ABBIATEGRASSO – Garantire un miglior welfare grazie al rapporto tra privato e pubblico. Un’alternativa ai buoni spesa? Forse. Al loro posto dei “buoni sociali” a favore di servizi agevolati e una migliore connessione con il territorio così da sfruttare un’economia circolare. Questi sono gli obbiettivi che CISL, CGIL, UIL assieme all’Azienda Speciale Servizi alla Persona (ASSP) e il Comune di Abbiategrasso si sono prefissati di raggiungere nei prossimi anni firmando il primo protocollo di questo tipo sul territorio nazionale. “Vogliamo promuovere nei lavoratori attraverso i contratti una cultura nel concetto di un welfare che non vada soltanto nell’aiuto con buoni spesa o buoni carburante. Quello che proponiamo è un welfare che si basi sulla possibilità di accedere a servizi sociali comunali – esordisce l’assessore ai Servizi alla Persona, Rossella Petrali – un’occasione particolarmente importante per l’Amministrazione perché i cittadini che hanno bisogno tante volte non sanno neanche quali sono i servizi erogati dal sistema pubblico. Spesso sfruttati dalle persone in situazione di povertà, disagio o emarginazione, in realtà sono una grande opportunità per tutti perché sono servizi di qualità che vanno ad aiutare le famiglie in un percorso di conciliazione ma anche di sostegno”. Questo è il primo tassello di un percorso che dobbiamo fare tutti insieme affinché ci possa essere un cambiamento di cultura nella percezione del welfare. “Sono anni che a livello nazionale sono detassate quelle quote che i lavoratori riconoscono a titolo di welfare, le aziende sono incentivate ad erogare queste soluzioni perché risparmiano – continua Jorge Torre di CGIL Ticino Olona – ma abbiamo riscontrato che questi soldi li riconoscono in buoni carburanti e spesa, noi come organizzazioni sindacali vorremmo proporre un nuovo concetto di welfare legato al pubblico. I soldi dai privati vanno a finanziare i meccanismi e servizi pubblici. Se effettivamente partirà questo servizio, potrebbero esserci più risorse per i cittadini. Ad esempio le aziende metalmeccaniche hanno prodotto più di 3 milioni riconosciuti come welfare, se una parte di questi venissero investiti sui servizi del pubblico, sicuramente si potrebbe iniziare a ragionare su come efficientare, allargare e migliorare gli stessi servizi. È ovvio che ci vuole una cultura e una consapevolezza maggiore”. L’accordo, avviatosi martedì 17 settembre, dovrà concretizzarsi in modo sostanziale per riuscire a creare un’economia di scala per rilanciare i servizi comunali. Presto sarà a disposizione un catalogo dei servizi erogati da ASSP riguardante mediazioni familiari e servizi di assistenza domiciliare sia medica che alimentare. Non ci resta che aspettare la risposta delle aziende sul territorio che dovranno avvicinarsi al progetto per garantire un welfare sicuramente più efficiente. Ilaria Scarcella