ABBIATENSE – La scorsa settimana all’Eco era arrivata una mail che diceva: “Sono Daniele Cannizzaro, un regista emergente di Vermezzo. Sul finire dell’anno scorso ho realizzato un cortometraggio incentrato sul tema dei rifiuti di plastica. Il film e’ stato interamente girato al bosco del Ticino località Cappelletta ad Abbiategrasso. A circa 9 mesi della pubblicazione, e nonostante le grandi difficoltà per la distribuzione a causa della pandemia, è stato già selezionato da tre film festival, due internazionali e il Roma Green Movie Fest. Se vi interessa… fatemi sapere. Grazie”. Interessati e curiosi lo abbiamo ospitato lunedì mattina e intervistato in diretta Fb. Alla richiesta di presentarsi, ha risposto così: “Sono una persona eclettica, la mia professione principale è la musica elettronica, sono conosciuto come Danny Darko, con un ottimo seguito sui social e milioni di ascolti… Ho 42 anni, dovendomi occupare dei video dei miei brani musicali ho sentito sempre più l’esigenza di approfondire tutti gli aspetti. Mi sono iscritto a un corso di recitazione a Gaggiano, perché quando mi rivedevo nei videoclip mi trovavo imbarazzante, poi ho voluto sviluppare anche il livello di produzione con un seminario di film making e conoscere tutti i ruoli che di solito vengono affidati ad altre persone ma…fino a quando non emergi, di soldi ne girano pochi…” A fine corso però il suo cortometraggio horror, dal nome “Toys”, in cui si è occupato di tutto, dalle regia, alle riprese, al montaggio e alla realizzazione della colonna sonora ha ottenuto tre selezioni ufficiali ad altrettanti film festival internazionali (MFF 2017, Wisconsin Horror Film Festival 2017, Fake Flesh Film Fest 2017). Perché un horror? “Ho una passione per i film di fantascienza, horror, thriller… Si tratta di un horror psicologico, si indaga sulla psiche del personaggio che a causa di un trauma precedente vede cose strane nel bosco”. L’anno dopo gira un corto a sfondo fantascientifico chiamato Cold Heart e nel 2019 si cimenta nel suo primo mediometraggio, un film horror chiamato MOMO. Il film viene selezionato da ben cinque film festival internazionali e vince il premio come miglior mediometraggio horror al Wallachia International Film Festival 2019. Nell’inverno del 2019 arriva il corto che ora presentiamo, “Resta poco tempo”. “Sì, finalmente ho potuto fare qualcosa che parla di ambiente. Da diverso tempo mi sta a cuore la causa ambientale, ho cercato di mandare messaggi con la musica, per quanto possibile, attraverso i titoli e sostenendo associazioni, ora con ‘Resta poco tempo’ sono coprotagonista con Stefano Stroppa, cerco di sensibilizzare sul tema dei rifiuti di plastica. Da tempo osservo sconsolato la quantità di plastica che vengono a ritirare per strada davanti a casa, per non parlare della plastica nei mari…Ho sentito l’esigenza di dire qualcosa per far riflettere e cercare di ridurre il consumo di plastica”. Perché un corto? In un corto occorre condensare un messaggio in poco tempo, non è forse più difficile di un lungometraggio in cui si possono caratterizzare diversi personaggi, elaborare una storia con tanti particolari? “Un corto dura 10/15 minuti, sopra si può considerare un medio e dai 45 un lungometraggio. Sì un corto è più difficile perché devi concentrare il tutto, ma ha un costo inferiore e quindi è molto usato dai registi emergenti, ed è successo che film famosi siano partiti da un corto…” Questo suo ultimo corto è già stato selezionato come finalista in tre film festival internazionali. In “Resta poco tempo” c’è un colpo di scena che lo rende, direi, “una fiaba moderna”, ma non sveliamo il finale e invitiamo a vederlo cliccando sul seguente link: https://www.youtube.com/watch?v=4omUs-TnXu0 . Grazie Daniele! Complimenti e buon lavoro ancora per… molto tempo. Enrica Galeazzi