ABBIATENSE –  “All’incontro avvenuto in Regione tra la Commissione trasporti e i Sindaci della linea ferroviaria Milano Mortara non sono stati invitati i rappresentanti dei 20.000 pendolari che quotidianamente la utilizzano. – fanno sapere i portavoce dell’associazione MiMoAl – Per fare una operazione di trasparenza occorre ricordare che i 225 milioni finanziati dalla Stato nel 2006 sono già stati spesi per la tratta Milano San Cristoforo- Albairate. Per completare l’opera ne mancano esattamente 467. Il progetto definitivo da Albairate a Mortara ha ricevuto nel 2006 la valutazione positiva di impatto ambientale ed era immediatamente cantierabile. Ma nel 2010 i soldi vengono dirottati verso altre priorità (fonte Camera dei Deputati). Nel 2016 è stato approvato il Piano Regionale dei Trasporti dove è previsto il raddoppio fino a Mortara necessario per istituire collegamenti ogni 30 minuti tra Milano e Mortara e collegamenti ogni 15 minuti tra Abbiategrasso e Milano. Purtroppo nell’accordo quadro del 2017 stipulato tra Regione Lombardia e RFI non viene più citato il raddoppio Albairate-Mortara. Il raddoppio non compare nemmeno nel piano commerciale della rete di RFI  (on line) aggiornato a luglio 2018.  Nell’elenco di opere chieste da Regione Lombardia ad RFI non c’è traccia del raddoppio. L’assenza del raddoppio brilla anche nel Patto per la Regione Lombardia 2020.

In attesa del ‘raddoppio scomparso’ –  che rimane la priorità dell’Associazione MiMoAl –  il servizio ferroviario della tratta è sprofondato a bassissimi livelli di qualità e di sicurezza. Dopo soppressioni a raffica e ritardi indicibili Trenitalia invierà 9 treni per tutto il servizio ferroviario lombardo, di cui 2 hanno una anzianità tra i cinque e i dieci anni, e gli altri sette hanno una anzianità tra i 25 e 30 anni. Diventerà una bella lotteria individuare quali linee ferroviarie le beneficeranno. Sarebbe auspicabile che almeno i due convogli relativamente moderni fossero destinati alla Milano Mortara dato che su questa tratta circolano i treni più vecchi di Trenord”, concludono i pendolari di MiMoAl.