ABBIATEGRASSO – Il punto “Rigenerazione urbana e territoriale, patrimonio edilizio dismesso, adempimenti ai sensi della L-R.12/2005 e SMI” è stato presentato in Consiglio comunale dal sindaco Nai con delega all’Urbanistica come tema importante, collegato alle nuove norme del PGT regionale e di Città Metropolitana. La variante al Pgt abbiatense potrà essere solo avviata e completata nella prossima legislatura. Il Consiglio comunale, ha specificato il sindaco, è stato invitato a deliberare sulla rigenerazione e riqualificazione urbana come richiesto dalla legge del 26/11/2019 che ha integrato una legge del 2014, con specifiche misure per il recupero del patrimonio esistente e a sfavore del consumo di suolo libero. Nai ha voluto sottolineare che “bisogna distinguere tra nuove concessioni e invece terreni che hanno già acquisito diritti edificatori. Si tratta di individuare azioni per incentivare riqualificazioni. Si è tentato di ricevere segnalazioni di pericolo in aree dismesse, da parte della popolazione ma non ne sono arrivate. Non sono arrivate neanche proposte da parte di imprenditori interessati al recupero. Abbiamo individuato quattro aree degne di attenzione: Ats1 a sud ovest, Ats2 ex Siltal ed Enel, Ats3 zona Mivar, Ats4 a sud est. Tra le misure che possono essere proposte, la riduzione dei tempi di istruttoria, la riduzione degli oneri urbanistici che riguardano il punto successivo all’ordine del giorno”. E’ entrato poi nel merito l’arch. Ambrosini che ha aggiunto informazioni tecniche, ha sottolineato che “siamo già dotati di un Pgt che indica nel Documento di Piano le aree dismesse con le relative mappe. Approvando la delibera proposta, tale documento potrà essere messo a disposizione”. Il cons. Serra (Gruppo Misto) nel successivo intervento ha sostenuto che “se non ci sono imprenditori interessati al recupero di aree dismesse è perché gli aiuti messi a disposizione sono irrisori”. Secondo Cattoni (Cambiamo Abbiategrasso) invece “il Comune non ha nemmeno fatto un censimento delle aree dismesse con i relativi proprietari, indispensabile in caso di emergenze, le informazioni in possesso risalgono al 2010 e non sono state aggiornate. Manca una visione complessiva e nessun operatore ha risposto perché il Comune non ha sufficientemente comunicato e promosso la riqualificazione delle aree dismesse”. Cattoni ha anche criticato la mancata partecipazione a un bando regionale che prevedeva finanziamenti al 100% a fondo perduto, a favore del recupero del patrimonio storico. Critica anche la cons. Cameroni (Pd) che ritiene insufficiente aver preso in considerazione solo il comparto industriale e non gli spazi residenziali, i cortili del centro storico in forte degrado e pericolosità. Il cons. Finiguerra (Cambiamo Abb.) ha lamentato la perdita dell’opportunità di affrontare questo tema centrale, con progetti che potevano essere presentati e quindi realizzati. “Invece – ha detto – si sta parlando del nulla, ci si limita a fare l’elenco delle aree dismesse, arrivano i fondi del Recovery e non siamo pronti, invito il sindaco a prepararsi immediatamente”. Nai ha risposto che “è un tema importante ma difficile, per esempio il recupero di palazzo Arconati presenta una serie di limitazioni e vincoli della Sovrintendenza che rendono difficile anche l’eventuale utilizzo. Intervenire sulle aree dismesse non è facile, soprattutto se deve essere effettuata una bonifica e non si sa quel che si può trovare. Conviene costruire su aree nuove e gli strumenti a disposizione del Comune non sono sufficienti”. Pusterla (Abb. Merita) ha invitato ad approvare la delibera che considera un primo passo e ha invitato “la minoranza a fare proposte invece di fare polemica”. Critico Tarantola con il sindaco “che in questi anni non ha fatto nulla in questa direzione”, al contrario Lovati (Nai sindaco) ha sottolineato le difficoltà degli amministratori quando si devono confrontare con i privati che, negli ultimi anni, hanno spesso chiesto la restituzione degli oneri. Finiguerra ha ricordato alla maggioranza le innumerevoli proposte presentate dal suo gruppo e immancabilmente bocciate. Il lungo dibattito è terminato con l’approvazione della maggioranza ed il voto contrario di Pd e Cambiamo Abbiategrasso. Il punto successivo riguardava l’aggiornamento dei valori degli oneri di urbanizzazione e dei criteri per la loro determinazione per il triennio 2021/23. Criteri che, ha annunciato l’ass. Olivares, accolgono le nuove normative per la revisione degli oneri che, per quanto riguarda il recupero edilizio, diminuiscono del 60%, mentre per le nuove costruzioni rimangono inalterati. Mentre la maggioranza ha votato a favore, la minoranza ha votato contro, ritenendo che gli oneri per le aree libere dovessero aumentare per disincentivare il più possibile che vengano edificate mentre, al contrario, bisognava incentivare maggiormente la ristrutturazione dell’esistente. Foto d’archivio. E.G.