ABBIATEGRASSO – La Consulta convocata in extremis, infatti il presidente Roberto Albetti ha spiegato che “la convocazione è dovuta al fatto che ottobre è un mese decisivo per il futuro di Abbiategrasso, poiché a fine mese l’ASST presenterà il POAS in Regione. Negli ultimi tempi si sono susseguite voci e notizie, più che del P.S. si è parlato del fatto che dal 1° ottobre non si effettuano più interventi ad anche e femori perché il Cantù non ha la rianimazione, motivo per cui l’assicurazione non risponde, ritenendo che non c’è sicurezza. Parzialmente è una scusa, perché da sempre in questo campo il Cantù è considerato un’eccellenza. Preoccupa anche che il recente pensionamento del primario di Medicina sia stato affidato al dr. Di Giglio già responsabile del Piede Diabetico a cui ora si aggiunge il reparto di Medicina, occorre capire se seguirà un bando per il primariato o se i reparti rimarranno accorpati, nonostante il carico di lavoro che comportano. Per quanto riguarda l’ortopedia, occorre capire se, cedendo interventi importanti a Magenta, quanti e quali altri minori saranno spostati ad Abbiategrasso. Bisogna fare attenzione a vantaggi e svantaggi e alle garanzie che le nuove leggi regionali e nazionali richiedono e alla sinergia con gli altri ospedali dell’ASST di cui utilizziamo anche noi i reparti che non abbiamo al Cantù. Tutto dipende dal fatto che ci sono problemi di bilancio e si è costretti a tagliare. Occorre valutare che i rapporti istituzionali sono più con l’ATS (Agenzia Tutela Salute) che non con l’ASST (Azienda Socio Sanitaria Territoriale, ex AO). Occorre stilare un elenco di punti che riteniamo importanti, perché il nostro ospedale non venga penalizzato, da consegnare al sindaco perché li esponga in sede ATS. Quando c’è la coperta corta, ognuno la tira dalla sua parte. Occorre anche una fattiva collaborazione con le realtà sociosanitarie di Abbiategrasso: Golgi, Anffas, Hospice, ecc. i sindaci vengono chiamati nei prossimi giorni per una verifica”. L’ass. Cameroni ha informato che “il sindaco non ha potuto presenziare in quanto impegnato in un incontro con i sindaci del territorio”. Ha comunicato inoltre che ATS ha invitato tutti i sindaci dell’Ovest Milanese ad un incontro di presentazione del POAS di ATS Città Metropolitana e del POAS di ASST Ovest Milano per martedì 19/10 a Magenta. Un ulteriore incontro si terrà il 4 novembre con tutti i comuni dell’ATS. Albetti ha esortato sindaco e giunta a “portare avanti le istanze che non vogliamo perdere”, tenendo conto però che il sistema sanità sta cambiando enormemente e le nuove norme devono essere calate nella realtà, chi non le rispetta rischia il commissariamento”. Ivano Mussi (rappresentante Pd) ha ricordato che “si intende chiudere il P.S. di notte, proprio ora che è ben organizzato, ricordiamoci che il flusso di pazienti arriva a raddoppiare secondo le condizioni climatiche e il Cantù è un punto di riferimento per molti comuni”. Arcangelo Ceretti ritiene che i flussi dipendano dalle aree di riferimento e che Corsico e Trezzano siano state impropriamente aggregate all’ospedale di Rho “che ha bisogno di essere rimpolpato perché molto vicino a quello di Garbagnate. Rho ha una riabilitazione ‘ridicola’ e Casorate ridotto a Pot sono esempi di costi che Regione Lombardia potrebbe eliminare. Lo spostamento a Magenta di interventi ortopedici porta pazienti a farsi operare altrove con effetti spesso negativi. E’ assurdo che Abbiategrasso debba rinunciare a tali interventi pur avendo una struttura di gran livello: 4 sale operatorie tra le più avanzate e non abbiamo i medici da metterci dentro? Non scherziamo! Gli assessori regionali Del Gobbo e Garavaglia lavorano per i loro ospedali del magentino, per conservare i posti letto in Medicina a Magenta sono stati ‘aggiunti’ posti di riabilitazione, un escamotage che non va bene. Qui abbiamo un polo che è stato costruito con i soldi di tutti e che può far risparmiare la sanità e invece si fanno scelte contro la logica. Chi le propone dev’essere licenziato. Le sale operatorie devono tornare a funzionare, occorre un ospedale hard e la filiera per far funzionare la sanità, per non vederci declassare il Cantù occorrono i medici, occorre aumentare l’organico. Non accettiamo, dopo aver speso 20 milioni di euro che ora si vada verso la chiusura”. Marco Bessi (Movimento diritti del Malato) ha espresso delusione perché dall’incontro si aspettava nuovi dati e informazioni ufficiali ma Albetti ha risposto che “i dati continuano a cambiare anche perché i medici di base indirizzano altrove, in altri ospedali, i propri pazienti”. Bertoja (PdL) ritiene che “l’alleanza con Magenta è pericolosa, serve una mobilitazione popolare da evidenziare in Regione Lombardia, partirei con il sindaco di Trezzano che si è reso disponibile”. Montecchio ha sottolineato che “ora è l’ATS che programma e che deve vigilare su Milano e su tutto il territorio provinciale. E’ l’agenzia che deve garantire il funzionamento della sanità. L’ASST di Legnano deve battere i pugni perché è fondamentale avere più personale, tanto più che ora deve gestire anche i servizi territoriali. La nuova struttura sanitaria è organizzata in questo modo: l’ospedale per le acuzie (con una spesa di 1.000 euro al giorno per paziente) il Golgi per le cure intermedie (dove subito dopo l’acuzie si può essere ben curati con 200 € al giorno). Nella filiera seguono la riabilitazione, le RSA, l’Hospice, i servizi sul territorio e i medici di famiglia. Tutti fanno capo all’ASST. Ad Abbiategrasso abbiamo una filiera ad altissimo livello che Magenta non ha e l’ospedale abbiatense dev’essere difeso ad ogni costo anche perché i pazienti cronici sono in aumento e di conseguenze anche i momenti di acuzie che richiedono un ospedale adeguato, il Cantù dev’essere potenziato. Il dr. Ceretti ha ribadito che “il polo abbiatense è eccellente e ha bisogno di un ospedale di eccellenza in cui occorre investire, tanto più che la filiera può far risparmiare in quanto in grado di gestire al meglio il malato a 200 e anche 100 euro al giorno al posto di 1.000”. Il presidente Albetti ha recepito l’unanime decisione di “fare una battaglia perché non venga smantellato il Cantù” chiedendo a nome di tutti al sindaco Arrara, tramite l’ass. Cameroni, di convocare subito, entro una settimana, un incontro con gli altri sindaci del territorio per ascoltare la loro opinione e condividere richieste e soluzioni che saranno presentate in una successiva conferenza stampa. Enrica Galeazzi