ABBIATEGRASSO – Sabato pomeriggio al Mater Misericordiae si è tenuta la presentazione della mostra “Santi, uomini veri”, nel 15° anniversario della morte di mons. Luigi Giussani, allestita dal Centro Culturale Shalom. Santi ‘nostri’ come Santa Beretta Molla, San Riccardo Pampuri e i Servi di Dio Andrea Aziani e padre Carlo Vigevano da Abbiategrasso. Uomini normali ma modelli di fede, umiltà, carità. Invitato speciale don Juan Antonio Nurena postulatore, designato dalla Congregazione per le Cause di Santi a condurre il percorso di beatificazione, ha raccontato in che cosa consiste il suo compito e come ha conosciuto Andra Aziani a Lima. Ha detto di aver accettato l’incarico che gli è stato prospettato perché “certo che Dio ci parla con segni, come l’aver conosciuto Andrea, un uomo appassionato, eccezionale, sulla sua tomba a Lima moltissime persone vanno a pregare. I Santi danno un senso alla nostra vita, ci appassionano”. La mostra invita a considerare “i Santi della porta accanto” come dice Papa Francesco, genitori che crescono con amore i figli, gli uomini e le donne che lavorano ogni giorno per portare il pane a casa, gente umile che va avanti giorno dopo giorno. Persone normali proprio come i due santi e i due in odore di santità del territorio, di cui si racconta la storia. Non superuomini ma uomini veri , “tutti siamo chiamati a diventare Santi, vivendo con amore e offrendo la propria testimonianza cristiana nelle occupazioni di ogni giorno, ciascuno nelle condizioni in cui si trova”. Così ancora Papa Francesco e così sono diventati Santi o lo stanno per diventare Padre Carlo e Andrea Aziani, di cui ha parlato in modo particolare don Juan Antonio avendolo conosciuto in università a Lima dove entrambi insegnavano. All’università che don Giussani aveva dato incarico ad Andrea di contribuire a fondare. Il postulatore ha il compito di verificare rigorosamente le virtù sviluppate da Andrea che in molti abbiamo conosciuto, essendo nato e vissuto alcuni anni ad Abbiategrasso. “Andrea ha dato tutto di sé – ha affermato don Nurena – si è prodigato per tutti, soprattutto con chi non aveva niente, in particolare i bambini che incontrava, che portava a scuola, che sfamava. Era vicino a tutti, faceva sentire tutti importanti, si metteva all’ultimo posto anche se frequentava cardinali e gente importante, tutti lo conoscevano. Si è scoperto quanto bene ha fatto dopo la sua morte e le testimonianze entrano nel percorso della sua beatificazione. Se c’era una persona che aveva bisogno, lasciava tutto per andare da lei. Mangiava poco, correva sempre, come se avesse dei pattini ai piedi… era un professore di filosofia, molto intelligente, si donava completamente. Agli studenti regalava i suoi libri, i suoi appunti, non tratteneva niente per sé. Chiedo di pregare e diffondere la sua santità. Arrivano dal Brasile e da ogni parte notizie delle sue intercessioni, miracoli da verificare”. La testimonianza di Maripel, una studentessa che l’ha conosciuto, ha descritto una persona che ha trovato Cristo, una persona felice, la cui vita ha subito una trasformazione che tutti possiamo ugualmente provare. Orari mostra, visitabile fino al 23 febbraio: 10-12 e 16-19.30. E.G.