ABBIATEGRASSO – E’ sempre difficile parlare di geopolitica, specialmente se riguarda Medioriente e Paesi identificati come musulmani, se non partendo da un determinato punto storico e ripercorrendo la storia fino ai giorni nostri. Questa è stata la scelta dello scrittore e giornalista Fulvio Scaglione per il suo ultimo libro “Siria – I cristiani in guerra, da Assad al futuro” presentato e promosso allo Spazio Ipazia nella mattinata di domenica 16 giugno, moderato dalla giornalista Gabriella Simoni, naturalmente organizzato da quella splendida realtà culturale e sociale che è ormai da quasi venticinque anni Iniziativa Donna, in collaborazione con L’Altra Libreria.
Nella presentazione del suo lavoro Scaglione fissa un punto storico da cui partire e ripercorre le tappe principali, il 1989 e la caduta del Muro di Berlino. Oltre a segnare (non si sa poi quanto) la fine della Guerra Fredda, quell’anno dà inizio ad una nuova politica americana sotto la guida del presidente Bush padre: l’esportazione della democrazia. Scaglione nel suo libro racconta come questa idea apparentemente affascinante nasconda in realtà una vera e propria politica di colonizzazione. Con la “scusa” di portare la democrazia in un determinato Paese (diversi gli esempi portati dallo scrittore) si è sempre effettivamente puntato ad accaparrarsi una fetta di economia, a spese naturalmente della destabilizzazione della nazione (mai) liberata.
Partendo da questo presupposto Scaglione ha raccontato come la Siria sia stata e sia tutt’ora vittima di questa politica estera scellerata, pur non negando i conflitti interni al Paese, la brutalità e la dittatura del Presidente Assad, ha però messo in evidenza come quelle tensioni siano state cavalcate, fomentate dagli Usa e tutto ciò fatto passare come appunto un’opera umanitaria per l’esportazione della democrazia, con il costante e quasi totale appoggio dei grandi media nazionali ed internazionali. La Siria più che rappresentare una nuova fetta commerciale rappresenta un tassello determinante per il controllo politico del Medioriente, per la sua posizione ma soprattutto perché uno dei pochi Paesi con la concezione “occidentale” di nazione e di unione se non laica, almeno abbastanza tollerante. Sviluppato poi dall’autore il tema dell’eterna contrapposizione religiosa tra le due correnti dell’Islam, sunniti e sciiti, Scaglione fa notare come anche questo scontro sia in realtà una mera montatura propagandistica, usato per spiegare e giustificare qualsiasi conflitto nel mondo musulmano. La verità è un’altra, seppure persistano minoranze islamiche che vivono questa contrapposizione, per i grandi conflitti le motivazioni non sono mai religiose ma politiche (che cercano nella religione una qualche legittimità). Sintomatico di questo aspetto sono le varie alleanze che in questi decenni si sono verificate, seppur ci siano i due grandi blocchi composti da Paesi sciiti (Iran, Siria e Libano) e Paesi sunniti (Arabia Saudita, Turchia, Monarchie del Golfo) lo scontro non è religioso tra i seguaci di Alì i primi e i fedeli della sunna (tradizione) i secondi, bensì politico ed economico.
Altro luogo comune smontato da Scaglione è quello dello “scontro tra civiltà”, Occidente contro Islam, smentito mettendo in evidenza come il nostro Occidente collabori, governi e supporti nazioni musulmane, tra le più estremiste per giunta, come l’Arabia Saudita, riconosciuto come il Paese che più promuove ed esporta estremismo religioso.
In questo quadro di apparenti contraddizioni e mistificazione della stampa, Scaglione sceglie di mettere al centro il tema dei cristiani, in Siria e non solo. Per l’autore, ci verrebbe da dire per chiunque non partisse prevenuto, la voce dei cristiani in Medioriente dovrebbe esser più ascoltata e presa in considerazione per leggere la realtà di quei Paesi. In Siria, seppur non riconoscendo in Assad un leader democratico, la libertà di culto e la convivenza di più religioni era garantita e difesa, facendo quindi della Siria una delle nazioni più “europee” del Medioriente, ed è in questo aspetto che si è inserita la propaganda americana. Fulvio Scaglione ha concluso il suo intervento augurandosi che queste ingerenze (americane ma non solo) possano terminare, rispettare la storia e l’eventuale lontananza culturale di determinati Paesi e smetterla di usare quest’ultimo aspetto come una scusa per poter poi invadere e conquistare economicamente l’ennesima fetta di mondo; se tutto questo non fosse possibile per i nostri politici, che ci sia quantomeno un’informazione libera, approfondita ed onesta, in grado di raccontare e denunciare con chiarezza tutte le contraddizioni e le menzogne dell’Occidente. Luca Cianflone