ABBIATEGRASSO – Giovedì scorso, l’Eco della città ha ospitato Nicholas Chignoli, presidente della Consulta ecologica comunale, a cui abbiamo fatto domande soprattutto sul verde cittadino. Domenica sera dopo le 21, fortunatamente a cancelli appena chiusi, è caduta una robinia che in un altro momento avrebbe potuto fare danni alle persone. Lei ha detto che la Consulta aveva segnalato da tempo che l’albero era ammalorato e pericoloso. Quanto tempo è passato e quali altre situazioni di pericolo avete segnalato? Chignoli risponde: “Questa pianta era segnalata da anni, anche in primavera parlando di Regolamento del verde, abbiamo segnalato questa e altre piante in Fossa ma ci hanno risposto che diamo un’immagine non reale, ma in realtà le criticità ci sono, un operatore se del settore avrebbe dovuto accorgersi che la pianta era ammalorata. Ci chiediamo dov’è finito il discorso del censimento, non è possibile che ad Abbiategrasso non ci sia una fotografia delle piante, che non ci sia un agronomo che si sia accorto della pianta, come quella che è venuta giù a giugno anche lei segnalata, come il cedro in fossa… In via Grossi ci sono rami spezzati e pericolanti non considerati una priorità, invece sono stati capitozzati i pioppi di via Crivellino dopo soli 3 anni. La capitozzatura è una pratica sbagliatissima perché si tagliano i rami in un modo che fa danni e indebolisce la pianta. Abbiamo chiesto ad Amaga qual è il criterio di programmazione e perché le criticità vengono dopo. Come Consulta teniamo tantissimo al Regolamento del verde, all’Amministrazione nell’incontro di settembre la Consulta chiedeva un cambio di passo, l’assessore ha detto che sarebbe stato inserito nel Dup 2020(Documento Unico Programmazione), in realtà a mio avviso serviva più un documento con cui l’Amministrazione si impegnava a fare il Regolamento senza mettere chissà quali risorse, abbiamo indicato le modalità”. Perché è importante il Regolamento del verde? “Perché va a dare indicazioni precise che non ci sono, per esempio il tipo di taglio, si regolamentano gli abbattimenti con sistemi vincolati sulla deforestazione e piantumazione”. Abbiategrasso spende non poco per la gestione del verde, in questi giorni ci hanno segnalato che un’azienda abbiatense gestisce il verde a Magenta che spende meno con risultati migliori. “Difficile dirlo senza dati precisi, certo che ad Abbiategrasso tutto il sistema è da rivedere, non c’è programmazione, non c’è una fotografia dello stato attuale delle cose, ma Amaga ha detto che un censimento è inutile e dispendioso. Per poter fare una programmazione devi sapere di quante e quali piante ti devi occupare, non è neanche mai stato nominato un referente del Comune né di Amaga, manca anche un meccanismo di compensazione di eventuali errori, abbiamo un costo elevatissimo, sono soldi di tutti. Sono pronto a ribattere a chiunque affermi il contrario”. Oltre al verde ci sono altri problemi, strade allagate, i tombini non vengono più puliti, l’allarme climatico è generale, preoccupano anche Po e Ticino che sta erodendo le sponde… “Anche questo la Consulta l’ha segnalato. Lo scorso anno c’è stata la moria di pesci, si è capito che c’era stata una scolmata per troppo pieno, acque scaricate nello scolmatore anche per la scarsa manutenzione delle caditoie. Il Ticino ha eroso molte sponde, ma il problema parte dalla cementificazione, perché se le superfici impermeabilizzate continuano ad aumentare, la sporcizia nelle caditoie aumenta e la manutenzione è scarsa perché ha un costo. Per le sponde del Ticino ogni tanto da Aipo (Agenzia Interregionale Fiume Po) mi chiamano per farsi portare a fare sopralluoghi perché loro non hanno un mezzo… La prismata al canale è collassata e l’altra non si può più costruire perché intanto il fiume ha eroso tutta la parte dietro la località Gabana che presto potrebbe cambiare, l’isolone degli anni 70 come baluardo è possibile che scompaia”. A chi spetta innanzitutto fare? “Ad Aipo, ma manca, secondo me, una costante e forte pressione politica. Speriamo che la nuova gestione del Parco abbia una visione più lungimirante, la situazione è grave, si spostano i problemi e non si risolvono, solo emergenze da contenere, è un peccato vedere che vengono spesi soldi inutilmente, per il canale avevamo detto i nostri dubbi su com’era stata fatta la prismata e se intervieni quando la breccia è piccola è un conto, se aspetti invece..ora la situazione è completamente compromessa”. Nessuna buona notizia quindi, da settembre da quando la Consulta ha incontrato l’Amministrazione dopo la lettera di giugno, cos’è cambiato? “Non è cambiato sostanzialmente niente, siamo stati invitati a discutere di illuminazione pubblica ma senza documenti in mano… offriremo ancora il nostro contributo sul problema rifiuti anche nel 2020, sarebbe bello avere un cambio di mentalità e che tutta l’Amministrazione possa fruire delle nostre competenze e dialogo con l’assessore all’Ambiente che dopo la recente maternità spero torni presto per lavorare su un progetto anche per la Gabana, il fiume sarebbe una bella risorsa, le potenzialità ci sono…”. Enrica Galeazzi