ABBIATENSE – “Questa parte d’Europa è troppo bella per essere distrutta”. Con queste parole è terminato l’intervento di Cecilia Vikstrom, Presidente della Commissione Petizioni dell’Unione Europea riguardo alla petizione presentata alcuni mesi fa dai Comitati No Tangenziale e portata in discussione lo scorso mercoledì 11 ottobre a Bruxelles, in opposizione al progetto ANAS della Superstrada Vigevano – Magenta. Nel corso dell’audizione, catturando l’attenzione di tutta l’assemblea, correvano su megaschermi le immagini del territorio e le possibili devastazioni causate dal progetto. Agnese Guerreschi, quale prima firmataria della petizione, ha introdotto l’argomento illustrando i motivi dell’opposizione alla costruzione della Superstrada, le numerose irregolarità dell’iter procedurale e, infine, la variazione sostanziale del progetto Stralcio presentato da ANAS nel 2015, in cui viene modificata la finalità dell’opera. Di fatto, da un progetto iniziale che doveva collegare Malpensa alla Tangenziale Ovest di Milano Baggio, ora il tracciato è da Ozzero a Magenta. I Comitati No Tang hanno chiesto che nessun progetto viabilistico di questo tipo venga approvato senza la partecipazione attiva e l’ascolto dei cittadini. Ha anche ricordato le battaglie di questi anni, la raccolta di 14.000 firme di cittadini contrari e, in particolare, la grande manifestazione del 2015. Nel successivo intervento il sindaco di Albairate, Giovanni Pioltini, ha esposto le ragioni per cui i Comuni si stanno opponendo e i danni che prevedibilmente ricadrebbero sui loro territori, in particolare sul comune di Albairate su cui grava ben il 30% dell’intera superficie dell’opera quasi tutta di fertile terreno agricolo. Ha suggerito soluzioni alternative a basso costo consistenti in riqualificazione delle strade esistenti, potenziamento del trasporto pubblico e realizzazione di piste ciclabili oggi praticamente inesistenti. Ha fatto notare come manchi completamente un adeguato studio dei costi/benefici dell’opera senza adeguati studi sui flussi di traffico che possano fotografare la situazione reale. Ha, infine, riferito sull’esito delle adunanze presso il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici di Roma. Questo organismo in una prima seduta di gennaio aveva rimandato ad ANAS il progetto in quanto non conforme alla normativa vigente con richiesta di integrazioni e modifiche sostanziali. Mentre nella successiva adunanza ha, di fatto, approvato lo stesso progetto con prescrizioni contraddicendo platealmente il precedente parere. Si ritiene che sia stata eseguita una procedura non conforme e attualmente al vaglio dei legali dei Comuni. Michele Bona, sindaco di Cassinetta di Lugagnano che fa parte dei Borghi Più Belli d’Italia, ha ricordato che il suo paese è stato il primo tra i comuni italiani ad approvare un Piano di Governo del Territorio a “crescita zero” per dire Stop alle edificazioni, e SI alla salvaguardia di un bene prezioso quello della campagna e del Parco del Ticino, SI alla tutela delle aziende agricole del nostro territorio, SI alla salvaguardia dell’ambiente che ci circonda, ultimo polmone verde dell’inquinatissima Pianura Padana.
Il suo intervento è stato un grido di aiuto all’Europa per fermare quest’opera. Inoltre, ha ricordato che l’asfalto in Italia mangia terreno agricolo e boschi alla velocità di 8 metri quadrati al secondo, strappandolo per sempre alle future generazioni. Il suo suggerimento è stato di risparmiare i soldi destinati a quest’opera reinvestendoli in una ferrovia che alla soglia del 2018 nell’Abbiatense viaggia ancora su binario unico. Per ultimo è intervenuto Dario Olivero in rappresentanza degli Agricoltori. Ha cercato di dare un’idea di cosa potrebbe succedere alle campagne e al territorio, se si costruisse la Superstrada. Ha ricordato che l’opera prevede svincoli e viadotti di grandi dimensioni che andrebbero a deturpare il paesaggio dei Navigli lombardi e che molte aziende agricole vedrebbero i campi tagliati dall’infrastruttura e compromesso il reticolo idrico di rogge e fontanili secolari. Inoltre, ha ricordato anche il danno economico di un’agricoltura che qui è viva, protagonista della creazione di distretti agricoli, consorzi di produttori, marchi di prodotti e di qualità ambientale dei parchi del Ticino e Agricolo Sud Milano e la creazione di un Distretto di economia solidale con la conversione biologica di una trentina di aziende agricole. Ha rilevato come l’opposizione a questa Superstrada sia sostenuta da tutte le organizzazioni sindacali agricole: CIA, Confagricoltura, Coldiretti, Copagri.
Tutti gli interventi hanno ribadito che l’obiettivo della Petizione è la cancellazione di un progetto sovradimensionato e anacronistico.
La parola è poi passata ai funzionari Tecnici della Commissione che hanno concordato come la “vetustà” del progetto abbia reso complesso, nel susseguirsi delle varie leggi italiane ed europee, comprendere la correttezza dell’iter procedurale e se siano state rispettate tutte le norme in materia. In particolare, se la Valutazione di Impatto Ambientale possa dirsi ancora valida, considerate le modifiche e le cancellazioni di parte del tracciato, aggiungendo come l’Italia non abbia ancora recepito la direttiva 2008/50 in materia di inquinamento e che, di conseguenza, potrebbe essere sanzionata. Sono poi intervenuti tre europarlamentari: Eleonora Evi del M5S (che ha supportato validamente la petizione), Marco Valli del M5S e la spagnola Angela Vallina di Izquierda Unida . Tutti hanno affermato che nella super inquinata Lombardia sia assurdo insistere con una nuova infrastruttura stradale. Agnese Guerreschi ha avuto la facoltà di completare l’intervento puntualizzando che il Progetto Stralcio del 2015, anche se nelle parti residue ricalca il tracciato del vecchio progetto, nell’obiettivo dei collegamenti sia completamente diverso e quindi nuovo.
La Presidente Vikstrom ha confermato di mantenere aperta la Petizione, di approfondire alcuni aspetti e ha proposto alla Commissione di inviare delle lettere con richiesta di chiarimenti ai Ministeri dei Trasporti e Infrastrutture e dell’Ambiente e alla Regione Lombardia.