L'eco della città

“Ricorditi di me” riempie cuore e mente

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ABBIATEGRASSO – Uno spettacolo potente e riflessivo che prende il titolo dalla celebre terzina dantesca “Ricorditi di me, che son la Pia” quello andato in scena venerdì 30 novembre presso i Sotterranei del Castello Visconteo. L’iniziativa, promossa dallo Sportello Donna distrettuale in collaborazione con l’Assessorato alle pari opportunità e il Comune di Abbiategrasso, aveva lo scopo di celebrare la Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne. Assoluta protagonista la compagnia teatrale milanese “Carnevale” che con questa recita era già stata selezionata nel Bando dei Giovani Artisti per Dante XXIX Edizione del Ravenna Festival. Il dramma, costruito sul dialogo tra Pia e Dante ripercorre le vicende di Pia de Tolomei dal matrimonio tanto desiderato con Nello, alla sua prigionia presso il Castello di Maremma, lontano dalla sua famiglia fino alla sua morte per mano dello stesso marito. Una storia che ha avuto un impatto catartico sul pubblico, l’assenza della quarta parete ha permesso ai presenti di immedesimarsi dentro le vicissitudini di Pia. Processo il cui merito è soprattutto della giovane attrice Elena D’Agnolo capace di esternare in modo efficace il pathos attraverso gestualità e tono di voce che difficilmente stanca l’ascoltatore aiutata dalla figura di Dante, interpretato da Antonio Carnevale (il regista del pezzo) fondamentale per l’avanzare della narrazione. Una pièce a 360° che coinvolge non solo la parte recitata ma anche quella artistica ad opera di Adelaide che per ogni rappresentazione dipinge un quadro ispirato alla storia di Pia de Tolomei e grazie agli inserti musicali eseguiti da Marcelo Marun Cardozo, esibitosi in madrigali cinquecentesche e brani bachiani. L’allestimento è tipico del teatro moderno: essenziale, spazi aperti, pochissimi oggetti in scena. Si vede e si evoca. Pia esattamente come molte donne di oggi è stata imprigionata e picchiata da quello che credeva l’amore della sua vita. “Ricorditi di me, che son la Pia” dunque ha una valenza simbolica per la funzione dello spettacolo che, attraverso uno strumento di comunicazione come il teatro, vuole scongiurare il ripetersi di una storia che ha radici profondamente radicate nel tempo, per ottenere finalmente le pari opportunità che spettano alla donna in quanto essere umano. Ilaria Scarcella

 

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