L'eco della città

Ospedali: una disorganizzazione che indigna

ABBIATEGRASSO – Sempre più cittadini chiamano o ci avvicinano per segnalare, o meglio “sfogare”  il loro sconforto per come viene gestita ora la Sanità lombarda. Se non  mancano gli apprezzamenti per il lavoro di alcuni medici e infermieri, un coro unanime denuncia ritardi inaccettabili nelle prenotazioni, esami e prestazioni rimandate di mesi o addirittura a uno o due anni. Per non parlare delle code agli sportelli del Cup che continuano ed esasperano anche perché alla fine risultano inutili in quanto costringono a cercare altrove, per conto  proprio, anche lontano, dove ottenere il servizio necessario. Indigna la chiusura della fisioterapia al Cantù e il doversi recare altrove per la riabilitazione, indigna sempre più la chiusura del P.S. di notte, più passa il tempo e più persone sperimentano per sé o per parenti e conoscenti i rischi e i disagi che comporta. C’è chi si chiederà per sempre se il proprio caro si sarebbe potuto salvare se fosse stato almeno stabilizzato all’ospedale di Abbiategrasso. C’è chi racconta: “Mia figlia si sentiva male, è andata al P.S. del Cantù prima delle 20, l’hanno visitata e vista l’ora hanno deciso di trasportarla altrove. Visto il suo stato, le hanno impedito di guidare e l’hanno portata in ambulanza, non a Magenta, dove non c’era posto ma in Humanitas da dove è stata dimessa a tarda notte. Per tornare abbiamo dovuto chiamare un taxi da Milano e sostenere una spesa non indifferente”. Altri continuano a segnalare che “anche da Magenta non si riesce a tornare, non ci sono mezzi pubblici e il P.S. è un delirio, sempre pieno, con gente lasciata ore senza essere visitata, tra chi vomita e tra chi potrebbe essere infettivo. Una vergogna doppia se pensiamo che ad Abbiategrasso abbiamo un Pronto Soccorso nuovo, attrezzato e chiuso di notte per decisione dell’ass. Gallera, condivisa e non contrastata dai partiti di destra che amministrano la Lombardia”. E.G.

 

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