In risposta agli articoli pubblicati su varie testate, ci teniamo a precisare quanto accaduto la mattina del 30 ottobre. Ci rechiamo in stazione stamattina alle 07.40 trovando già moltissima gente e grazie agli avvisi via web di cancellazione di vari treni, apprendiamo che un treno S9 sarebbe partito da Vigevano fermandosi anche ad Abbiategrasso. Chiaramente non si riusciva a salire ma ci avvisano che dietro era in arrivo un altro convoglio. Arriva quindi un treno, già pieno e con una carrozza chiusa. Alla nostra richiesta di aprirla (visto che era quasi un’ora che eravamo in stazione) ci è stato risposto che per ragioni di sicurezza il vagone era inutilizzabile. Il motivo era che un piccolo finestrino era rotto. Dalla foto si vede la pericolosità di tale rottura…
Far viaggiare invece i pendolari ammassati e con il naso sulle porte è viaggiare sicuri? Il capotreno, incomprensibilmente secondo noi, ha difeso la ragione della sicurezza e si è rifiutato di aprire ai viaggiatori il vagone. E’ questo il motivo che ha fatto scattare giustamente la rabbia di alcuni pendolari.
Il capotreno non è voluto ripartire perchè aveva già chiamato la Polfer che, arrivata, ha suggerito di far ripartire il treno (senza annunci e senza aprire il vagone).
Lo stesso treno viaggiava il giorno precedente con lo stesso problema, e quante volte ci è capitato di trovare gli stessi treni con vagoni chiusi in orari diversi per settimane? La valutazione della sicurezza pubblica è lasciata al singolo capotreno?
La cosa triste è aver assistito, da parte di molti pendolari, ad un attacco offensivo contro chi ha avuto il coraggio di protestare visto che il servizio è sempre carente e le ragioni di sicurezza di noi pendolari non coincidono con quelle di Trenord e dei suoi
dipendenti. I Pendolari rimasti in banchina