risposto: “Non sento Anci”, Granziero ha ribattuto “Allora è una scelta politica”. E’ così che alle 22.35 è terminato il Consiglio comunale. E.G.  (Foto d’archivio)