ABBIATEGRASSO – La sera del 18 novembre Iniziativa Donna ha organizzato, presso il Castello Visconteo, un incontro dedicato al tema della violenza sulle donne per ascoltare il parere degli uomini.
“Parlano gli uomini” ha avuto come argomento la sessualità. Le cronache mondiali sono piene di notizie che raccontano di atti violenti nella vita pacifica delle persone. Il programma della serata inizia con la voce di Renato Terrana che canta “Amore rubato” accompagnato da Roberto Nidasio alla chitarra. Inizio tragico per parlare di un argomento ancora sottovalutato da molti, nonostante i numerosi delitti di genere che colpiscono soprattutto le donne. Duilio Loi è pedagogista scolastico e forense, criminologo ed esperto in Progettazione Pedagogica dei Servizi di Giustizia Civile e Penale.
Il suo intervento riguarda l’“Analisi criminologica della violenza e possibili risposte pedagogiche”. Egli analizza il mondo criminale, nel quale le vittime si ritrovano a vivere, e suggerisce alcune risposte educative per crescere giovani meno violenti. La criminologia non è una scenografia da film, ma è una scienza che studia i comportamenti malavitosi, l’insieme ordinato delle conoscenze empiriche sul crimine, sul reo, sulla condotta socialmente deviante e sul controllo di tale condotta, nonché sulla vittima.
Oggetti fondamentali di studio sono i reati e i loro autori. Secondo studi svolti, i delitti sono frutto di una condizione sociale che varia in funzione del tempo e dello spazio. Tradizionalmente la criminologia ha studiato la personalità del delinquente e le caratteristiche degli autori dei delitti, della loro propensione a infrangere le norme stabilite dal codice penale.
I fattori di rischio correlati al comportamento criminale sono anch’essi oggetto di studio e abbisognano di ulteriore approfondimento. In pratica, essa si occupa del modo in cui i delitti si manifestano concretamente: omicidio, violenza sessuale, reati legati al consumo di sostanze stupefacenti, crimini economici e dei “colletti bianchi”, terrorismo, delinquenza comune e organizzata. Tra i consigli avuti dal professor Loi è particolarmente interessante parlare delle competenze genitoriali. Coloro che si occupano dell’educazione dei giovani dovrebbero ricordare d’avere un ruolo gerarchico nei confronti dei ragazzi, ma anche saper mantenere un equilibrio tra i metodi di persuasione severi e dolci.
I genitori devono saper contenere l’ansia dei figli senza scaricare la propria su di loro. Loi ricorda, inoltre, che i genitori non sono obbligati a garantire la felicità dei figli, ma dovrebbero salvaguardare la loro possibilità di crescere ed essere creativi.
Roberto Mordacci è professore ordinario di filosofia morale presso l’Università Vita-Salute San Raffaele-Facoltà di Filosofia. Nella serata di sabato ha esposto il suo pensiero riguardo a “Violenza, potere e rispetto: per un’etica delle relazioni di genere”. La sua lezione spazia dalla mitologia alla filosofia, fino ad approdare alla realtà caotica del tempo presente. Il punto saliente della questione si riferisce alla disposizione ad astenersi da atti offensivi o lesivi verso le persone. Il rispetto di qualcuno verso il mondo si basa sul credere che ciascuno detenga un certo potere sugli altri.
A questo punto è necessario ricordare che la libertà di un individuo finisce dove inizia quella di un’altra persona. Il professor Mordacci ricorda quant’è importante conquistare la consapevolezza di sé stessi e del controllo sulle proprie scelte, decisioni e azioni, sia nell’ambito delle relazioni personali sia nella vita sociale e politica. L’empowerment è un processo favorito dal movimento femminista per aiutare le donne più fragili, e non solo, a credere in sé stesse e nel loro valore. Laura Manfrini, magentina, si è esibita nel monologo “L’orgasmo-Piece” di Anna Marchesini raccontando in modo divertente una realtà triste. Martino Steffanoni ha condotto la serata in maniera magistrale e si è esibito in “Prima dell’amore e dopo la morte” di Giorgio Gaber. La parodìa di un incontro galante fra un uomo e una donna, evidenziando i problemi emotivi e fisici reali, ha procurato sorrisi sul volto degli spettatori. Renato Terrana e Roberto Nidasio hanno concluso l’evento con “La canzone di Marinella” di Fabrizio De Andrè del 1966. Un evento di cronaca dimenticato, e tuttora irrisolto, racconta una storia molto simile ai delitti di cui si narra tutt’oggi. Laura Cittar